Anita Berber fu una dei personaggi più estremi e affascinanti dell’Europa di inizio Novecento. Ballerina, attrice e modella, dopo un’infanzia non proprio convenzionale divenne la stella dei teatri e dei cabaret, guadagnandosi anche la fama al cinema. Vittima dei suoi vizi, la sua luce si spense ancora prima che lei potesse giungere al trentesimo anno di età.

Oggi quasi dimenticata, incarnò a meraviglia gli eccessi del ventennio espressionista e decadente, in cui arte, politica e società stavano subendo profondi mutamenti. Si esibì spesso a seno nudo, scatenando l’ira dei benpensanti, soprattutto durante il tour per il provocatorio spettacolo Le danze della depravazione, dell’orrore e dell’estasi. Un talento enorme e visionario, offuscato dalla sua dipendenza da alcol e cocaina.

Anita Berber fu soprattutto una donna libera. Non solo di spogliarsi e danzare a seno nudo, ma anche di amare indistintamente sia uomini che donne. Tra di loro ci fu persino Marlene Dietrich, che iniziò a vestirsi da uomo e a indossare i pantaloni proprio copiando l’amante, come raccontato nella biografia di Mel Gordon.

Tuttavia, era ciò che la Berber non indossava ad attirare più critiche. Furono in pochi a capire che la sua nudità non era una celebrazione del corpo umano, bensì l’interpretazione pessimistica del clima di corruzione e depravazione che la circondava. La nudità, quindi, come liberazione della sessualità della donna, da secoli assoggettata al desiderio dell’uomo e limitata alla dicotomia santa/prostituta.

Sfogliate la gallery per leggere la storia di Anita Berber…

"La danza della depravazione" di Anita Berber, la ballerina che ballava a seno nudo
Fonte: Kunstmuseum, Stuttgart
Foto 1 di 10
Ingrandisci
  • Storie di Donne