Sta girando in queste ore sul web un aneddoto raccontato da Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera, che riguarda Rocco Casalino, ex concorrente del Grande Fratello e ora attivista del Movimento 5 Stelle.

Essendo il responsabile dell’ufficio stampa, ieri Rocco era alle prese con la “liceale” occupazione della Camera e del Senato (dovrei scriverlo con doppia k?) dei Grillini.

 

È nervosissimo. È qui che si guarda intorno, sbuffa, gambe larghe e mani sui fianchi. C’è il solito commesso paziente.

«Ha bisogno di qualcosa?».
E lui: «No, scusi, mi faccia capire: ma davvero tutte queste luci restano accese per colpa nostra? No no… accidenti… mi faccia capire bene…».
Il commesso, con una gentilezza da lettera d’encomio, spiega che sì, certo, gli enormi lampadari con cinquanta lampadine e i meravigliosi candelabri, le plafoniere in stile liberty e le luci al neon della sala stampa e poi tutta la sparata gialla che riverbera nella notte romana fin sotto l’orologio della facciata esterna, sì, è proprio così, signor Casalino: tutto resterà acceso per voi, per illuminare la vostra protesta.
Lui si volta con le labbra sottili che gli tremano. Tira su con il naso, scuote la testa. «E lei? Cos’ha da guardare con quella faccia?».
Pagheremo noi.
«Ma che significa?».
Significa che è uno spreco. E lo pagheranno i cittadini.
«E la nostra protesta, allora? Non conta niente?».
Siete arrivati qui per battervi contro gli sprechi. Ma sprecate anche voi.
«Sa perché stiamo protestando? Perché senza commissioni permanenti, i deputati non possono iniziare a lavorare e, ogni giorno, cinquecentomila euro se ne vanno in fumo!».
A questo punto, con un piccolo balzo, Casalino va a piantarsi quasi al centro del Transatlantico e urla alla cronista di un’agenzia di stampa: «Lei non può registrarmi! Se no poi io registro lei! Capitooo?».

 

Dal Grande Fratello, dove telecamere e microfoni erano accesi 24 ore su 24, con furore.

 

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