L’amore è bello perché vince su tutto, no? Non abbiamo sempre adottato questa frase? E non è forse vero che al cuor non si comanda?

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Alessia e Michele. Lui, nato uomo, lei, nata uomo e diventata donna. Un’unione che i parenti di lui non hanno voluto accettare e che il padre e i parenti paterni di lei non hanno potuto vedere sul nascere, visto che alla decisione di diventare una transgender le hanno chiuso per sempre le porte in faccia.

Il 27 aprile 2017, il comune di Aversa ha unito in matrimonio l’ex Miss Trans 2014 Alessia Cinquegrana (un tempo Giovanni) e Michele Picone, dapprima suo amico, poi suo compagno e infine marito, dopo una convivenza lunga 7 anni. Un matrimonio che, per la donna, rappresenta una vera e propria benedizione, tanto da dedicare la sua felicità alla Madonna dell’Arco, alla quale è devota da sempre. Lui in uno smoking blu notte, lei con un bellissimo abito color rosa cipria.

L’abito bianco? A breve:

Il vestito bianco lo riservo alla festa che faremo a luglio, dove avremo anche la benedizione religiosa. Sono devota alla Madonna di Sant’Anastasia, ci tengo. Del resto Michele ed io ci siamo incontrati proprio lì, durante una processione.

Fonte: Facebook – Alessia Cinquegrana

Alessia, attualmente, è un’insegnante di ballo latino e stilista 29enne che, oltre ad aver sposato il suo adorato Michele, è stata definita la “prima sposa transessuale in Italia” senza aver neanche completato la sua “trasformazione” sessuale. La donna, infatti, sebbene sia stata dichiarata ufficialmente tale dal tribunale di Napoli, al momento si è fermata con le operazioni e ha scelto (ma non si sa se definitivamente) di non sottoporsi all’ultimo intervento, e cioè quello che le farebbe dire per sempre addio alla sua entità maschile.

In un’intervista per Repubblica, Alessia parla a cuore aperto del padre, il quale non ha accettato il suo cambiamento sessuale perché si vergognava solo a guardarla:

Non posso guardarti, mi ha detto un giorno. Eppure fino a che sono stato un ragazzo ero il suo figlio preferito.

La donna dichiara di non essere diventata transessuale ma di essere nata proprio così. Ha sempre avuto questo spirito femminile, era semplicemente nata in un corpo sbagliato. Quando era piccola era solita rubacchiare bambole, fermagli e altre cose “da bambina” alla sorellina, all’inizio non sapeva il perché, in fondo quale bambino capirebbe? Con il passare del tempo, diventando grande, era inevitabile capire cosa si celava dietro il suo essere e, da lì, secondo quanto detto dalla stessa, sono cominciate le sofferenze.

 

Fonte: Facebook – Alessia Cinquegran

E poi c’è il bullismo. Quel fenomeno così tanto crudele ma allo stesso tempo troppo diffuso. Era inevitabile che i suoi compagni di scuola avvertissero “la differenza” comportamentale di Alessia, perciò era spesso oggetto di critiche e offese.

Gentilezza. Era questo il modo con cui Alessia affrontava i bulli:

Sì, mi prendevano in giro. Ma sono sempre stata molto gentile con tutti, così ho evitato cose peggiori.

Ma quand’è stato il momento in cui Alessia (o meglio, Giovanni), capì di voler diventare veramente una donna? Pare all’età di 12 anni: età in cui faceva già la ceretta alle gambe perché voleva somigliassero a quelle di una ragazza. Con il passare del tempo, Alessia riuscì a trovare dei contatti con delle associazioni di Napoli disposte a occuparsi della sua trasformazione e, così, all’età di 18 anni il suo cambiamento ebbe inizio.

Durante l’intervista, la giovane transgender rivela di aver dovuto affrontare dei momenti veramente molto duri, fatti di operazioni estreme, cure ormonali e dolori insopportabili. È per questo motivo che ha preferito evitare, momentaneamente, di fare l’operazione finale.

Dopo l’operazione alle corde vocali sembrava che non potessi più parlare. Ho avuto paura. Troppo dolore. Ma io sono una donna anche così. E Michele è d’accordo. Del resto ormai lo riconoscono anche i giudici: per poter rettificare il proprio sesso non occorre l’operazione. E la mia causa per ottenere i documenti nuovi è stata velocissima. La giudice mi ha guardato e ha detto: Come potrei rifiutare questa rettifica, davanti a me c’è una donna.

I due coniugi rimarranno a vivere in Campania, esattamente a Trentola Ducenta, un piccolo comune situato vicino Aversa. La donna spiega di trovarsi molto bene nel paesino perché gli abitanti sembrano avere una mente molto aperta e non giudicano la sua scelta.

Qual è il sogno di Alessia adesso? Ovviamente quello di (quasi) tutte le donne: diventare madre. La donna ha espresso il desiderio di voler adottare un bambino insieme al suo Michele. Al momento non pensa alla sua operazione finale.

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