Per chi se le fosse perse: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011

Claudia e Valentina rimasero a chiacchierare fino a tardi, poi entrambe stanche decisero di concludere la serata. Claudia accompagnò alla porta l’amica e si diedero appuntamento per l’indomani, si sarebbero trovati tutti e quattro in ospedale. In realtà non sapevano a che ora avrebbero potuto vedere Andrea, ma decisero di andare al mattino.

Claudia rimase sola a pensare, anche se era tardi ed era molto stanca non aveva sonno, allora pensò di ammazzare il tempo preparando la cheesecake per Jim. Si sentiva emozionata, era da tempo che in quella casa non entrava nessun uomo, dopo la fine della sua relazione con Giulio era stata diversi mesi da sola. Era felice non solo perché avrebbe rivisto Jim, ma per il significato che dava alla sua decisone, se aveva deciso di venire fino a Milano per vederla voleva dire che davvero provava un sentimento forte e forse avrebbero finalmente parlato concretamente del loro futuro… Il campanello del forno la distolse per un momento dai suoi pensieri, la cheesecake era pronta… L’aspetto sembrava invitante, chissà se a Jim sarebbe piaciuta, si sentiva come una mogliettina premurosa.

La mattina si svegliò molto presto, sarebbe stata una giornata piena di emozioni, guardò l’orologio e pensò che aveva un po’ di tempo per rassettare la casa prima di uscire, voleva che tutto fosse perfetto per l’arrivo di Jim, venne presa dalla sindrome della casalinga disperata, passò l’aspirapolvere, lavò i pavimenti, tirò a lucido cucina, camera e bagni e alla fine diede un’occhiata generale e si ritenne soddisfatta, fece una doccia infilò un paio di jeans e una maglia e fece la telefonata di rito in ufficio: “oggi non sto bene, purtroppo non posso venire….. si, si, penso di venire lunedì..”,…. e anche questa era fatta pensò soddisfatta, sentì il beep del telefonino era Jim: “Ciao amore, sono in aeroporto, il volo ha circa mezz’ora di ritardo, dovrei essere a Milano per l’ora di pranzo, non vedo l’ora di rivederti… Ti amo”, Claudia si sciolse leggendo quelle parole, le sembrava di volare, era così felice, si sentiva come se la vita le venisse incontro sorridendo, era una sensazione meravigliosa, guardò dalla finestra e vide che stava piovendo… Dopo un po’ arrivò anche il messaggio di Valentina che le diceva: “Sto andando da Andrea, ci vediamo all’ospedale..” leggere la parola “ospedale” la fece ripiombare nella realtà, era già ora di andare e mentre guidava sotto la pioggia incessante, cercò di prepararsi psicologicamente per quel momento importante, avrebbe voluto sentirsi serena ma la paura che Andrea potesse stare male, aver subito dei gravi danni la angosciava, si sentiva un po’ in colpa per quanto era accaduto al suo amico, ricordò l’ultima volta in cui si erano visti, il suo sguardo triste nel sentire che sarebbe andata a stare con un altro uomo, ripensò a quella volta che avevano fatto l’amore, forse davvero lo aveva illuso anche se a parole era stata molto chiara riguardo ai sentimenti che provava nei suoi confronti, ma i sentimenti sembravano in contrasto con le sua azioni e forse l’illusione di Andrea era giustificata. Ma oramai che senso aveva tormentarsi? Doveva essere forte, qualunque cosa fosse accaduta… Prima di entrare all’ospedale mandò un messaggio a Jim: “Ciao amore mio, sono così felice al pensiero che fra qualche ora ci rivedremo, ti aspetto, ti amo tantissimo…” poi si mise a fissare la porta di ingresso dell’ospedale, voleva a tutti i costi essere ottimista, ma la paura che le cose potessero non andare come tutti speravano la bloccava, mentre era assorta nei suoi pensieri sentì bussare al finestrino della sua auto, erano Valentina e Luca, il vederli insieme la risollevò, ripensò alla conversazione della sera prima con Valentina, scese dalla macchina, li salutò abbracciandoli, diede un’occhiata sorridente e una pacca sulla spalla a Luca per fargli capire che sapeva della sua relazione con Valentina e ne era contenta, lui ricambiò con un sorriso, la tensione e la paura per il loro amico erano tangibili  ma insieme si fecero coraggio ed entrarono. Erano già le 9, presero l’ascensore e salirono in reparto, si guardarono intorno in cerca dei familiari di Andrea ma non videro nessuno, incontrarono un medico che avevano già visto nei giorni precedenti, chiesero notizie di Andrea ma il medico rispose che non essendo familiari non era autorizzato a dare notizie, si diressero nel corridoio che portava al reparto rianimazione, ma la porta era chiusa, si sedettero ad aspettare che qualcuno uscisse per chiedere notizie. Passò quasi un ora, si aprì la porta e uscì di corsa un altro medico, il primario che conosceva il padre di Luca, i tre amici si alzarono e gli andarono incontro, ma lui fece un cenno negativo con la testa, e si diresse velocemente in una sala, la tensione e la preoccupazione crescevano sempre di più e della famiglia di Andrea non si vedeva nessuno, passò ancora mezz’ora e si riaprì la porta, era Laura, la sorella di Andrea con il viso teso e gli occhi lucidi, gli andarono incontro, guardandola, incapaci di dire una parola, dopo alcuni interminabili secondi in cui sembrava che tutto si fosse fermato, che il tempo fosse sospeso, Laura disse piangendo per la tensione accumulata: “E’ sveglio, ci ha riconosciuti…” e aggiunse: “Fa molta fatica a parlare e dicono che questo sia normale ma purtroppo non riesce a muovere le gambe….” Claudia non riusciva a dire una parola, Valentina abbracciò Laura e le chiese: “Da quanto tempo è cosciente?” “Hanno iniziato a risvegliarlo stamattina molto presto, siamo arrivate prima delle 7…” Valentina cercò di consolare Laura, “E’ passato pochissimo tempo, è cosciente, ha detto qualche parola, vedrai, si riprenderà, ci vorrà tempo…” Laura annuì, “Ci hanno fatte entrare solo per pochi minuti, ha guardato me e mia madre con uno sguardo smarrito…. ha detto “mamma”… mentre mia madre gli teneva la mano, poi ha guardato me e mi sembra che abbia accennato un sorriso….” Luca chiese timidamente: “I medici vi hanno detto qualcosa?” Laura, disse: “Anche loro dicono, che ci vorrà tempo, ma siamo preoccupate per il fatto che non muove le gambe, loro non si sbilanciano, dicono che nelle prossime ore e nei prossimi giorni si vedrà se è una condizione temporanea..” Poi aggiunse, guardando i tre amici: “E’ inutile che restiate qui, non fanno entrare nessuno…. si è riaddormentato, è ancora sotto l’effetto dei farmaci”, se accadrà qualcosa di nuovo, o ci daranno altre notizie ve lo faremo sapere subito..” Claudia chiese: “Si può vederlo attraverso il vetro?” Laura rispose: “Si, ma per pochi minuti e se vedono troppe persone le mandano via…. è rimasta solo mia madre, hanno fatto uscire anche me….” Luca, rivolgendosi alle amiche disse: “Vado a vederlo solo un attimo”, le ragazze annuirono, dopo pochi minuti Luca tornò dicendo: “Sta dormendo, lasciamolo tranquillo..” I tre amici salutarono Laura, cercando di rassicurarla, e uscirono insieme dall’ospedale…

Nessuno dei tre aveva molta voglia di parlare, certo ripensando alle prime ore dopo l’incidente, alla paura che potesse morire, sembrava una fortuna che si fosse risvegliato, fosse in grado di accennare qualche parola e riconoscere i familiari, ma era chiaro che per la guarigione completa ci sarebbe voluto molto tempo e rimaneva comunque la paura che non riuscisse più a muovere le gambe ma, ovviamente, non si poteva fare altro che aspettare. Giunti al parcheggio si salutarono con la promessa che il primo che avrebbe avuto notizie avrebbe chiamato immediatamente gli altri. Luca e Valentina salirono sull’auto di Luca e Claudia, dalla sua auto vide che Valentina appoggiava la testa sulla spalla di Luca e lui l’abbracciava e questo la intenerì, era strano e bello vederli insieme…

Claudia cercò di smettere di pensare ad Andrea e si diresse verso l’aeroporto, la strada era abbastanza lunga e trafficata, pioveva molto forte ed era già tardi, fra pochi minuti sarebbe atterrato il volo di Jim, cercò di chiamarlo ma il cellulare era spento, durante il viaggio lo richiamò diverse volte, ma rispondeva sempre la segreteria telefonica. Arrivata all’aeroporto, corse al tabellone degli arrivi e vide che il volo da Ibiza era in ritardo di un’altra mezz’ora, si sedette su una panchina ad aspettare, il cuore le batteva forte per l’emozione ma allo stesso tempo non riusciva a smettere di pensare ad Andrea, non riusciva a togliersi dalla testa che forse a causa sua avesse commesso un’imprudenza e che ora rischiasse di non poter più camminare, proprio lui che adorava fare sport, no, non poteva succedere, non era giusto che il destino si accanisse contro di lui…

Si alzò di scatto dalla panchina, andò a controllare ancora il tabellone degli arrivi, guardò fuori, il cielo era scurissimo, l’ansia per l’amico si unì alla paura per l’atterraggio dell’aereo di Jim a causa del maltempo, furono minuti interminabili, poi finalmente sul tabellone comparve la scritta “atterrato”, e Claudia si sentì rinascere, ora il suo unico pensiero era Jim, fra pochi minuti lo avrebbe rivisto, si diresse nella zona degli arrivi internazionali, dove si era creata una folla di gente che aspettava parenti e amici, più il tempo passava più il cuore le batteva forte, la porta degli arrivi si aprì e iniziò ad arrivare qualcuno, i sorrisi felici delle persone che si rivedevano, alcuni bambini correvano incontro al papà tornato da un lungo viaggio, piccole storie di vita quotidiana si intrecciavano, poi finalmente lo vide… lui la cercava tra la folla, lei gridò “Jim” e gli corse incontro, si guardarono, lui lasciò cadere lo zaino e la strinse talmente forte da farle quasi male, poi si staccarono per un momento per guardarsi negli occhi e si abbracciarono ancora, nei loro occhi si leggeva l’emozione per quel momento tanto atteso, gli occhi di Claudia erano lucidi per la commozione si sorrisero e insieme dissero: “Ti amo” e incuranti degli sguardi della gente si baciarono appassionatamente, come se al mondo non esistesse nient’altro oltre al loro amore, Claudia sentiva finalmente il calore del suo corpo, il suo cuore che batteva e in quell’istante capì davvero quanto le era mancato quel contatto, la sua pelle, le sue labbra, il suo sorriso, i suoi occhi. Claudia disse con la voce rotta dall’emozione: “Ho avuto paura, paura di non rivederti più…” e Jim le rispose: “Io invece sapevo che avrei fatto qualunque cosa per rivederti…”, poi, abbracciati andarono verso l’uscita e corsero sotto la pioggia, arrivarono alla macchina con i capelli completamente bagnati, entrarono in macchina, richiusero di corsa le portiere e ricominciarono a baciarsi con il rumore della pioggia che picchiettava sul parabrezza, Jim le disse: “Non resisto più, muoio dalla voglia di fare l’amore con te” lei mentre lo baciava appassionatamente disse: “Anch’io, ti voglio amore….. andiamo a casa…”, ma non riuscirono ad aspettare e lungo la strada imboccarono una deviazione e si fermarono in una stradina sterrata, nascosti da alcuni alberi, abbassarono i sedili mentre si spogliavano impazienti, fecero l’amore come non l’avevano mai fatto prima, con incredibile impeto, tenerezza, passione, Claudia lo stringeva a se come se non volesse più farlo uscire, dal suo corpo, dal suo cuore, dalla sua vita, sentiva che lui le apparteneva, era completamente suo e gioiva mentre si dava completamente a lui.

Dopo quell’interminabile appassionato rapporto, rimasero a lungo abbracciati, sentivano, incuranti le auto sfrecciare a pochi metri da loro, Claudia disse: “Amore, andiamo a casa?” Jim rispose: “Ok, andiamo”, si rivestirono, Claudia si guardò nello specchietto retrovisore, aveva il viso arrossato e i capelli arruffati, con la mano cercò di sistemarli in qualche modo, Jim le sorrise e le disse: “Sei bellissima”, si infilarono nel traffico, era già pomeriggio, dopo poco smise di piovere, arrivarono a casa di Claudia, Jim scese dalla macchina, prese lo zaino dal cofano, mentre Claudia apriva il cancello, entrarono nel giardino e Claudia mise l’auto nel box, insieme salirono i pochi gradini che conducevano all’ingresso e alla finestra videro la piccola gattina bianca e rossa che aspettava.. Entrarono e Matilde andò incontro a Claudia, poi quando vide Jim si nascose sotto una sedia, Jim sorrise e disse: “Adoro i gatti”, Claudia chiuse la porta e baciò Jim, finalmente quella casa le sembrava viva, salirono in camera di Claudia, Jim appoggiò lo zaino in un angolo e scesero in cucina, non riuscivano a stare lontani, quasi ad ogni passo si fermavano e si abbracciavano, si sdraiarono sul divano, stanchi e felici, Jim sorrise vedendo gli occhietti vivaci della piccola Matilde che lo scrutavano diffidenti ma curiosi da sotto la sedia, sorrise indicandola a Claudia che la chiamò e la piccola, un po’ titubante salì sul divano e si mise accanto alla sua padrona, poi incuriosita andò piano piano verso Jim e lo annusò, lui intenerito iniziò ad accarezzarla e la conquistò subito e Claudia disse accarezzando Matilde con la testa appoggiata sulla spalla di Jim: “Hai visto piccolina? Te lo avevo detto che ti sarebbe piaciuto”, poi scherzando con lui disse: “Sai, è incredibile l’effetto che fai alle “donne”, di solito non si avvicina alle persone che non conosce…, hai stregato anche lei”. Rimasero un po’ accoccolati sul divano a giocare con la gattina, poi Claudia guardò l’orologio, erano già le 16.00 e disse:”Amore non abbiamo pranzato.. ti va di mangiare qualcosa? Jim disse abbracciandola: “Se anche tu hai fame, si” Claudia aprì il frigo e tirò fuori la cheesecake, Jim guardò Claudia e le chiese: “L’hai preparata tu?” Claudia rispose: “Si, ma con un piccolo aiuto e gli mostrò la confezione…”, sorrisero e ne mangiarono un paio di fette, Claudia diede un’occhiata al cellulare per controllare se fosse arrivata qualche notizia su Andrea, ma non c’era nessun messaggio, Jim vide l’espressione delusa di Claudia e le chiese: “Come sta il tuo amico? Sei andata a trovarlo stamattina?” Claudia si rattristò e inizio a raccontargli della mattina in ospedale e mentre gli parlava di Andrea notò l’espressione sinceramente dispiaciuta di Jim, poi ad un tratto lui le chiese inaspettatamente: “Siete sempre stati solo amici?” Claudia lo guardò stupita e Jim continuò “Ho la sensazione che ci sia dell’altro. Mi sbaglio?” Claudia rispose: “Siamo sempre stati amici, ma lui prova qualcosa di più per me e, una volta, solo una volta, abbiamo fatto l’amore, ma io ho capito subito che era stato un errore perché per me lui è solo un caro amico e ho cercato di chiarire subito la situazione, è stato un momento in cui mi sentivo sola e….”

Jim aveva un’espressione tesa ma Claudia gli disse subito: “Jim, forse ti sembrerà una follia ma è successo la prima volta che ti ho visto, al primo concerto a Formentera, quella sera quando ti ho visto hai risvegliato in me un desiderio, era te che volevo, solo te, avevamo bevuto un pò e quando siamo tornati in albergo, lui si è avvicinato a me e non so come siamo finiti a fare l’amore, io ho capito immediatamente che era stato un errore, lui mi ha detto di provare qualcosa per me e io gli ho detto che non provavo lo stesso sentimento, che per me era e rimaneva il mio migliore amico… e ora mi sento in colpa per quello che gli è successo, ma io amo e desidero solo te Jim…”

Jim sembrò rassicurato da quelle parole e disse: “Non fraintendermi, mi dispiace davvero per il tuo amico, e capisco che tu possa provare molto affetto per lui, ma la tua reazione alla notizia dell’incidente e il tuo correre immediatamente da lui, se in parte le capisco, mi sono sembrate un pò eccessive. Perchè ti senti colpa per ciò che gli è successo?” “Quando ho comunicato ai miei amici che sarei venuta a stare da te lui era distrutto, non riesco a dimenticare la sua espressione, so che Luca e Valentina non me lo direbbero, ma sento di averlo ferito profondamente e se no dovesse riprendersi continueri a pensare che è successo anche a causa mia…” Jim l’abbracciò e disse: “Non devi sentirti in colpa, le cose tristi accadono, non eri tu a guidare quella macchina, non puoi sentirti responsabile per le scelte degli altri”. Lei lo strinse forte e disse: “Lo so, hai ragione, ma è così triste…”
poi lo guardò e gli sorrise, lui le accarezzò il viso e le asciugò gli occhi e lei gli disse: “Ti amo”.

La mattina seguente Claudia si svegliò e guardò Jim ancora addormentato nel suo letto, non riusciva a credere di averlo accanto, avevano passato la notte abbracciati, avevano fatto l’amore, era come rivivere un sogno e questa volta il sogno era molto più bello, non erano più in vacanza ma erano insieme nella quotidianità, non in una lussuosa villa o nella suite di un hotel, ma nella sua camera, nella sua casa, nella sua vita reale.

 

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