Un’altra letterale, colossale presa per i fondelli. Non bastava vedere auto blu, sprechi, vitalizi, feste, festine. L’ennesimo smacco ai cittadini italiani ci viene gentilmente fornito questa volta dalla signora Bersani, Daniela Ferrari. La notizia viene riportata dal settimanale “Chi”, nel quale si narra che la tal gentile signora si trovasse in quel di Piacenza e che si stesse dilettando con dello shopping in una profumeria. La macchina, manco a farlo apposta, in divieto di sosta. Traffico bloccato, gli automobilisti inforcano il clacson. All’arrivo di una pattuglia e di un’integerrima vigilessa, fiocca la multa, alla quale la signora reagisce con sdegno e pronunciando una frase che sa di casta “Lei non sa chi sono io”.   L’ha detta. Quella frase, che pare di sentire come un lontano eco tra gli scandali che dobbiamo sentire e che sdegnano. “Voi non sapete chi siamo noi”. Noi che possiamo. Possiamo tutto, usare i soldi dei cittadini e tramutarli in costosi aperitivi, feste, auto blu, e chi più ne ha più ne metta. Siamo magici. Come per osmosi, i soldi passano a parenti, come i privilegi, come le case, come qualunque cosa materiale che sia in loro possesso. Magia della corruzione.

Ora. Che non esista ancora il rimedio per questa magia nera si sa. Che non sia sicuro che la fatidica frase sia stata pronunciata può starci, anche se fatico a crederci. Ma voglio dire grazie alla vigilessa che ha multato la signora e mi unisco virtualmente all’applauso che si è levato dalla folla in quel momento, perché ha spezzato seppur per poco l’incantesimo che avvolge l’Italia, che ha come parola d’ordine “Lei non sa chi sono io”. Poi la signora si vedrà revocata la multa in virtù dei poteri della casta? Forse.

Ma per oggi, possiamo abbozzare un sorriso e sperare.

 

 

Oggi un po’ di più.

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