Una storia tutta italiana, che esce allo scoperto solo ora. Nell’ospedale più antico del mondo, quello di Santa Maria Nuova a Firenze, sono stati rinvenuti tesori artistici importantissimi: opere di Della Robbia, Andrea Del Castagno, Ghiberti, Dello Delli, mobili, candelieri, reliquiari, abiti sacri, quadri, arredi, sculture e chissà cos’altro sono nascosti da imballaggi di cartone, plastica, scotch, in un caveau al secondo piano dell’ospedale, chiuso da una porta blindata e nascosto agli occhi del mondo fino ad oggi.

Una storia antica, quello di questo ospedale. Come mai un’azienda sanitaria possiede opere di così alto valore? Qualcosa come 750 opere sono qui custodite, il caveau è sovraffollato da pezzi d’arte accatastati qui è là. Ci sono opere dal Medioevo all’Ottocento, in attesa di rivedere la luce. Come mai sono state tenute all’oscuro del pubblico? Basti pensare che ci sono musei di mezzo mondo che richiedono qui opere da esporre.

Addirittura alcune opere restaurate sono state sistemate nelle stanze dei direttori dell’azienda. Affreschi, ritratti, crocifissi, tavole, riempiono i muri. In un angolo dell’ufficio della responsabile amministrativa c’è una cassaforte speciale protetta da un meccanismo complesso, che può essere aperta solo con la presenza di un addetto della soprintendenza, e che contiene lo sportello del Ghiberti.

L’ospedale è ritenuto il più antico del mondo ancora in attività. Lo fondò due anni prima di morire Folco Portinari, il padre della Beatrice di Dante, il 23 giugno del 1288. Oggi è una testimonianza potente della storia delle istituzioni caritatevoli e dell’assistenza ai malati e allo stesso tempo conserva le opere donate nei secoli da mecenati e artisti. La Regione una quindicina di anni fa ha deciso di non chiudere Santa Maria Nuova, come è successo invece ad altri ospedali antichi, avviando un lungo piano di ristrutturazione.

Di certo la parte più interessante si nasconde nei sotterranei, dove sono state rinvenute tre grandi vasche di granito. Servivano per lavare il materiale dell’ospedale e tra il 1505 e il 1507 e sono state utilizzate da Leonardo per sezionare i cadaveri e studiare l’anatomia, come lui stesso ha scritto nei suoi appunti.

Un tesoro sconosciuto che presto verrà esposto in un museo. Restituire queste opere e farle conoscere al popolo italiano. Un dovere che spesso non viene rispettato o si perde nella notte dei tempi.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!