Le storie di donne che vengono uccise dai propri compagni sono, purtroppo, sempre all’ordine del giorno. Questa volta, a fare il giro del mondo, è la storia di una giovane moglie16 anni uccisa dal suo marito 19enne, in Nicaragua. Il ragazzo avrebbe visto la giovane donna in macchina con un altro uomo e sarebbe stato accecato dalla gelosia: il sospetto di un suo tradimento è il movente per il quale l’ha uccisa. Secondo quanto lui stesso ha dichiarato alle autorità locali, le ha dato prima un colpo in testa per stordirla e poi l’ha violentata. Dopo, con le sue stesse mani, l’ha strozzata ma era ancora viva, racconta, quando l’ha gettata in una buca. In un primo momento, ha giustificato l’assenza della donna dicendo alla madre di lei che era partita per un viaggio. Il corpo è stato poi ritrovato e il ragazzo avrebbe subito confessato la triste dinamica dei fatti.

In Nicaragua, la violenza maschile è riconosciuta secondo le leggi come “femminicidio” e, per questo reato, sono previsti dai 20 ai 30 anni di carcere.

La violenza maschile nei confronti delle donne sembra non avere confini: ogni giorno apprendiamo notizie di donne uccise da attuali compagni o ex, donne di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità e, di certo, non tutti i “femminicidi” finiscono in prima pagina per essere raccontati. In alcuni paesi le pene sono più dure mentre in altri la battaglia per riconoscere i pari diritti tra uomo e donna – quindi pari livelli di giustizia – è ancora lunga.  Ma c’è un dato di fatto che dovrebbe far riflettere: è molto raro sentire di donne che uccidono i propri compagni mentre i casi contrari sono, come già detto, all’ordine del giorno. Forse, in ogni parte del mondo e nonostante le leggi che possono differenziare le pene,  gli uomini crescono ancora con il concetto che le donne sono oggetti da possedere a tutti i costi?

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