La sessuologa Jill McDevitt, nel corso del workshop “Sesso: sono normale?”, ha invitato gli studenti ad esprimete in maniera anonima i propri dubbi sul sesso ed esprimere alcuni desideri personali classificati dagli studenti stessi come “perversioni”.

In forma del tutto anonima si è scoperto che ben il 9% dei partecipanti (e se si ragiona oltre il numero si capisce che non sono pochi) era stato pagato per fare sesso, il 3% aveva praticato rapporti zoofili e ben oltre il 52% aveva procurato o subito dolore durante il rapporto. Molti studenti hanno anche confessato di aver avuto desideri incestuosi.

L’obiettivo del sondaggio era quello di affrontare alcuni tabù precisando:

 “Alcune persone praticano attività che personalmente pensiamo che solo dei pervertiti possano porre in essere. L’obiettivo è quello di accrescere la compassione verso quei soggetti che praticano attività che personalmente non riteniamo essere “normali””

La dott.ssa McDevitt ha confermato che “Si cerca di convincere la gente a essere più sensibili… alla diversità sessuale: non siamo tutti eterosessuali, persone ‘normali’ che vogliono praticare il sesso standard del missionario”.

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