Siamo a Gerusalemme. Un paese “qualunque” composto di uomini, donne, bambini, giovani. Sogni e aspirazioni come tutti. La voglia di evadere, magari. Da un paese che ancora una volta non riconosce e non rispetta i diritti delle donne, dando la precedenza ad antiche quanto bigotte tradizioni. Ed è quello che è successo ad Ofir Ben-Shetreet, una ragazza di diciassette anni che vive nel villaggio religioso Nir Galim sulla costa verso sud. Ofir ha una voce angelica e per questo ha deciso di partecipare al concorso televisivo The Voice , versione locale dello show americano.

Uno scandalo. Per i rabbini che dirigono la sua scuola, è “impensabile che una donna si comporti così”  e che un leader religioso non può permettere che una donna canti davanti agli uomini. Ofir è stata sospesa da scuola per ben due settimane, sospesa per aver cantato, per aver dato voce al suo sogno.E la protesta dilaga.

Ci sono pareri discordanti al riguardo, c’è anche chi difende la giovane Ofir come Zvi Arnon, il rabbino del villaggio, che giustifica la decisione della scuola, dicendo che la sospensione è arrivata dopo le proteste dei genitori di altri allievi. «Per me Ofir resta – ha commentato in un’intervista al Canale 7 – una giovane con una forte moralità”.  Altri rabbini moderati come Aaron Leibowitz sentono in lei “la voce di una generazione che sta cambiando”.

C’è veramente da augurarsi che inizi a cambiare qualcosa, che si smuova qualcosa anche nei paesi più rigidi. Ognuno ha diritto di realizzare i propri sogni, questa è una frase che diciamo ogni giorno e che sentiamo ogni giorno; ma non è possibile che ogni volta, se è una donna a voler realizzare un sogno, improvvisamente sorgono ostacoli di tutti i tipi, pregiudizi, la religione dice che. Nessuno può dire niente, e sinceramente non si può che augurare a Ofir una brillante carriere come cantante. Che sia la prima di una lunga serie.

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