Il sesso per disabili è ancora un tabù. Non se ne parla se non in rari casi, sollecitando le associazioni.

Bando ai moralismi: il sesso è una pulsione naturale e molto forte nella vita di tutti e spesso i disabili sono costretti a reprimerla. A lanciare l’appello Max Ulivieri, un web designer con una grave disabilità. Con una petizione online propone di istruire anche l’Italia alla figura dell’assistente sessuale. firmiamo.it/assistenzasessuale

Tante già le firme raccolte, molte di persone comuni, senza nessun tipo di handicap.

Non si tratta di sesso a pagamento ne si chiede di legalizzare la prostituzione a scopi compassionevoli quanto, spiega Ulivieri: “L’assistenza sessuale a persone con disabilità è praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una grande sensibilità verso gli altri e un’apertura nei confronti della sessualità. Una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l’altro, si trovano a non essere autonome nell’espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze, il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la presenza, l’affetto e l’umanità”

In Olanda il servizio è già attivo e a carico del servizio sanitario. In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e Germania esistono associazioni che già si occupano di questo tipo di assistenza.

Perché vietarlo qua?

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