[…]Un uomo e una donna che avrebbero potuto non incontrarsi mai scivolano invece nella storia contro cui non puoi niente: quella che ti mozza il fiato, quella in cui l’eros si trasforma a poco a poco in amore. […] 

La descrizione del libro: “L’uomo sbagliato” di Erica Arosio inizia così. Ma noi abbiamo preferito intervistare l’autrice del libro, ponendogli qualche domanda curiosa, per saperne di più.

  •  Qual è stata la principale ispirazione per la stesura di questo romanzo?

Avevo voglia di raccontare una passione, come quelle che, da lettrice e spettatrice, mi hanno emozionato. Tanto per dire: Ultimo tango a Parigi, uno dei  miei film preferiti, Jules e Jim, La signora della porta accanto. Poi, naturalmente, un po’ di vita vissuta. Credo che i miei momenti di felicità pura abbiano coinciso con quelli in cui vivevo una passione ricambiata. Equilibrio magico, seducente, ma quanto mai instabile, Quando ingaggi un uomo per la passione, fai fatica a mantenerla a lungo… Bella, tanto bella, ma anche faticosa, pericolosa, rischiosa. Ci si emoziona, ma ci si scartavetra, si comincia frugando i corpi e poi, se ne vale la pena, si arriva a mettere a nudo l’anima. Storie magnifiche, ma complicate. Quasi sempre dolorose. L’importante è che lascino un buon retrogusto. Dolcezza, languore e nostalgia, fanno compagnia per sempre.

  • Come mai la scelta di introdurre ogni capitolo con un il testo di una canzone?

Perché la semplicità di una canzone d’amore, la sua spudoratezza e la sua ingenuità si addicono perfettamente a quei momenti di ebbrezza in cui l’innamoramento ti annebbia un po’ il cuore e la vista. Le canzoni d’amore, quelle note, ripetute, le buone vecchie canzoni d’autore italiane, sono molto evocative. 

  •  Riesci a rispecchiarti in alcuni aspetti del carattere di Francesca?

Nella sua dolcezza insicura coi figli, nella solida tranquillità familiare di cui intravedi tutte le magagne e i limiti, nella sua razionalità. Nel suo eccesso di controllo e in quel perfezionismo che la tiranneggia costringendola a fare ogni cosa al meglio. E ovviamente nella sua vulnerabilità a seguire il canto delle sirene, quando all’orizzonte si profila la trasparenza di un paio di occhi verdi.

  • Hai per caso ipotizzato un finale differente?

No, quello era il destino. Avevo ipotizzato un altro contesto della loro crisi, in una festa privata in stile Kubrick, alla Eyes wide shut, l’avevo anche scritta, ma risultava troppo letteraria, forzata. Ho optato per una situazione più normale, naturale, eppure dolorosa. Il dialogo finale è stato scritto, poi recitato e improvvisato con un mio amico per renderlo più vero e vibrante.

  •  Pensi che molte donne possano rispecchiarsi nel personaggio di Francesca, magari essendo riuscite a resistere alla passione ed a quei momenti unici?

Credo di sì, e , se posso dare un consiglio, credo che alla passione, quando è vera, valga sempre la pena cedere. Pronte poi a pagarne il prezzo. Meglio rimorsi che rimpianti.

E voi avete il vostro uomo sbagliato? Cliccate qui per raccontarci la vostra storia.

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