Se al mattino faticate a ricordare i vostri sogni, non preoccupatevi: è una cosa assolutamente normale. Secondo molti esperti, infatti, le persone ne dimenticano metà del contenuto abitualmente… senza contare che oltre il 90% dei dettagli viene rimosso dopo neanche dieci minuti dal risveglio.

Eppure le esperienze vissute in molti sogni sembrano assolutamente reali e talvolta così estreme da lasciarci esterrefatti. Ma sappiamo bene che se episodi simili accadessero davvero nel nostro quotidiano, resterebbero impressi nella nostra memoria per sempre. Allora perché dimentichiamo quanto abbiamo sognato?

Molte le teorie a riguardo, due in modo particolare, associano questa rimozione ad una necessità di tipo evolutivo. Provate a pensare, ad esempio, agli uomini delle caverne. Se questi avessero sognato abitualmente di riuscire a sfuggire ad un attacco di un leone, magari rimanendo incolumi, secondo voi avrebbero reagito con la stessa destrezza davanti allo stimolo reale? Questo quesito può facilmente illustrare quanto emerso dalla prima teoria.

La seconda, invece, è stata sviluppata da Francis Crick, co-scopritore del DNA. Secondo lui la funzione del sogno sarebbe quella di eliminare i collegamenti della memoria non necessari che si accumulano nel corso del tempo nel cervello. A detta dello studioso, infatti, ricordare costantemente i sogni potrebbe sovraccaricare quest’organo di informazioni inutili. In altre parole, quindi, i sogni potrebbero essere visti come una sorta di processo volto a “disimparare” dei ricordi spazzatura.

Altri studiosi, tuttavia, sono concordi nel sostenere che i sogni sono anche un importante strumento di conoscenza per quel che concerne l’inconscio, l’intimità e i conflitti interiori. Come abbiamo visto, però, riuscire a ricordare il loro contenuto dopo il risveglio non è semplice.

Le persone, infatti, sono abituate a ricordare il passato cronologicamente, in modo lineare e in termini di causa ed effetto. Ognuno di noi ripete quasi inconsciamente: “Questo è accaduto, allora questo è successo, allora questo è successo ancora prima”. E così via. I sogni, però, non seguono questo schema: essi utilizzano associazioni di memoria e connessioni emotive. E tutto questo rende ancora più complesso ricordare il senso logico di ciò che abbiamo illusoriamente vissuto durante il sonno.

Ma non è tutto: anche lo stress e le preoccupazioni incidono pesantemente sulla memoria onirica. Senza contare che un brusco risveglio, spesso accompagnato da un repentino cambio di posizione (da orizzontali a verticali) sono fattori che facilitano la rimozione dei contenuti sognati.

Per ovviare a tutto questo, Terry Michalosky di Sioux City (Iowa) ha voluto condividere on-line dei suggerimenti utili per facilitare la memorizzazione dei sogni. L’uomo, infatti, ha raccontato di utilizzare come sveglie due diversi allarmi, uno acustico e uno musicale. Il primo, infatti, lo proietta nella dimensione del risveglio, del futuro, delle preoccupazioni. Il secondo lo tranquillizza, quasi come a volergli dire: “Va tutto bene, concentrati sui tuoi sogni”.

Vicino al letto tiene anche carta e penna, così da poter annotare appena sveglio i propri stati d’animo, le emozioni, i ricordi. L’importante è lasciare che la mente si schiarisca tranquillamente, che le associazioni avvengano spontaneamente, senza alcuna forzatura nel voler ricostruire le sequenze esatti degli eventi. Così facendo, stando a quanto sostiene l’uomo, è possibile allenare gradualmente la memoria, ottenendo di conseguenza risultati sempre migliori.

Ma se, invece, siete appassionate di tecnologia e applicazioni sappiate che esistono diverse app da poter scaricare sul telefonino o sul tablet (come ad esempio DreamsWatch) che permettono di trascrivere o registrare i sogni prima di dimenticarli.

Che dite ragazze? Provare per credere!

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!