La storia della "O" di Giotto: come a volte la semplicità ti cambia la vita

La storia della "O" di Giotto: come a volte la semplicità ti cambia la vita
Fonte: Friendz
Foto 1 di 11
Ingrandisci

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito la storia del cerchio perfetto disegnato da Giotto, che testimonierebbe l’immenso talento del genio fiorentino, capace di disegnare una O assolutamente priva di difetti ben prima dell’avvento del compasso.

Per chi però non avesse mai sentito questo simpatico aneddoto, ecco come sarebbero andate le cose, così come riporta la leggenda.

Tutto nascerebbe dalla volontà di Papa Bonifacio VIII di trovare un artista cui affidare il proprio ritratto, ragion per cui il Pontefice avrebbe inviato degli emissari, suoi uomini di fiducia, per tutta la penisola. Su tutti, la preferenza di Bonifacio VIII sarebbe ricaduta su Giotto, che in quei tempi aveva raggiunto la fama come autore del Crocifisso di Santa Maria Novella a Firenze, e che si sarebbe conquistato definitivamente i favori del Santo Padre disegnando un cerchio perfetto durante l’incontro con il fiduciario di quest’ultimo, come prova delle proprie abilità.

Questo sarebbe stato il dialogo tenutosi tra i due uomini:

 ‘Ecco il mio miglior dipinto!’

-‘Non è possibile che non abbia nulla di meglio da darmi. Vuol prendermi in giro?’

‘No, messere non ho altro da dare a Lei. Questo piacerà al Papa’.

La semplicità di quel disegno (semplicità solo apparente, in realtà, se si pensa alla difficoltà di realizzare un cerchio senza difetti a mano), unita alle altrettanto semplici parole del pittore convinsero Bonifacio, che dopo aver visto il cerchio su tela inviato a Roma comprese le qualità dell’artista, diventato poi uno dei massimi esponenti dell’arte pittorica italiana e in particolar modo del Rinascimento.

Del resto, che Giotto fosse un uomo semplice lo raccontano anche gli annali, che lo descrivono come un semplice pastorello, dotato di poca dialettica, scoperto da Cimabue, il suo maestro, mentre disegnava delle pecore su alcuni sassi, secondo quanto riporta l’aneddoto raccontato da Lorenzo Ghiberti e Giorgio Vasari.

Certo l’aver conservato la propria semplicità, disegnando un cerchio al posto variopinti e complicati disegni con cui avrebbe potuto dar sfoggio del proprio talento, ha contribuito a segnare la svolta nella vita e nella carriera di Giotto, da lì elevatosi fino a diventare il genio che tutti noi oggi conosciamo e ammiriamo. Ma, d’altro canto, resta anche una domanda che chiunque abbia ascoltato questa storia almeno una volta si è fatto: come è stato davvero possibile disegnare un cerchio perfetto senza compasso?

Per conoscere questa, e altre curiosità sulla famosa O di Giotto, sfogliate la gallery in alto.