La storia di Thea ha scandalizzato mezzo mondo.

Sul suo blog, questa ragazzina di 12 anni annuncia il suo matrimonio, previsto per l’11 ottobre.

Tra le pagine virtuali del suo diario si possono leggere tutti i preparativi, il percorso scelto per arrivare all’altare e l’emozione un po’ confusa per il matrimonio con il futuro marito, di 37 anni.

(foto: Web)
(foto: Web)

Una notizia che in men che non si dica è diventata virale e dalla Norvegia ha fatto il giro del mondo, scatenando l’opinione pubblica.

Il tutto però si è rivelato un fake, una campagna pubblicitaria per sensibilizzare appunto sul tema delle Spose Bambine.

Il blog, legato al sito stoppbryllupet e all’associazione Plan, è stata una provocazione nella disperata ricerca di risvegliare le coscienze, in vista della Giornata Internazionale delle Bambine dell’11 ottobre.

Si chiede infatti, attraverso questa campagna di sensibilizzazione, di firmare per fermare questo matrimonio simbolico, attraverso l’hashtag #stoppbryllupet, per dar voce ad una realtà ancora purtroppo presente e crudele.

Le spose bambine sono un fenomeno che purtroppo conta ancora milioni di minori ogni anno: secondo i dati Unicef, infatti, nei paesi in via di sviluppo circa 70 milioni di ragazze si sono sposate in età minorile.

Sicuramente l’impatto di questo blog è stato molto alto: Thea racconta che il matrimonio le impedirà di studiare per diventare veterinaria e coronare il suo sogno.

Per partecipare digitalmente alle nozze e dare il proprio supporto alla causa delle spose bambine ci si può collegare al sito della campagna, www.stoppbryllupet.no, dove possiamo leggere tutta la verità:

Ogni giorno 39.000 bambine vengono derubate della propria infanzia. Noi crediamo che la provocazione sia uno strumento potente per dimostrare una realtà che è veramente provocante. Speriamo che la gente si mobiliterà contro questi matrimoni schierandosi dalla parte delle baby spose, cosicché la maggior parte delle 39.000 ragazzine che affrontano ogni giorno la situazione di Thea possano sfuggire al loro brutale destino.

(foto: Web)
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