Per chi se le fosse perse:

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Erano a letto da ore a scambiarsi tenerezze, sembrava vivessero in una dimensione parallela, il resto del mondo esisteva ma sembrava marginale, ma non potevano rimanere rinchiusi nel loro rifugio, Jim disse a Claudia che aveva fame, e nello stesso momento Claudia realizzò che anche lei avrebbe mangiato volentieri qualcosa, decisero di rivestirsi e scesero in cucina, nella sala vicina si sentiva qualcuno che suonava il pianoforte, era Klaus il tastierista italo-tedesco che stava improvvisando qualcosa, Claudia e Jim, entrarono nella sala e Klaus vedendo Claudia si fermò per un momento, la fissò e le fece un cenno con la testa per salutarla poi riprese a suonare. Jim disse a Klaus che avrebbe voluto inserire in uno dei pezzi nuovi un’introduzione con la tastiera e la chitarra, prese la chitarra e cominciarono ad improvvisare, Claudia decise di lasciarli soli dicendo: “Pensavo di preparare un paio di panini” Jim le sorrise e Klaus col suo strano accento tedesco, disse: “Buona idea”. La cucina era stranamente in ordine, come il resto della casa che alla sua prima visita sembrava una specie di accampamento, evidentemente Jim aveva chiamato qualcuno per renderla presentabile in vista del suo arrivo, non si immaginava ne lui ne i suoi amici a fare i casalinghi disperati pensò divertita. Mentre curiosava nel frigo, arrivarono Paolo e Robert che la salutarono e presero un paio di birre, poi andarono a raggiungere Jim e Klaus, li sentiva parlare, ridere, intonare alcuni pezzi poi fermarsi, riprovare nuovi accordi, capì che oltre a suonare insieme erano anche amici, poi sentì la voce calda e sensuale di Jim e li raggiunse, lui cantava rivolgendosi a lei come se le scrutasse l’anima:

“I’m a spy in the house of love

I know the dream, that you’re dreamin’ of

I know the word that you long to hear

I know your deepest, secret fear”

Jim era affettuoso, premuroso, attento e quando la guardava con quegli occhi tanto intensi, lei aveva la sensazione che potesse scrutare i suoi pensieri più intimi.

Passarono il pomeriggio a provare, Claudia ne approfittò per fare una nuotata in piscina e poi si sdraiò al sole. A parte la musica che si sentiva anche all’esterno, la zona dove sorgeva la villa era molto tranquilla, silenziosa, non si sentiva il chiasso della spiaggia che si vedeva dall’alto della collina, Claudia decise che quel pomeriggio si sarebbe goduta la pace della piscina, cullata dalla musica e dalla voce di Jim.

Non riusciva quasi a credere di essere li, pensò ai suoi amici e per un momento si sentì un po’ in colpa per averli “abbandonati”, ebbe la tentazione di chiamare Luca, l’unico ad averla incoraggiata a seguire il suo istinto. Prima o poi si sarebbero sentiti, chissà se aveva ragione lui, se Valentina e Andrea avrebbero capito, ma tutto sommato in quel momento non gliene importava granché, si sentiva bene, non si era lasciata condizionare dal giudizio degli altri e aveva deciso di vivere la sua vita sensa rimpianti. Pensò ancora con un certo risentimento alla dura conversazione avuta con Valentina, da quando se ne era andata non si erano più sentite, di certo non sarebbe stata lei a fare il primo passo, Valentina le doveva delle scuse, non si era dimostrata una vera amica, ciò di cui Claudia avrebbe avuto bisogno.

Smisero di suonare e poco dopo Jim la raggiuse, la baciò, e le chiese: “Ti sei annoiata? Va tutto bene?” Claudia gli sorrise e rispose: “Non devi preoccuparti per me, mi piace stare qui, sto davvero bene” Jim si preoccupava che potesse sentirsi a disagio in quell’ambiente nuovo, era dolce e premuroso,  si rendeva conto che per lei non era stato facile prendere la deciosione di stare insieme.

Dopo averla coccolata un pò si tolse la maglietta le diede un bacio e si tuffò in piscina. Claudia lo guardava ammirata, era l’uomo più bello e più sexy che avesse mai incontrato ed ora era il suo uomo, questo pensiero la rendeva felice e orgogliosa. Lui uscì dall’acqua e si sdraiò accanto a lei tenendole la mano e le disse: “E’ bello averti qui”. Claudia gli chiese: “Anche i tuoi amici la pensano così?” “Non vorrei che mi vedessero come un’intrusa, qualcuno che può distrarti dai tuoi impegni, so che dovete lavorare ai nuovi pezzi e che ci sono in programma diversi concerti” Jim la guardò un po’ sorpreso e poi le disse: “Tu non mi distrai, sei la mia musa ispiratrice”, Claudia si sentìm rassicurata e lusingata dalla parole di Jim, si baciarono a lungo, i capelli di Jim le bagnavano il viso, lo abbracciò provando un brivido nel sentire il contatto con la sua pelle bagnata e fresca in contrasto con il calore della sua accarezzata dal quel sole così caldo. Quel breve intermezzo fu interrotto dall’arrivo dei ragazzi che si tuffarono in piscina, erano simpatici e sembravano non preoccuparsi della presenza di Claudia, anzi, erano incuriositi dalla novità, non erano ancora in confidenza ma lei non si sentiva a disagio con loro.

Era quasi ora di cena e Claudia disse a Jim che sarebbe andata a farsi una doccia. Claudia tornò in mansarda, tolse il costume, il pareo e si infilò sotto la doccia, poco dopo la raggiunse Jim e iniziò a massaggiarla dolcemente con il docciaschiuma, Claudia fece lo stesso, poi Jim la prese in braccio e la doccia divenne un intenso momento di passione. Il loro era un rapporto molto fisico, si cercavano continuamente ma era riduttivo pensare che si trattasse solo di sesso, si amavano e avevano bisogno l’uno dell’altra e coglievano ogni occasione per stare insieme. Ogni volta era come rinnovare una promessa, un’intimo patto nel quale ognuno si dona completamente all’altro.

Passarono alcuni giorni così, nella piccola mansarda che era diventata il loro nido d’amore. Erano giorni meravigliosi, il loro amore era appena nato, ogni cosa era nuova, era emozionante conoscersi, scoprirsi, raccontarsi le proprie esperienze, Claudia si sentiva come se fosse innamorata per la prima volta. Vivere insieme era bello e stimolante anche se i ritmi di vita della band erano piuttosto sregolati, la mattina era quasi inesistente, Claudia e Jim si svegliavano tardi e lo stesso facevano gli altri, ci si incrociava in cucina a volte anche solo per un caffè, ognuno era indipendente, Jim e Claudia pranzavano insieme, gli altri ragazzi mangiavano negli orari più strani e poi si dedicavano alle attività che più gradivano, Robert e Klaus amavano fare surf, Paolo si faceva grandi nuotate e passava tutto il tempo libero al mare, ognuno dava libero sfogo alle proprie passioni,  fino a pomeriggio inoltrato di solito intorno alle 17 in cui era tassativo provare e la band si riuniva in sala prove per due o tre ore, ogni membro del gruppo dava il proprio contributo, proponendo idee, nuovi arrangiamenti, Jim non faceva il leader anche se era l’unico a scrivere i testi ma le decisioni venivano comunque prese insieme da tutto il gruppo, fortunatamente avevano gli stessi gusti musicali e gli stessi obiettivi. La band era molto affiatata, li univa un grande amore per la musica, un rapporto di amicizia e il desiderio di portare avanti i loro progetti. Il momento delle prove era uno dei pochi momenti che Claudia e Jim non passavano insieme, Claudia leggeva o se ne stava in piscina, qualche volta scendeva in spiaggia, ma non amava la confusione e preferiva rimanere in quell’oasi privata, vicino a Jim.

La sera cenavano tutti insieme e fra Claudia e i ragazzi si era creata una buona sintonia, la coinvolgevano nei loro discorsi, la consideravano parte della famiglia, una strana casinista famiglia anticonformista e Claudia trovava divertente e stimolante questa strana quotidianità alla quale non era certo abituata.

La loro vita insieme sembrava perfetta. Una sera Jim propose a Claudia di andare nella spiaggia dove erano stati insieme per la prima volta, se ne stavano abbracciati a guardare il mare, Jim però era serio, aveva lo sguardo fisso verso l’orizzonte, sembrava strano, silenzioso, allora Claudia per interrompere quel silenzio che la inquietava gli chiese: “Come è nato il nome Blue Rain ?” Lui le raccontò di un suo sogno nel quale si trovava in un grande luogo chiuso, in mezzo a una moltitudine di gente che sembrava muoversi in modo meccanico, non sembravano esseri umani ma automi e nel sogno lui sentiva che doveva risvegliare questi automi, gli urlava “Wake up”, ma loro non ascoltavano e continuavano a muoversi senza alcuna consapevolezza, ad un tratto lui urlò ancora “Wake up” alzando le braccia al cielo, si sentì un tuono, come se il cielo si squarciasse e improvvisamente cominciò a cadere una fitta pioggia blu e le pareti intorno scomparvero, la gente allora sembrò destarsi da un lungo sonno, si voltò verso di lui che gli fece cenno di seguirlo verso il mare che il avrebbe riportati alle origini della vita.

Claudia lo guardò incuriosita e gli sorrise prendendolo un po’ in giro: “Quindi hai salvato quelle persone? Le hai riportate in vita? Allora sei una divinità?” Jim rispose serio, quasi infastidito: “Credo che la gente spesso viva in modo inconsapevole, il che equivale ad essere morti. L’arte in tutte le sue espressioni può aprire le porte della mente. E’ quello che io cerco di fare con la musica”. Claudia lo guardò e rispose: “Ci sei rimasto male? Mi sembri distante.. non intendevo certo sminuire ciò che fai”. Ci fu un lungo silenzio poi Jim le sorrise e la abbracciò, ma Claudia aveva percepito una sensazione che la faceva sentire stranamente insicura. Fu il primo momento in cui lo sentì lontano, ma poco dopo tutto sembrò tornare come sempre, si abbracciarono, fecero l’amore ma Claudia sentiva che l’uomo che amava conviveva con qualcosa che lo tormentava. Ognuno ha i propri demoni con i quali deve convivere cercando di non soccombere, penso Claudia un po’ rattristata.

La mattina dopo Jim ricevette una telefonata, era di nuovo sua madre che gli comunicava che il padre era molto malato. I genitori di Jim erano divorziati da anni, la madre era tornata a vivere a Los Angeles e il padre viveva a Londra, nonostante fossero divorziati era rimasto fra loro un tiepido legame, soprattutto da quando Edward si era ammalato. Emily era andata alcune volte a trovarlo, ma non sopportando di rimanere in quella casa che le ricordava il periodo peggiore della sua vita era ritornata subito a Los Angeles.

Claudia sentì Jim discutere in modo concitato, riaggancio il telefono e lo sbatté con rabbia sul letto. Claudia rimase a guardarlo preoccupata, era molto turbato, lo abbracciò, lui ricambiò l’abbraccio ma con la mente era distante, poi le disse: “Vado a suonare” e Claudia rimase a fissare la finestra sul soffitto, il cielo era azzurro, terso, ma la sua mente era invasa da nuvole grigie che preannunciano un temporale.

Rimase un po’ da sola, prese in mano il quaderno di Jim, dove c’erano alcuni testi, disegni, frasi sottolineate,  poesie molto belle e inquietanti e mentre faceva scorrere quelle pagine provava la sensazione di aver violato un luogo intimo e privato e che forse non avrebbe mai avuto accesso a quella parte di lui. Chiuse il quaderno, lo appoggiò sul comodino e andò a cercarlo. Lo sentiva suonare e non sapeva se entrare nella sala, aprì solo uno spiraglio, Jim non si accorse di lei, Claudia lo guardava suonare con rabbia, era come se stesse violentando la chitarra, perso nei suoi pensieri. Claudia richiuse la porta ed andò in cucina, li trovò Paolo che si stava preparando un sandwich, si sedettero insieme e lui le disse: “Quando suona la chitarra in quel modo significa che ha qualche problema… Ho imparato a conoscerlo, quando è così è meglio lasciarlo solo, di solito si sfoga e poi gli passa e torna tutto normale” Claudia lo ascoltava e si chiedeva perché le stesse dicendo quelle cose, Paolo continuò: “Jim ha una forte personalità, ma ha come tutti le sue fragilità, a volte è difficile stargli vicino quando è così, ma ho capito che tu sei legata molto a lui e lui a te, comunque non è una persona che ama parlare di sé”. Claudia gli disse: “Cosa posso fare per aiutarlo?” “Quello che stai già facendo, stagli vicino ma non lo forzare a parlare se non ne ha voglia”.

Claudia era profondamente innamorata di Jim ma era anche consapevole di conoscerlo pochissimo e questo la cominciava a renderla insicura, le risuonavano nella mente le parole della sua amica, detestava pensare che forse Valentiva voleva solo metterla in guardia, che forse la sua era stata una decisione avventata, ma nonostante le sue paure, avrebbe comunque rifatto la stessa scelta, cercò quindi di scacciare dalla mente quei pensieri negativi. Avrebbe cercato di comprendere il suo uomo e le sarebbe stata vicina anche nei momenti difficili, dopotutto era solo un piccolo momento di crisi.

 

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