Molti Amici a 20 Anni, a 30 un Po' Meno. Lo Conferma la Scienza, Ecco Perché

Uno studio di psicologia dell’Università americana di Rochester afferma che nel corso degli anni si hanno priorità diverse. A 20 anni è importante avere tante amicizie. A 30 prediligere affetti di qualità.

Forse qualcuna di voi ragazze avrà già letto la frase di Madre Teresa di Calcutta che dice: “Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità”. Personalmente la condivido perché ritengo che le amicizie siano capisaldi importanti della nostra esistenza. Ma conta di più la quantità o la qualità dei rapporti che si instaurano nel corso della vita? Incredibile (ma vero)… dipende dalla nostra età.

Fino a 20 anni le grandi compagnie di amici sono spesso una priorità. Ma alla soglia dei 30 la qualità prende il sopravvento sulla qualità e vige un concetto fondamentale: meglio pochi affetti, ma buoni. È importante, infatti, stare bene con le persone, instaurare dei rapporti solidi che abbiano radici profonde.

Ma attenzione ragazze: queste considerazioni non sono farina del mio sacco. Secondo uno studio di psicologia dell’Università di Rochester, infatti, il numero e la tipologia di amicizie possono essere considerati fattori predittori del nostro benessere futuro. E questi legami possono addirittura influenzare (nel bene e nel male) il corso della nostra intera esistenza.

Tuttavia è bene fare una distinzione apparentemente scontata: quello che è prioritario a 20 anni difficilmente lo sarà a 30. Ad esempio se ai tempi del college o dell’Università una vita sociale molto attiva può garantire un certo benessere, da adulti è bene essere più selettivi per non rischiare di disperdere inutilmente le proprie energie coltivando rapporti superficiali.

Siete curiose di sapere com’è stata svolta la ricerca americana? Per prima cosa è bene sapere che lo studio è iniziato già nel 1970 e nel trentennio le università statunitensi analizzate sono state un centinaio. I partecipanti, quindi, hanno potuto contribuire all’analisi in due diverse fasi della loro vita: all’età di 20 anni e poi ancora a 30 anni.

Essi, quindi, hanno dovuto descrivere le proprie relazioni quotidiane valutandole con un punteggio ben definito. Inoltre, è stata chiesta loro anche un’analisi del proprio stato psicologico e affettivo per entrambi i decenni interessati: i 20 anni e poi i 30. Una campionatura completa che tenesse conto anche di possibili accenni a solitudine e depressione e della qualità delle proprie amicizie.

Ed ecco l’esito dello studio: tra i 20 e i 30 anni la qualità delle interazioni sociali cambia. E non è una mera supposizione: è l’esito della ricerca approfondita e molto vasta. Se a 20 anni, quindi, conta soprattutto il numero delle amicizie per essere felici, a 30 è molto importante selezionare accuratamente i propri affetti. Questa la sintesi degli studiosi:

Le persone più adulte che coltivano troppe amicizie rischiano di non instaurare rapporti significativi. Tale pericolo, tuttavia, non lo corrono i 20enni per i quali avere una rete sociale estesa ha senza dubbi molti più vantaggi.

Gli stessi studiosi, tuttavia, sono consapevoli che lo studio presenta dei limiti. Il primo, ad esempio, è legato al fatto che il campione di ricerca è rivolto prevalentemente ad individui bianchi di una classe sociale privilegiata. Difficilmente, infatti, negli anni ’70 avrebbero avuto accesso all’Università americana anche altre tipologie di studenti.

Un ulteriore tallone d’Achille, inoltre, è dato dal fatto che la ricerca non prende in considerazione l’esplosione e l’evoluzione dei social network. Questi nuovi strumenti aggregativi, infatti, incidono pesante sulla natura delle relazioni moderne, sia affettive che amicali.

Diciamo, quindi, che questo studio può essere un valido strumento sul quale riflettere. E voi ragazze cose ne pensate? Cambia la natura delle amicizie nel corso della vita? È meglio la quantità o la qualità delle relazioni? Attendo i vostri commenti.

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