L’uomo, forse per il bisogno di ordinare il mondo che lo circonda o forse per l’esigenza di incasellare quello che vede o forse ancora per capire meglio se stesso, è portato a dare definizioni e a definirsi: glam, rock, hippie e altro; parole che vanno oltre lo stile e indicano un determinato modo di vivere, che fa solo di un particolare tipo di abbigliamento la sua bandiera.

Salito alla ribalta negli ultimi anni, il termine hipster indica uno stile, di vestire e di vita, o meglio ancora una categoria umana, che coinvolge i giovani nati nei decenni a cavallo degli anni 2000, eppure pare che stia per essere surclassato da un ulteriore gruppo, formato dagli yuccie, una nuova categoria individuata da Mashable.

Ma cosa vuol dire essere hipster? E yuccie? Chiariamoci le idee.

1. Hipster vs Yuccie: questione di nomi

Origine dei termini hipster e yuccie
Fonte: Life

Il termine hipster nasce in America tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta, come parte del gergo jazz; può derivare da due termini: da “hop”, che sta per oppio, o da un verbo africano, “hipi”, che vuol dire aprire gli occhi a qualcuno. Veniva usato per identificare i bianchi di ceto medio che emulavano lo stile di vita dei jazzisti afroamericani, mostrandosi anticonformisti e pronti a separarsi dalla società

La parola yuccie sta per Young Urban Creatives, giovani creativi urbani, ed è stata coniato appunto da Mashable, sito web americano. Gli yuccie sarebbero l’evoluzione degli hipster, al giorno d’oggi considerati ormai troppo comuni.

2. Hipster vs Yuccie: questione di comportamenti

Hipster style
Fonte: web

L’hipster tipico è un laureato dall’atteggiamento sofisticato, alternativo e un po’ snob; ama l’arte, la fotografia, la musica hip hop, il cinema indipendente. Unisce il gusto retrò, che si esprime tramite una passione per accessori vintage, con quello per la tecnologia più moderna e di ultima generazione. Spesso vegetariano, preferisce fare la spesa al mercato biologico. Non ama le grandi marche e fa un lavoro creativo: gestisce pagine sui social network, fa campagne pubblicitarie oppure è un blogger.

Lo yuccie invece, per quanto la distinzione sia piuttosto labile, ha ben chiaro che nel lavoro vuole realizzare il proprio sogno, per cui è anche disposto a lasciare un posto fisso per realizzarlo; ma la retribuzione in denaro rimane comunque essenziale. Ha un profilo Instagram, e nessuno su Twitter, e pubblica foto di cibo. Vede la vita in modo cinico, ma la raddolcisce con i dolci artigianali e i corsi di pittura. Non ha la televisione, ma il cellulare e il computer sempre attivi per guardare serie televisive in streaming e in lingua originale. Adora andare all’Ikea.

3. Hipster vs Yuccie: questione di vestiti

Donna yuccie
Fonte: web

L’abbigliamento hipster style e quello degli yuccie è lo stesso.

L’hipster o lo yuccie maschio indossa magliette stencilate con scritte ironiche, camicie a quadri, cappelli di paglia con la tesa stretta, felpe larghe, cardigan, All Star alte, Vans nere, occhiali con montature enormi e anche antiche. Il taglio di capelli è asimmetrico, la barba è quella di un pioniere dell’Ottocento, i baffi sono arricciati: questi ultimi due elementi, insieme agli occhiali, sono quelli che meglio identificano un hipster.

Le donne hipster o yuccie portano jeans stretti, a vita alta ma anche a vita bassa, leggings, bigiotteria, shorts cortissimi, scarpe da ginnastica, foulard e occhiali grandi. Odiano i tacchi. Dal punto di vista dell’abbigliamento, sono meno connotate rispetto agli uomini.

Sia per gli uomini sia per le donne, qualche piercing può essere ben accetto, purché in un luogo tattico, come una sacca per portare con sé l’immancabile MacBook o qualche tatuaggio, anche vistoso.

In ogni caso, che si tratta di un hipster o di uno yuccie la scelta dei vestiti tenta di non essere rivolta alle grandi marche; l’ideale è fare acquisti in un negozio vintage.

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