Il carabiniere in congedo Leonardo Tuci non si da pace: “Ho fatto quello che ho potuto!”

Lui è il primo ad aver dato l’allarme e ad essere intervenuto con l’estintore per cercare di salvare gli operai cinesi morti in un incendio nel capannone nel quale dormivano e lavoravano alla periferia di Prato. Leonardo non riesce a togliersi dalla testa le urla delle persone che intrappolate nelle fiamme chiedevano aiuto.

“Pochi minuti prima delle 7 stavo passando con la mia auto – racconta Tuci, in testa il berretto con il logo dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo – quando ho visto una colonna di fumo provenire dal capannone. Mi sono avvicinato e ho visto che c’erano alcuni cinesi che mi venivano incontro piangendo e urlando. Sono corso verso il capannone e ho visto un cinese che con un estintore in mano per cercare di spegnere l’incendio. Allora  ho preso anche io un estintore per aiutarlo. Era stremato, anche per il freddo, e continuavo a sentire le urla dei cinesi“.

“Le fiamme erano molto alte e c’era tanto fumo. Ho visto una coppia cinese bagnati e ustionati. Ho preso l’estintore in mano e ho avvisato vigili del fuoco e ambulanza”. 

“Ma la cosa più sconcertante è aver sentito le urla delle persone che erano intrappolate. Quello che potevo fare ho fatto. Ho cercato di fare del mio meglio e ho il rammarico di non poter fare di più. quelle urla…”. continua a ripetere. “Una donna cinese, nera di fumo, continuava a dirmi ‘tante persone, tante personè, parlando a malapena in italiano, e indicava la parte alta a destra appena si entra, il soppalco. Ho tentato di vedere ma le fiamme e il fumo non mi facevano vedere niente…” .

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!