La scienza unificante di Fabiola Gianotti, direttrice del Cern

La vita e la carriera di Fabiola Gianotti, direttrice del CERN: tra musica classica e fisica, la storia di una donna riservata che ha saputo conquistare il suo posto al sole grazie alla determinazione e allo studio, e che oggi è ricompensata con la riconferma alla guida del laboratorio ginevrino.

*** Aggiornamento del 19 ottobre 2021 ***

Confermata al suo posto come direttrice generale del Cern di Ginevra, Fabiola Gianotti ha una visione estremamente positiva della scienza, non solo per i grandi progressi che può apportare, ma anche per l’umanità che vi è insita, come affermato in una recente intervista per Il Sole 24 Ore.

Siamo animati dalla passione per la scienza, non dalla geopolitica – spiega, commentando il recente ingresso di Israele nel Cern, ventiduesimo Paese ad aderire – Da noi e con noi lavorano insieme scienziati israeliani, palestinesi e iraniani. La scienza è universale e unificante. La nostra vocazione è più cooperativa che competitiva, anche con le grandi istituzioni americane, russe e giapponesi con cui ci misuriamo e ci confrontiamo ogni giorno.

La sua figura rappresenta molto per il ruolo delle donne nel mondo del lavoro e per i principi stessi del femminismo, come vi abbiamo raccontato nell’articolo originale, che segue.

*** Articolo originale ***

“La conoscenza è un cammino senza fine. Possono privarci del lavoro, dello stipendio, della casa ma nessuno può portarci via il nostro cervello”. Parola di Fabiola Gianotti, direttrice del CERN di Ginevra. In tempi in cui il femminismo è “tornato di moda”, è a donne come lei che dovremmo guardare. Gianotti, che è arrivata dove fino a pochi decenni fa una donna non avrebbe nemmeno potuto sognare di giungere, è una donna speciale per tanti motivi.

Perché siamo in un tempo in cui (giustamente) si riversano fiumi di inchiostro digitale riguardo tematiche come parità, sessismo, femminismo e valore delle donne. In questo marasma di parole però a volte c’è il rischio di perdersi, di cadere in ragionamenti filosofeggianti che pian piano si distaccano dalla realtà, o che, nel tentativo vano di destreggiarsi tra uno stereotipo e un “politicamente corretto” si finisca per accartocciarsi su se stessi, perdendo il filo del discorso. Per questo l’esempio di Fabiola è una ventata d’aria fresca. Lei, da buona scienziata, porta fatti. Non proclami, non pregiudizi. Solo la sua storia personale, che senza clamori parla con limpidezza di diritti conquistati, di meritocrazia e sì: di vero femminismo.

Tanto che persino il Cern ha fatto uno “strappo alla regola”, riconfermandola alla guida, cosa mai accaduta prima e nemmeno prevista dallo Statuto del prestigioso laboratorio ginevrino. Lo ha confermato il Cern stesso, dalla sua pagina Twitter.

Tra i suoi pregi c’è anche quello di riuscire ad avvicinare al mondo della fisica anche le persone comuni e forse tante ragazze che un giorno, come lei, potranno davvero conquistare il mondo grazie alla loro testa. Intervistata tempo fa da Repubblica, ha detto di sentirsi ancora “come una bambina in un negozio di dolci” all’interno del CERN, l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, in cui lavorano migliaia di scienziati di cento nazionalità differenti. Giovani ricercatori e studenti di ogni nazione ed età che guardano a Fabiola Gianotti come punto di riferimento. Tanto che lei spera che le materie scientifiche possano diventare sempre più a misura di “ragazza”, come ha spiegato in questa intervista:

Oggi al CERN le donne scienziate sono circa il 18%. È ancora una frazione bassa, però quando io arrivai nel laboratorio come giovane post doc, nel 94, eravamo solo il 4%. C’è stato un grande sviluppo ma bisogna fare ancora di più, lavorando sulle infrastrutture sociali per permettere alle donne di avere una vita equilibrata tra lavoro e famiglia e far capire anche alle ragazze che le materie scientifiche sono anche per loro. Troppo spesso ricevo i messaggi di giovani studentesse che mi dicono ‘Io  vorrei tanto studiare materie scientifiche ma mi dicono che non sono fatte per le ragazze’. Non c’è nessun lavoro che non sia buono per le ragazze o viceversa, l’importante è fare quello che vogliamo fare.

Il suo lavoro, se qualcuno può pensare, non è fatto solo di disciplina.

Da bambina mi piaceva modellare il pongo, oggi mi piace costruire rivelatori – ha detto ancora a Repubblica – Avverto il bisogno fisico di essere vicino alla sperimentazione. […] Nella scienza come in cucina ci vogliono regole matematiche e rigore. La termodinamica, la fluidodinamica… Ma ci vogliono anche creatività e fantasia. Un soufflé non riesce se la temperatura del forno e la durata della cottura non sono precise, ma seguire una ricetta in maniera pedissequa non è per nulla interessante.

Appassionata di musica e di arte, Fabiola Gianotti non trova così distante la sua professione e quella dell’artista.

Lo scienziato deve essere capace di sognare. Ho sempre pensato che il mestiere del fisico si avvicini a quello dell’artista perché la sua intelligenza deve andare al di là della realtà che ha ogni giorno davanti agli occhi. Credo che la musica e la pittura siano le arti più prossime alla fisica.

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La scienza unificante di Fabiola Gianotti, direttrice del Cern
Fonte: Wikimedia
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