Tra le pratiche del Bdsm soft ne esiste una che prende il nome di tickling. Si chiama così il solletico erotico, fatto per ravvivare le situazioni tra le lenzuola – magari attraverso dei giochi di ruolo – oppure come pratica di sottomissione. Non è qualcosa di nuovo. Si ritiene che, in vari periodi della storia, questo sia stato molto apprezzato, per esempio da Caterina la Grande che si lasciava sfiorare dai servitori con ventagli di piume, come racconta Betony Vernon nel volume Boudoir Bible – The Uninhibited Sex Guide for Today. Ma alcuni ritengono anche che fosse molto amato nella Francia preilluministica, dalla corte di Re Sole a quella di Luigi XV. Il fatto è presente nell’immaginario collettivo, tanto che nel film di Sofia Coppola Marie Antoinette si mostra chiaramente il vecchio re giocare con una piuma a letto con la sua favorita Madame DuBarry.

Cos’è il tickling?

Il tickling viene effettuato tra due persone, ricorrendo alle dita, ma anche ad appendici quali piume, spazzole e spazzolini – specialmente quelli elettrici – o altro. Il vantaggio riconosciuto della pratica risiede nel fatto che la risata che scaturisce dal solletico riesce a liberare i freni inibitori, ma può essere collegata anche ad altri fenomeni, come il feticismo dei piedi. Questo gioco può svolgersi in modi differenti e interessa sia uomini che donne, magari come preliminare a un rapporto completo o a un rapporto masturbatorio. La prima volta che si sente nominare può apparire come una pratica insolita, tuttavia può presentare dei risvolti interessanti.

Si tratta infatti di qualcosa che permette di entrare in contatto con le zone erogene dell’altra persona, di esplorarle, di conoscere il corpo del proprio o della propria partner. Come tutti sanno, la riuscita di un’intesa sessuale perfetta è un fatto mentale, ma la conoscenza reciproca svolge un ruolo importantissimo. E serve anche a implementare l'”altruismo”. Se ci si concentra sull’altra persona, sul suo piacere, il raggiungimento dell’orgasmo non sarà mai qualcosa che uno persegue per se stesso ma solo in un’ottica di coppia.

Tickling e sottomissione

Tickling
Fonte: Pixabay

Come accennavamo prima, il tickling ha a che fare con il Bdsm soft. È quindi una pratica sadomaso ma non comporta dolore. Tuttavia, le regole su cui si basa hanno a che fare con l’intero impianto del Bdsm. In altre parole, ci deve essere consensualità e devono essere fissate delle parole di sicurezza nel caso il gioco andasse troppo oltre. Le regole possono anche variare da coppia a coppia – o da gruppo a gruppo – secondo le proprie preferenze. Ma sempre entro dei limiti. Il fatto che il tickling non lasci segni non significa assolutamente che la pratica non possa diventare spiacevole o essere vista come una forzatura da un momento all’altro, nel momento in cui viene percepita come sgradevole.

Il tickling può essere anche associato al bondage, non solo per rendere più palese la logica della sottomissione. Ma può essere anche un vantaggio legato alla sicurezza. Con la persona cui viene fatto il solletico legata, è difficile che si possa fare male con un movimento inconsulto, per esempio cadendo dal letto o urtando contro qualcosa – come un mobile – che potrebbe trovarsi nella stanza in cui ci si sta divertendo. Oltre a essere legato, chi subisce il solletico può anche sperimentare una privazione sensoriale, che può amplificare la sensazione di solletico e contribuire alla sottomissione. Per esempio una benda o una mascherina sugli occhi. La sottomissione può essere anche immaginaria, come all’interno di un gioco di ruolo. Come immaginare che uno sia una spia cui devono essere estorti dei segreti oppure qualcuno che deve apprendere qualche sorta di disciplina. Ma non bisogna mai esagerare: una risata può sembrare divertente, ma se non è gradita può trasformarsi in una vera e propria tortura.

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