Problemi Con il Ciclo? Ora Non Più: Arriva il "Congedo Mestruale", Ecco Dove!

Quanto è difficile, spesso, alzarsi e andare al lavoro nei giorni del ciclo mestruale? Molto, moltissimo. Talvolta troppo. Una consapevolezza che sembra stia prendendo piede anche nel mondo del lavoro. Almeno a giudicare da ciò che sta facendo questa azienda di Bristol...

Per ciascuna di noi è diverso. Ma tutte sappiamo fin troppo bene quanto il ciclo mestruale sia in grado di fiaccarci: mal di testa, dolori – talvolta insopportabili – alla pancia e alla schiena, stanchezza incoercibile e per le più sfortunate anche nausea e vomito. “Dolori che possono essere forti quanto un attacco di cuore“, ha concluso il professor John Guilleaud dell’University College of London dopo uno studio condotto con altri medici. In generale, si conta che una donna su cinque nel mondo soffra di dolori più o meno intensi a causa del ciclo. In quei giorni, lo sappiamo bene, andare al lavoro può diventare qualcosa di simile a scalare l’Everest, senza contare che, se lavoriamo con tanti colleghi maschi, anziché trovare supporto incorreremo in scherzi e battutacce.

Ma a quanto pare la sensibilità su questo tema sta prendendo piede nel mondo del lavoro. Un’azienda di Bristol, per esempio, sta programmando la creazione di un periodo di congedo ufficializzato al fine di consentire alle donne di prendersi il loro tempo senza essere stigmatizzate nella speranza che possano tornare in ufficio più efficienti, serene e creative.

Bex Baxter, la direttrice di Coexist, ha dichiarato a The Guardian che si tratta di un tentativo di conciliazione fra i tempi del lavoro e quelli fisiologici e naturali del corpo umano.

Negli anni ho collaborato con molte donne nel mio staff e le ho viste in alcuni casi letteralmente piegate in due dal dolore del ciclo. Nonostante questo, sentivano di non poter andare a casa perché non ritenevano di essere ammalate. E questo non è giusto.

Eppure l’NHS, il sistema sanitario britannico, sostiene che addirittura il 90 per cento delle donne soffra di dolori mestruali, mentre un’altra indagine ritiene che almeno il 14 per cento delle donne non sia in grado di lavorare durante quei giorni.

Noi di Coexist siamo molto comprensivi. Se qualcuno sta male, non importa per quale ragione, lo incoraggiamo ad andare a casa. Quindi abbiamo voluto una politica interna che consenta alle donne di prendersi il tempo del naturale ciclo del loro corpo senza mettersi effettivamente in malattia.

Un vero e proprio “congedo mestruale“, insomma. Nell’azienda di Bristol 24 dipendenti su 31 sono donne: non si tratta di un’organizzazione ordinaria, e non solo per questo. Coexist gestisce la Hamilton House nel quartiere bohémien Stokes Croft, organizzando lo spazio per artisti, attivisti, associazioni e organizzazioni che coinvolgono la comunità. C’è un ristorante che si chiama The Canteen e il murale Mild Mild West di Banksy che mostra un orsacchiotto in procinto di lanciare una molotov dà il benvenuto ai visitatori.

Baxter aggiunge:

C’è un’idea sbagliata sul fatto che prendersi giorni liberi renda l’azienda improduttiva. In realtà si tratta solo di conciliare il lavoro con i ritmi naturali dell’organismo. Per le donne, naturalmente, il principale è il ciclo mestruale. Quando ce l’hanno, sono nella fase ‘invernale’, hanno bisogno di riprendersi, stare al caldo e nutrire e rafforzare il loro corpo. La fase primaverile che segue immediatamente il ciclo mestruale è invece un periodo in cui le donne sono realmente tre volte più produttive del solito. La mia squadra qui si è sempre mostrata molto generosa: ho potuto prendermi del tempo per me quando ne ho avuto bisogno, ma ogni volta l’ho restituito. Sinora però non avevamo linee guida formalizzate.

E questo perché in molti luoghi e nella mente di molte persone il ciclo mestruale è ancora un tabù, qualcosa che provoca i brividi solo quando si sente la parola.

Alcune donne della mia squadra mi hanno confidato di vergognarsi ad ammettere di stare male. Voglio spezzare questo sentimento di paura e sostituire la negatività con positività. Sia gli uomini che le donne si sono mostrati aperti e favorevoli all’idea, soprattutto i più giovani.

L’ottica con cui sta per essere varato ufficialmente il “congedo” non è tanto, o non solo, quella di consentire a una dipendente di riposare a casa se sta male, ma quella di dare a ciascuno la possibilità di essere sempre al suo massimo. “Se lavoriamo seguendo i nostri ritmi naturali – dice la direttrice – la nostra creatività e la nostra intelligenza sono pienamente realizzate. E questo non può che essere un bene per le aziende”.

Baxter e il suo team pensano di formulare la policy di congedo nel corso di un seminario che si terrà alla Hamilton House il 15 marzo sul tema della valutazione di cicli naturali fisiologici dell’organismo nell’ambiente di lavoro. La relatrice del seminario, Alexandra Pope, è convinta che la “consapevolezza sul ciclo” aiuti sia uomini che donne a essere più produttivi.

Pope si descrive si come un’educatrice sia come una coach nel campo “del ciclo mestruale”:

In passato ogni proposta di consentire alle donne di stare a casa durante le mestruazioni è stata derisa dagli uomini e persino dalle donne. In questo contesto il ciclo è visto come un problema o come un impedimento. O come se le donne beneficiassero di un trattamento diverso, più favorevole. In realtà, il fine di questa iniziativa è di creare un approccio positivo al ciclo mestruale in modo da supportare effettivamente il benessere nell’ambiente di lavoro.

Per quanto la decisione di Coexist sia innovativa, almeno vista con il nostro sguardo, l’azienda non è la prima ad avviare un’iniziativa simile. Il Paese pioniere in tal senso è il Giappone, che già nel 1947 aveva introdotto per la prima volta il congedo mestruale, seguito poi da Corea, Filippine, Taiwan, Hong Kong e Cina. A livello internazionale, a Nike ha introdotto il congedo in tutto il mondo, inserendolo come standard nel suo codice di condotta nel 2007.

A noi l’idea del congedo – naturalmente senza che nessuno se ne approfitti – e lo spirito con cui opera Coexist piacciono molto. Voi che ne pensate, amiche? Credete che sia giusto avere giorni di riposo durante il ciclo o ritenete che sia solo uno spreco di produttività?

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