"Behind the Scars": 13 storie di donne oltre le cicatrici

"Behind the Scars": 13 storie di donne oltre le cicatrici
sophie mayanne
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Le cicatrici che abbiamo sul corpo spesso raccontano di noi, del nostro passato. Possono essere testimonianze vivide di un incidente dell’infanzia, di una malattia, di un momento drammatico fortunatamente superato.
Qualunque sia la loro causa, la certezza è che non se ne andranno mai. Resteranno per sempre lì, dove sappiamo essere, a ricordarci, che ci piaccia o no, il motivo della loro esistenza.
Non c’è nulla di vergognoso o imbarazzante in una cicatrice, eppure non tutti sono in grado di accettare e convivere serenamente con la loro presenza: molti fanno di tutto per nasconderle, le celano con il make up o rifiutano di spogliarsi pur di non mostrarle, e l’elaborazione dell’esistenza della cicatrice sul proprio corpo, spesso, necessita di tempo, di fiducia in sé, di un profondo lavoro su se stessi. Ma, talvolta, neppure questo è sufficiente per far sì che una persona si senta a proprio agio con se stessa e con i segni sulla pelle.

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Per questo Behind the Scars, un progetto fotografico della londinese Sophie Mayanne rappresenta un tentativo importante per restituire autostima e sostegno alle persone con cicatrici evidenti, attraverso una serie di fotografie toccanti di persone che mostrano i segni sui loro corpi e i motivi per cui li hanno.

Come fotografa sono sempre stato attratta da lavori naturali, quasi grezzi, e non ritoccati, e da ciò che ci rende diversi l’uno dall’altro. Proprio da qui nasce il mio interesse per le cicatrici – ha spiegato Sophie a Bored Panda – Quando ho iniziato il progetto, ricordo di essermi detta che se potevo fare la differenza per almeno una persona, allora sarei riuscita nell’intento. Il progetto è cresciuto, spero solo che raggiungerà più persone e continuerà ad avere un impatto positivo“.

I soggetti che Sophie immortala nei suoi scatti hanno abbracciato il suo progetto con entusiasmo. “La risposta è stata davvero positiva, vedere te stesso attraverso gli occhi di un fotografo può essere un’esperienza potente – ha continuato la giovane fotografa – Per alcune persone l’esperienza del servizio fotografico può essere molto terapeutica, perché potrebbero non aver condiviso le proprie esperienze prima, mentre altri sono riusciti a consolidare il loro amore ritrovato per le loro cicatrici, e il loro corpo“.

Vedere le persone accettare di condividere la propria testimonianza mostrando le cicatrici senza paura è una forte attrattiva che spinge altri a seguire il medesimo esempio, come conferma anche la ventiquattrenne fotografa inglese:

Man mano che più persone scoprono il progetto, più persone si fanno avanti. Spero che in futuro possa essere in grado di creare un libro della serie, in cui le persone passate e presenti possano identificarsi.

Queste sono alcune delle immagini più belle, raccolte sul sito ufficiale di Sophie.