Tanoressia, la dipendenza pericolosa di chi non si vede mai abbastanza abbronzata

Non c'è nulla di male a voler prendere colore in estate, una bella tintarella, che stimola, tra le altre cose, il buon umore. Ma quando l'abbronzatura diventa ossessione e dipendenza, allora i rischi sono maggiori: parliamo di tanoressia.

È pratica diffusa, in estate soprattutto, mettersi al sole con l’obiettivo di abbronzarsi. C’è chi lo fa con piacere, chi riesce a trascorrere anche diverse ore sotto il calore dei raggi solari, e chi invece non sopporta più di 5 minuti e deve scappare all’ombra. Ma c’è anche chi trasforma la ricerca di una pelle più scura in una vera e propria ossessione: una dipendenza che prende il nome di tanoressia. Per differenziarla da una meno grave passione per la tintarella, è necessario fare attenzione a determinati sintomi e segnali.

Vediamo meglio cos’è la tanoressia per poterne riconoscere i sintomi, i rischi e le conseguenze, e come riuscire a superare la dipendenza dall’abbronzatura.

Tanoressia: cos’è e cosa significa

La tanoressia, anche nota come sindrome compulsiva da sole, è riconosciuta come forma di dipendenza comportamentale dal DMS-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), come riportato sull’Italian Journal of the Addiction (Medicina delle Dipendenze). In particolare, si fa riferimento alla dipendenza sviluppata dall’abbronzatura, quindi non dal calore del sole. Infatti chi ne soffre ricerca non solamente l’abbronzatura solare, ma anche quella artificiale delle lampade dei centri estetici.

L’abbronzatura può sviluppare dipendenza, e quindi la tanoressia, perché un’esposizione prolungata alla luce ultravioletta favorisce nella pelle il rilascio di endorfine, tra cui la serotonina, gli ormoni che stimolano la sensazione di benessere e appagamento sia psicologico che fisico. Più una persona si vede migliore quando abbronzata, rispetto al suo fototipo della pelle, più si sente appagata dalla pratica di prendere sole e aumentare l’abbronzatura. E più ha rischio di sviluppare una dipendenza.

È chiaro che gli stereotipi, l’immaginario sociale, gli ideali di corpo a cui siamo esposti quotidianamente possono contribuire a ricercare un corpo sempre più abbronzato, tonico e, solo apparentemente, più in salute. L’abbronzatura, considerata una caratteristica volgare nel passato, è oggi invece per tante persone una connotazione di bellezza, di sensualità, qualcosa di affascinante.

Non è comunque l’unico aspetto che definisce gli standard di bellezza e c’è chi, per le caratteristiche della propria pelle, o per gusto personale, preferisce mantenersi lontano dai raggi solari, e chi si trova soddisfatto con una abbronzatura normale usando protezione dalla luce UV. Per questo non tutti sviluppano la tanoressia, ed è bene saperla riconoscere e diagnosticare, perché, alla lunga, può causare diversi rischi per la salute dell’intero organismo.

Come riconoscere la tanoressia

La tanoressia è una dipendenza, di conseguenza si manifesta con alcuni sintomi tipici, che aiutano a riconoscere di soffrirne o meno. Non tutte le persone a cui piace stare al sole soffrono di sindrome compulsiva da sole, né tantomeno chi si dispera se inizia a piovere quando aveva programmato di prendere il sole al mare o in piscina. L’ossessione per l’abbronzatura compare con dei segnali. Innanzitutto, una persona con tanoressia prende il sole senza regole né limiti.

Non rispetta gli orari consigliati, cercando anzi di abbronzarsi nelle ore più calde della giornata, quando i rischi per la salute sono maggiori. Preferisce evitare la crema protettiva, e utilizzare invece oli abbronzanti, per favorire l’abbronzatura in maniera più rapida e potente. Inoltre un tanoressico non si vede mai abbastanza abbronzato, non è mai soddisfatto del risultato, anche quando, a un occhio esterno, risulta già a un alto livello di abbronzatura.

È questo uno degli aspetti più tipici di questa dipendenza, la ricerca della perfezione, in questo caso dell’abbronzatura perfetta, e non vederla mai, nemmeno quando è evidente per chiunque altro. L’insoddisfazione per il proprio corpo, o per una caratteristica di esso. Infine, Come le altre dipendenze, anche la tanoressia può causare nervosismo e irrequietezza nel momento in cui viene tolta la fonte. Chi prova queste sensazioni nel non poter prendere il sole, per qualsiasi motivo esterno alla sua volontà, potrebbe essere dipendente dall’abbronzatura.

I rischi e le conseguenze

tanoressia
Fonte: iStock

Il termine tanoressia è stato scelto in relazione all’anoressia, perché si tratta di una dipendenza psicologica che funziona in maniera molto simile. Una persona che soffre di anoressia, così come chi soffre di tanoressia, ha una percezione errata del proprio corpo. La tanoressia quindi comporta rischi e danni sia fisici che psicologici. Dal punto di vista psicologico, le conseguenze della tanoressia sono legati a disturbi di umore e di ansia, che si manifestano con malumore, insoddisfazione e anche depressione.

Dal punto di vista fisico i rischi sono legati all’esposizione compulsiva al sole, senza sicurezza. Prendere il sole evitando la crema protettiva e in orari rischiosi espone la pelle ai raggi UV, che sappiamo non essere sicuri. Questi raggi possono causare patologie della pelle, anche gravi, come eritemi, dermatiti, ustioni. La luce UV è causa anche di invecchiamento precoce, con conseguente comparsa di rughe e discromie cutanee.

Il sole, senza una buona maschera di protezione, può inoltre portare alla comparsa di melanomi, i pericolosi nei che possono diventare tumori. Per questo è molto importante riconoscere di soffrire di tanoressia, o accorgersi se qualcuno vicino ne soffre. Il comportamento ossessivo-compulsivo non permette di godere dei benefici del sole, come la produzione vitamina D e di melanina, il miglioramento della qualità del sonno e molti altri, ma comporta invece rischi importanti.

Come superare e curare la tanoressia

Secondo le stime, le donne tra i 18 e i 40 anni sono più a rischio di sviluppare la tanoressia, anche se non ne sono esclusi uomini e donne di altre età. Abbiamo sottolineato l’importanza di riconoscere di soffrire di questa dipendenza, per evitare i rischi e le conseguenze che comporta. Per poter superare la tanoressia è necessario innanzitutto rendersi conto di aver sviluppato una dipendenza di tipo ossessivo. C’è chi riconosce in autonomia di avere una fissazione, e chi invece lo fa grazie all’aiuto di persone vicine che si accorgono.

Fatto il primo passo, è possibile agire per curare la dipendenza dall’abbronzatura. Non è semplice uscire da una dipendenza, di qualsiasi genere, si può provare in autonomia, se si ha un buon sistema di supporto, ma può non essere sufficiente. È sempre preferibile rivolgersi a un professionista, che può garantire un trattamento adeguato. Si può optare per uno psicoterapeuta, o rivolgersi direttamente ai centri di trattamento delle dipendenze.

La terapia cognitivo-comportamentale si è rivelata utile ed efficace per dipendenze e disturbi ossessivo-compulsivi, di ansia, da dismorfismo corporeo e disturbi dell’umore. Il terapeuta può decidere quando è il caso anche di utilizzare farmaci antidepressivi, che agiscono sulla produzione di serotonina. Infine, una pratica che si utilizza oggi è l’ipnosi, anch’essa molto valida per la cura e la gestione delle dipendenze.

Tutte queste cose devono essere seguite da medici o psicologi professionisti, che hanno gli strumenti e le conoscenze adatte.

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