Potrebbe concludersi oggi la vicenda sull’omicidio avvenuto sei anni fa a Perugia. La domanda alla quale finalmente si darà una risposta è : “chi è stato a impugnare il coltello che quella notte squarciò la gola di Meredith Kercher?”

Il ricorso che chiede l’annullamento dell’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito è spesso cento pagine. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: sono loro i colpevoli, loro, che erano fidanzati, e si abbracciavano in via della Pergola mentre portavano via il cadavere della studentessa inglese.

Per la polizia che li aveva arrestati nel 2007, erano entrambi nella camera della vittima e mentre Raffaele la bloccava, Amanda la sgozzava. Con loro un terzo uomo: Rudy Guede, la cui impronta della mano sporca di sangue era stampata sulle lenzuola. Amanda e Raffaele hanno sempre difeso sè stessi, ma i giudici li condannarono: 25 anni per lui, 26 per lei. Sentenza poi ribaltata: liberati dopo 4 anni perchè innocenti.

Ora l’epilogo finale tocca alla Cassazione, ma Amanda e Raffaele non ci saranno: Amanda ha ripreso la sua vita a Seattle e giura che mai tornerà in Italia, Sollecito frequenta l’università a Verona. Nemmeno i genitori di Meredith saranno in aula, per loro tornare a Perugia è troppo doloroso.

“Meredith ci manca terribilmente. Ci sono molti punti di vista nel mondo su quanto accaduto quella notte, un caso molto seguito, ma, nonostante questo, ci sono ancora molte domande senza risposta ed è per questo che cerchiamo la verità. Ancora riceviamo molto sostegno dalla gente da tutto il mondo, così come dalle persone coinvolte in qualche modo e vogliamo che tutti sappiano quanto apprezziamo e quanto ci siano d’aiuto. Recentemente ho realizzato il Fondo Meredith Kercher per aiutare la nostra famiglia nelle ultime fasi del procedimento legale italiano e penso successivamente di trasformarla in una fondazione caritatevole in memoria di Meredith”. racconta la sorella della vittima.

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