"È troppo bella per essere un ingegnere". E Isis Wenger si ribella sui social contro gli stereotipi

Isis Wenger, ingegnere e programmatrice americana, è stata attaccata dopo aver fatto da testimonial per la campagna pubblicitaria di reclutamento della sua azienda. Dopo essere stata scambiata per una modella, la ragazza ha lanciato sui social l'hastag #IlookLikeAnEngineer come protesta contro i pregiudizi.

Viviamo in una società dove gli stereotipi sono all’ordine del giorno. Luoghi comuni spesso campati in aria, che però fanno riflettere e soprattutto infastidiscono. Uno fra tutti (che abbiamo sentito pronunciare tutte noi almeno una volta nella vita): “Le ragazze belle non possono essere anche intelligenti”. Sbagliato, sbagliatissimo. E chi lo dice?

Una piccola rivalsa in tal senso, ragazze, arriva dagli Stati Uniti e più precisamente da San Francisco. Lì, infatti, ha sede la compagnia hitech OneLogin che recentemente ha lanciato una campagna pubblicitaria di reclutamento. Nulla di nuovo, direte voi, se non fosse che la società è stata accusata di aver scelto come testimonial una modella e non un ingegnere per rendere più attrattiva l’offerta di lavoro.

E qui arriva il colpo di scena: Isis Wenger (ovvero la ragazza che figura nei cartelloni pubblicitari) lavora realmente all’interno della società. E non certo come modella, bensì come programmatrice esperta di tecnologie informatiche.

Davanti a queste accuse infondate, Isis ha denunciato sul suo blog i luoghi comuni e gli stereotipi di genere che ancora circondano la sua professione. Nel post, la ragazza pone una domanda retorica: “Come dovrebbe sembrare un ingegnere donna per corrispondere all’immaginario collettivo?”. Il tutto accompagnato dal lancio di un hashtag ad hoc:#IlookLikeAnEngineer (ovvero:#SembroProprioUnIngegnere).

 

Il fenomeno è diventato virale: in poche ore il mondo dei social si è attivato e altre ingegnere come lei hanno postando su Twitter le loro foto contro i pregiudizi. E l’iniziativa non è passata inosservata neanche alla Nasa e addirittura neppure al Mit (Massachusetts Institute of Technology): alcune ricercatrici che lavorano lì, infatti, hanno pubblicato delle foto con l’hashtag #IlookLikeAnEngineer sulla pagina ufficiale del centro di ricerca.

Ma in cosa consiste l’incriminata campagna pubblicitaria della OneLogin? Isis Wenger compare sorridente su alcuni giganteschi cartelloni pubblicitari indossando una maglietta della ditta sulla quale si legge il seguente slogan: “La mia squadra è grande, tutti sono intelligenti, creativi e divertenti“. Segue, quindi, l’indirizzo al quale poter presentare le eventuali  candidature.

Ed ecco comparire in rete molti commenti critici, una sorta di faro mediatico puntato sulla bellezza di Isis. Frasi come: “Che pessima campagna pubblicitaria: vogliono rivolgersi alle donne, ma probabilmente si rivolgono soltanto agli uomini” e ancora: “Mi piacerebbe sapere se le persone che hanno cervello trovano questa frase vagamente plausibile. Credono davvero che la donna in questa immagine sia un ingegnere informatico?” . Stereotipi su stereotipi che hanno scatenato la reazione non solo della Wenger, ma anche di migliaia di ragazze che quotidianamente convivono con le stesse discriminazioni.

Serafico e tagliente, è arrivato quindi il post di risposta di Isis:

Alcuni pensano che non stia facendo ‘la faccia giusta’, o che non sia così che ‘sono le donne ingegnere’. Notizia flash per loro: questo è un tentativo di applicare etichette. Letteralmente, infatti, sono proprio io l’esempio di un ingegnere della OneLogin. La pubblicità è autentica: le mie parole, la mia faccia.

Come tutto ciò che è virale, la protesta lanciata con l’hashtag #IlookLikeAnEngineer è destinata a far discutere ancora per molti giorni. Voi cosa ne pensate ragazze? Il dibattito è aperto.

 

 

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