Per chi se le fosse perse:

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E così Claudia rimase con Jim, aveva capito che un sentimento forte lo legava a lei, un legame intenso, molto fisico, ma non solo, un bisogno d’amore, quell’amore che forse gli era stato negato e che lei riusciva in qualche modo a colmare. Jim aveva bisogno di lei e anche se forse non le avrebbe mai dato la sicurezza che alenava, decise che ciò che lui poteva darle le bastava, doveva bastarle, perché oramai le era impossibile fuggire da quella meravigliosa prigione le cui catene divenivano sempre più forti, impossibili da spezzare.

Nei giorni a seguire il bisogno di conferme di Claudia venne soddisfatto, Jim la copriva di attenzioni, era molto dolce, premuroso, la coccolava, la faceva sentire desiderata, il suo rapporto con Claudia era soprattutto molto carnale, cercava continuamente il contatto fisico, forse quello era il suo modo per tenerla legata a sé, il modo più autentico che conoscesse per dimostrarle senza parole ciò che provava. Claudia si sentiva felice e a allo stesso tempo invischiata nella tela di un ragno. Jim sapeva essere un amante meraviglioso, passionale e tenero allo stesso tempo, a volte uomo a volte bambino, irresistibile, meraviglioso, affascinante e capriccioso. Claudia lo adorava e questa consapevolezza la inquietava, la faceva sentire completamente indifesa, passiva. Smise di farsi domande e accettò ciò che lui poteva darle e da quel momento lasciò che fosse lui a condurre il dolce, a volte un po’ amaro gioco dell’amore. Dopotutto, si disse, il loro era un rapporto appena iniziato, non aveva senso torturarsi per cercare delle risposte che alcune persone non trovano neanche dopo diversi anni. Si, questa considerazione aveva soddisfatto quella implacabile vocina interiore che periodicamente la torturava. “Ok, maledetta vocina interiore, ora puoi startene tranquilla per un po”‘…pensò abbastanza soddisfatta.

Un pomeriggio, mentre la band provava, Claudia prese lo scooter e andò in spiaggia, portò con se uno dei libri di Jim e si mise a leggere, aveva trovato un angolo non troppo affollato e si godeva uno degli ultimi giorni di quella vacanza. Il pensiero della vacanza che si stava concludendo le riportò alla mente i primi giorni con Valentina, Andrea e Luca, le sembrava che fosse passato un secolo per quanto era cambiata la sua vita, pensò di mandare un messaggio all’amica, oramai l’astio nei confronti di Valentina era passato, anche se ogni tanto ci ripensava, ma dopotutto era la sua migliore amica, si conoscevano da una vita, poteva perdonarle quel momento di ira, anche perché si rendeva conto di avere avuto gli stessi dubbi e perplessità dell’amica nonostante vivesse quotidianamente il rapporto con Jim, come poteva pretendere che chi vedeva dall’esterno la loro situazione non si facesse delle domande? Così scrisse: “Ciao Valentina. Come stai? Io e Jim stiamo bene, sono felice con lui. Mi manchi…”.

Dopo qualche minuto arrivò la risposta di Valentina: “Anche tu mi manchi, sono davvero contenta di sapere che le cose fra voi vanno bene. Quando tornerai a Milano?…. anzi… Tornerai a Milano?”

Claudia non sapeva dare una risposta a quel: “quando tornerai a Milano?”, addirittura l’amica metteva in dubbio il fatto che potesse tornare a Milano. Indipendentemente dagli sviluppi che avrebbe avuto la sua relazione con Jim, prima o poi sarebbe dovuta tornare a Milano, almeno per un periodo di tempo, per poter sistemare alcune situazioni pratiche. E di nuovo la maledetta pulce nell’orecchio si fece sentire…. “E se lui non mi chiedesse di seguirlo a Los Angeles?” Poi disse ad alta voce: “Basta con queste sterili domande, ci penserai quando arriverà il momento, ora maledizione, cerca di goderti ciò che la vita ti sta offrendo”. Si sentiva fragile, era inutile negarlo. Come poteva non esserlo? Era perdutamente innamorata di quell’uomo e pendeva letteralmente dalle sue labbra, bastava una parola, un piccolo gesto d’amore e si sentiva al settimo cielo, o, al contrario, una frase ambigua o che lei reputava tale per farla cadere nel baratro dell’insicurezza.

Decise di rispondere al messaggio dell’amica: “Non ho ancora deciso quando tornare a Milano, quando lo avrò deciso te lo comunicherò. Un bacio”.

E così anche Valentina era sistemata, pensò tirando un sospiro di sollievo. A volte si faceva un po’ pena: Perché era sempre così dipendente dal giudizio altrui? Soprattutto quello di Valentina. Perché non riusciva ad essere libera come Jim? Lo invidiava, oltre ad amarlo follemente, si, lo invidiava! Anzi, lo ammirava, ammirava la sua capacità di essere totalmente libero, la sua inattaccabile sicurezza, la sua strafottenza e la sua sfrontatezza. Lui se ne andava in giro per il mondo a testa alta, fregandosene del giudizio altrui, anzi, probabilmente, non si era mai posto il problema di un eventuale giudizio altrui. Lui si che sapeva come stare al mondo, nonostante i suoi conflitti interiori, i fantasmi del passato che ogni tanto lo tormentavano, aveva comunque lo spudorato coraggio di vivere sempre come cavolo gli pareva!

Si era stancata di stare in spiaggia e decise di girovagare un po’ con lo scooter, era bello sentire il vento fra i capelli, guidare la faceva sentire libera, le dava una sensazione, anzi un’illusione di indipendenza, perchè con Jim si sentiva come una tossico-dipendente in attesa della sua dose quotidiana d’amore. Guidò per un paio d’ore, fra le stradine sterrate con quello scooter che probabilmente era un po’ vecchiotto e ad ogni sasso o buca la faceva sobbalzare, tornò a casa con il sedere dolorante, ma soddisfatta. Jim la vide scendere in modo buffo da quel rottame, come lo chiamava lui, e si mise a ridere, disse: “Ecco la mia bellissima amazzone con il sederino dolorante”, lei lo guardò seria come se non volesse cedere alla provocazione, poi scoppiò a ridere e gli disse: “Hai ragione, non è uno scooter, è un rottame, mi fa male dappertutto, mi sento come se qualcuno mi avesse presa a calci per ore”, risero molto, poi Claudia mise le braccia al collo di Jim chiedendogli di prenderla in braccio e lui se la caricò a cavalcioni, entrarono in casa, Jim la portò in braccio fino alla mansarda, mentre Claudia ridendo gli diceva di metterla giù, Jim con un calciò aprì la porta e, sempre tenendola in braccio, si buttò sul letto con lei.

Claudia disse ridendo: “No amore, dai, mi fa male dappertutto”.

Jim: “Si piccola, non preoccuparti.. ora ci penso io a farti passare tutto…”

E come avrebbe potuto dirgli di no? Era semplicemente irresistibile…

Claudia sospirò: “Ok, amore, allora giochiamo al dottore….”

Mentre si toglievano i vestiti Claudia gli disse: “Amore… quanto ti desidero…”

“Lo so… conosco ogni tuo desiderio, anche quelli che non riesci a confessare neanche a te stessa, piccola mia”.

E così, ancora una volta, Claudia si fece condurre per mano da Jim nel vortice dei sensi.

Si erano addormentati, quando qualcuno bussò alla porta e disse: “Hei la cena è pronta!” Si svegliarono di colpo, Jim guardò l’orologio, erano già le 22, Claudia si stiracchiò e disse “In effetti ho fame” e Jim la guardò con aria ammiccante e soddisfatta: “fare l’amore mette appetito” e la baciò. Claudia si alzò dal letto e ancora assonnata si fece una rapida doccia e si rivestì, Jim fece lo stesso, scesero in cucina e trovarono i ragazzi che li aspettavano impazienti davanti ad un enorme paella che avevano ordinato al solito ristorante, li accolsero con un: “Finalmente!” Robert disse: “Non si può vivere di solo amore”, prendendoli un po’ in giro, Jim rispose ridendo: “La tua è solo invidia amico mio”. Fu una cena divertente, Claudia e Jim erano felici e si punzecchiavano amorevolmente, mentre Robert, Klaus e Paolo discutevano un po’ preoccupati della prossima partenza per Ibiza, Jim intervenne dicendo: “Ragazzi, è già tutto programmato, abbiamo solo due date, non ci saranno problemi, ho parlato con John che ha predisposto ogni cosa, rilassatevi”.

Da li a qualche giorno infatti era prevista la partenza per Ibiza e la Band era in fermento, avevano trascorso 3 mesi a Formentera in quella villa che oltre ad ed offrirgli i comforts e la libertà di una casa, dava loro la possibilità di lavorare a pieno ritmo ai nuovi pezzi. Ad Ibiza sarebbe stato molto diverso, non avrebbero avuto una casa, ma dopotutto dovevano rimanerci solo una settimana. Nonostante ogni cosa fosse già stata organizzata mesi prima dal loro manager, il viaggio in traghetto, il trasporto degli strumenti, gli spostamenti della band, il soggiorno in hotel, Jim passava ore al telefono con John, il loro manager, per definire ogni più piccolo dettaglio, era un perfezionista, non lasciava nulla al caso, i ragazzi della band quindi lasciarono volentieri queste incombenze a lui.

Il giorno prima della partenza Jim volle portare Claudia in un luogo speciale. La mattina si alzarono molto presto, Jim disse a Claudia: “Che ne dici di una bella gita in barca noi due soli?” “E me lo chiedi?” rispose raggiante Claudia. Scesero in cucina, presero al volo un caffè, un paio di panini da portarsi via e scesero in spiaggia dove li aspettava un tale che aveva affittato a Jim una piccola barca a motore. Salirono sulla barca e Jim disse: “Ti porto in un posto speciale”,  partirono e dopo mezz’ora di navigazione arrivarono in una zona dell’isola che Jim aveva scoperto per caso: C’era una minuscola spiaggia di sabbia bianchissima, difficilmente raggiungibile a piedi o in scooter, la spiaggetta era deserta fortunatamente, l’acqua era trasparente e il fondale molto basso, il luogo ideale per due innamorati. Quando arrivarono Claudia abbracciò Jim dicendogli: “È un posto meraviglioso”, Jim la strinse forte e disse: “Voglio che l’ultimo ricordo di questa vacanza sia legato a te, a noi”. Jim fermò la barca e si tuffarono in quel meraviglioso mare turchese, era un angolo di paradiso, rimasero per un po’ in acqua, abbracciati, poi raggiunsero la riva, la sabbia era calda, morbida e fine, si sdraiarono e inevitabilmente fecero l’amore, Claudia stringeva a se Jim come se temesse che quello potesse essere il loro ultimo momento felice, lo stringeva e gli diceva continuamente “Ti amo”, lui le prese il viso fra le mani la guardò intensamente e gli disse “Anch’io ti amo”, questa volta non aveva detto “credo di amarti”, pensò Claudia e si lasciò andare fra le sue braccia, felice come non era mai stata prima, continuando a risentire l’eco di quelle due piccole magiche parole “Ti amo”, quanto aveva sognato quel momento. Pensò che avrebbe ricordato per sempre quell’istante, quel luogo meraviglioso in cui l’uomo che amava le aveva detto di ricambiare il suo amore, pensò a qualche giorno prima, ai suoi dubbi, le paure, alla voglia di fuggire via. Tutto sembrava cancellato da due piccole parole.

Erano sdraiati uno accanto all’altra, senza parlare, si sentiva solo il dolce dondolio delle onde, ad un tratto Jim si alzò e andò in barca cercando qualcosa, tornò con in mano un sacchettino di pelle e lo diede a Claudia che lo guardò incredula, lui disse sorridendo: “Dai aprilo”, Claudia lo prese e sentì che conteneva qualcosa, era emozionata, esitò prima di aprirlo, avrebbe voluto fermare quell’istante prezioso, poi piano piano aprì il piccolo sacchetto dal quale uscì un ciondolo in rame e pietra turchese con incisi i loro nomi all’interno di un simbolo, lo guardò e si commosse, disse ad alta voce: “Claudia e Jim”, e lui disse: “Per sempre”, facendole notare un ideogramma a forma di “un otto rovesciato” che simboleggia il simbolo dell’infinito, dicendo: “significa che la Mano divina ha aperto la Finestra del Cosmo, impiantato il suo Chiodo, lasciando la Finestra aperta, rappresenta anche l“entrare ed uscire” dal materico da parte delle anime, in un incessante movimento…… vedi? E’ una linea continua, non puoi dire con esattezza dove inizia e dove finisce… così sono le cose infinite, non hanno inizio e non hanno fine”. Poi, come se volesse celebrare la loro unione, mise al collo di Claudia il ciondolo, lasciandola senza parole. Claudia era commossa e frastornata, certo che Jim sapeva come stupirla, aveva questa capacità quasi teatrale, di rendere magiche le situazioni più normali, a volte la faceva sentire proprio come una regina, come se fosse il centro del proprio mondo. Ma allora perché Claudia, nonostante tutte queste manifestazioni d’amore, si sentiva spesso insicura? Percepiva qualcosa che la destabilizzava o era solo la paura di poter perdere un bene tanto prezioso? Probabilmente Claudia era molto più pratica di Jim, anche se certo, amava fantasticare ma Jim era un’artista, un sognatore, uno che vive la vita giorno per giorno, Claudia invece avrebbe semplicemente voluto sapere che ne sarebbe stato della loro storia dopo il viaggio a Ibiza, ma non volle rovinare quel momento magico, forse perché non era sicura di ricevere la risposta che sperava. Continuava a sentire l’eco di quelle calde parole “per sempre”, le davano l’illusione di sentirsi protetta, al sicuro, anche se erano solo parole… decise comunque di frenare la propria giustificata impazienza e di attendere gli eventi.

Restarono qualche ora in quella piccola spiaggia, inconsapevole testimone della loro dolce e impegnativa promessa e nel pomeriggio tornarono a casa, l’indomani sarebbe stata una giornata intensa.

La sera cenarono per l’ultima volta al ristorante sulla spiaggia, dove era iniziato il loro amore, poi tornarono a casa e  prepararono gli ultimi bagagli.

Claudia non riusciva a dormire forse perché era stata una giornata piena di emozioni o forse perché si sentiva in ansia all’idea di lasciare quei luoghi e andare incontro ad un futuro incerto, ogni giorno che passava rendeva più vicino il momento della verità e Claudia avrebbe voluto fermare il tempo e rimanere in quel letto con Jim, in quella piccola mansarda con il cielo che li guardava dalla finestrella sul soffitto, voleva imprimere nella mente ogni più piccolo particolare, guardava Jim addormentato, era talmente bello, i suoi capelli spettinati, i lineamenti delicati e mascolini, il lieve movimento del suo respiro, era un angelo, un angelo selvaggio e ribelle!

La mattina dopo nella casa regnava il caos, c’erano bagagli ovunque, tutti erano in preda al delirio della partenza, Robert guardava la sua batteria smontata e imballata come se temesse di non rivederla mai più, un paio di ragazzi vennero ad aiutare la band a caricare gli strumenti più ingombranti su un grosso furgone: “Hei vacci piano, cazzo, così mi rovini il rullante!” Robert, stava seguendo con apprensione i ragazzi che caricavano l’attrezzatura, il pulmino era stato noleggiato e rimase nella villa, qualcuno si sarebbe occupato di riconsegnarlo. Dopo un paio d’ore salirono su un taxy, seguiti dal furgone con gli strumenti e andarono al porto per prendere il traghetto per Ibiza.

Claudia anche se si sentiva molto vicina a Jim, provò una grande tristezza lasciando Formentera, quella vacanza e l’incontro con Jim le avevano cambiato la vita, non avrebbe mai dimenticato le sensazioni provate in quell’isola, mentre il traghetto si allontanava cercò la mano di Jim e la strinse forte, un capitolo della loro vita si era concluso, probabilmente ce ne sarebbero stati altri, ma le emozioni che avevano provato erano indelebilmente legate a quei luoghi, dove tutto era cominciato.

Dopo circa un’ora arrivarono ad Ibiza, un taxi li aspettava per portarli in hotel, il furgone con gran parte dell’attrezzatura andò verso l’aereoporto dove gli strumenti sarebbero stati spediti a Los Angeles. L’idea di alleggerire la band dal peso di portarsi appreso tutta l’attrezzatura era stata  di John, scelta che Jim aveva inizialmente gradito poco, ma trattandosi di un breve tour di un paio di date in locali molto conosciuti ed attrezzati, alla fine si convinse, del resto i locali dove avrebbero suonato erano dotati di strumentazione ad altissimo livello,  quindi sarebbe stato faticoso e inutile dover spostare ogni volta tutta la loro costosa strumentazione, ovviamente Jim si portò dietro le sue chitarre, dalle quali non si sarebbe mai separato, il più penalizzato del gruppo fu Robert, il batterista che salutò la sua batteria in partenza per Los Angeles, Klaus e Paolo invece non rinunciarono a portarsi appresso tastiera e basso.

Il taxi li portò in uno degli hotel più lussuosi di Ibiza, ma in una zona lontana dal caos della Movida, per dare un po’ di privacy alla band che si stava facendo conoscere da un pubblico sempre più vasto. Mentre percorrevano le strade del centro per andare in hotel notarono i cartelloni pubblicitari del loro tour, l’eco dei successi ottenuti nei concerti di Formentera si era fatta sentire e si prevedeva una grossa affluenza di pubblico nei locali dove erano attesi dai loro fans. E così un nuovo capitolo della storia di Jim e Claudia e dei Blue Rain si stava aprendo.

 

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