Wind E Lo Spot Che Non Ti Aspetti

Wind ci stupisce. E questa volta non si parla di tariffe telefoniche ma di comunicazione e di contatti reali tra le persone. Quello che al giorno d'oggi ci sembra pura utopia dovrebbe tornare ad essere la normalità. A volte, l'umanità ha bisogno di fare dei passi indietro per ritrovarsi.

A volte è necessario fare un passo indietro. In un mondo dove tutto corre alla massima velocità, dove siamo travolti da innovazione, nuove riforme, tecnologie fantascientifiche…

È difficile nella quotidianità distinguere la realtà della vita vera da quella virtuale. Siamo tutti perennemente in contatto.

Ci sono il cellulare, le mail, le video-chiamate, i messaggini e molto altro. Ma il contatto umano, quello dov’è?!

Ci siamo davvero enormemente sviluppati tecnologicamente ma arretrati nella semplicità?

È paradossale, ma proprio una compagnia telefonica decennale come Wind, decide di soffermarsi su questa questione attraverso una pubblicità-cortometraggio che è davvero profonda e commuovente.

Cosa vuol dire comunicare davvero?!

Giuseppe Capotondi è il regista di questo mini-capolavoro che mette al centro dell’attenzione il difficile rapporto tra padre e figlio.

Capotondi è un nome importante nell’arte. Comincia la sua carriera come fotografo per poi diventare regista di numerosi videoclip musicali internazionali, lavorando con nomi celebri come Skunk Anansie, Natalie Imbruglia, Keane e Outkast.

Non solo, nel suo curriculum vanta un lungometraggio presentato al festival del cinema di Venezia dal titolo “La doppia ora”, premiato con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile e attualmente si sta lavorando al remake americano.

Un nome di cui sentiremo parlare presto in tutte le lingue del mondo.

E il talento di Capotondi è palpabile con gli occhi e con il cuore anche in questa collaborazione con la Wind.

Flashback di un’infanzia felice e un’adolescenza più o meno difficile, molto simile a tante altre. Una storia che può essere quella di tutti.

Un tempo ci si rincorreva, si rideva per un soffione, si toccava l’erba dove poi ci si rotolava. Ci si sfiorava le mani per poi baciarsi per la prima volta.

Ora ci si fotografa, momenti intensi e irripetibili vengono interrotti dallo squillo del telefono, non si ha più quel batticuore per la mancanza, l’attesa, e si rimane in contatto 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno se possibile.

Eppure. Eppure bisogna davvero guardarsi indietro e tornare a grandi gesti che davvero dimostrano i nostri sentimenti, senza che essi siano banalizzati dall’abitudine della facilità del tenersi in contatto.

Un cortometraggio sulla famiglia ma con un messaggio che può essere trasferito in qualsiasi altro ambito emozionale: l’amicizia, l’amore.

Quando ti manca una persona dimostralo con tutto te stesso.

Nessun messaggio, nessuno schermo, nessuna connessione. Prendi il tuo tempo e raggiungilo.

Perchè la vita forse è quella cosa che accade mentre guardiamo lo schermo del nostro smartphone.

Ecco il video: voi cosa ne pensate?

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