Non c’è niente da fare: siamo nel 2019, partecipiamo ai gay pride o se non andiamo direttamente li sosteniamo idealmente, ci impegniamo politicamente e socialmente per il riconoscimento dei diritti di ciascun essere vivente – almeno così si direbbe guardando la maggior parte delle bacheche social dove siamo tutti politicamente corretti ed esseri civilizzati –  ci inalberiamo per ogni caso di discriminazione tanto da invocare rivoluzioni su rivoluzioni eppure continuiamo a covare un razzismo di fondo anche se inconsapevole, alimentato dall’industria mediatica che ci passivizza e continua a renderci schiavi di antichi cliché….

E cosa ancora peggiore, a nostra totale insaputa e inconsapevolezza. A cosa mi riferisco in particolare? A uno schema ripetuto e sistematico che non ha ancora passato le maglie della “censura” morale e sociale di cinema e TV: le grandi produzioni cinematografiche possono narrare tutto, anche i temi più scomodi come la violenza sulle donne, le grandi inchieste di cronaca, le guerre, gli abusi sui bambini, ma guai a toccare la questione razziale soprattutto se in mezzo ci mettiamo coppie e famiglie multietniche.

Perché? Molto semplice: il tema della razza, soprattutto il mix tra bianchi e neri è ancora molto scomodo e non superato specie negli Stati Uniti, paese di residenza delle più importanti major cinematografiche che per non affrontare l’annoso problema e alzare scomodi polveroni che fanno male alle casse dei botteghini, preferiscono infilare la testa sotto la sabbia e mantenere attiva una rassicurante segregazione, mascherata sempre da un’estetica curata fin nei minimi dettagli.

Risultato finale? I bianchi si accoppiano con i bianchi e idem per i neri che, a loro volta, si accoppiano tra di loro. Per una sorta di par condicio beffarda e ingannevole per il pubblico, tutti, bianchi e neri, sono sempre strafighi, rampanti e aperti di mente, tanto da essere anche amici tra loro, ma guai a mischiarsi, a innamorarsi e a creare famiglie miste.

C’è di più: i neri non sono mai i reali protagonisti ma spesso restano relegati in ruoli stereotipati che li vedono essere i migliori amici dei bianchi, il delinquente di strada, il personale di servizio e quando non è così o è perché parliamo di un certo tipo di produzioni più di nicchia, di denuncia sociale che arrancano ad arrivare ai più e che sicuramente infastidiscono la pruderie americana e vanno per la maggiore all’estero o è per un senso di stucchevole buonismo che è ancora più fastidioso di una presa di posizione salda e netta, anche se è razzista al 100%.

Ovviamente vale anche il contrario: laddove è un nero a essere protagonista è lui a non volersi mischiare e “sporcare” con il bianco quasi a rivendicare il black power e il mantenimento delle propria, tradizione, cultura e razza. Insomma da qualsiasi parte la giriamo sembra non poterne uscire e restare ancora terribilmente arretrati sul tema razziale quando, invece, il cinema, la settima arte, dovrebbe narrarci senza veli e, a volte, senza la preoccupazione di piacere a tutti i costi a tutti quanto sarebbe bello e arricchente mischiarsi con gli altri e conoscere altre culture.

Nella gallery che segue vi proponiamo qualche esempio, alcuni dei quali hanno provato a sfondare tale barriera culturale mentre gli altri sono a triste conferma di un apartheid mentale che ancora suggiamo davanti al grande schermo.

Con chi fanno sesso al cinema i bianchi e i neri?
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