“Gilet gialli”: chi sono le donne che stanno facendo la rivoluzione

“Gilet gialli”: chi sono le donne che stanno facendo la rivoluzione
SEBASTIEN BOZON/AFP/Getty Images
Foto 1 di 9
Ingrandisci

Da ormai due settimane gli occhi di tutti i media internazionali sono puntati sulle strade francesi, dove i cosiddetti “gilet gialli”, emergendo dal nulla, stanno esprimendo il proprio dissenso sull’aumento delle tasse sul gasolio decretato dal governo di Parigi. La loro rivolta ha avuto come cassa di risonanza fortissima i social, dove moltissimi video si sono propagati a macchia d’olio, attraverso le condivisioni, portando all’attenzione la protesta, civile ma decisa, di queste persone, uomini e donne, che non accettando una maggiorazione delle tasse alla fine si sono uniti contro il presidente transalpino, Emmanuel Macron.

Già, uomini e donne, perché anche quest’ultime stanno facendo la loro parte nella protesta dei gilet jaunes: donne giovani o più mature, mamme di bambini o pensionate, ragazze che si sono appena affacciate al mondo del lavoro o donne che hanno vissuto i moti rivoluzionari del ’68 e oggi accettano di tornare in piazza per far sentire la propria voce. Tutte le generazioni femminile francesi hanno preso parte alla lotta, come tante moderne Marianne pronte a emulare la Libertà che guida il popolo nel celeberrimo quadro di Delacroix.

Anzi, proprio da una donna la protesta è partita, sviluppandosi in tutto il paese: Jacline Moraud, 51enne bretone, ha infatti pubblicato un video sul proprio account Facebook criticando aspramente la decisione del governo di alzare le accise, raccogliendo moltissimi consensi e condivisioni, e dando così il là al diffondersi del dissenso.

A poco sono servite le giustificazioni di Macron per motivare l’aumento del carburante, e la tesi secondo cui la maggiorazione di 7,6 centesimi di euro al litro di diesel farebbe parte di un piano per riallineare le tasse sui carburanti e sul petrolio, oltre che per diminuire l’inquinamento dovuto agli scarichi dei veicoli. I gilet gialli si sono scagliati immediatamente sia contro questo provvedimento, che contro quello, già promesso, di un ulteriore aumento di 6,5 centesimi previsto per il gennaio 2019.

Di certo, le prime conseguenze delle proteste iniziate il 17 novembre sono cominciate ad arrivare, dato che il 4 dicembre il primo ministro francese, Edouard Philippe, ha annunciato una serie di misure per normalizzare la situazione, prospettando in particolare l’introduzione di una moratoria di 6 mesi sull’aumento delle accise sul carburante.

Chissà se questo sarà sufficiente a placare, almeno momentaneamente, gli animi infuocati dei gilet jaunes;  quel che è certo è che, fra di loro, ci sono donne che hanno scelto di partecipare attivamente alla sommossa e non di esserne spettatrici passive; donne che si sono reinventate attiviste e combattenti, seppur pacifiche, per fortuna (anche se, ahimé, nei giorni di protesta gli scontri con le forze di polizia e gli incidenti non sono mancati). Donne che hanno preso in mano la situazione e alzato la voce, per se stesse, per le proprie famiglie, per i propri figli, o semplicemente per un Paese che non ha accettato di piegare la testa.

Abbiamo parlato di alcune di loro nella nostra gallery.