10 Cose che solo le Donne che Lavorano da Casa Possono Capire

C'è chi si sente iperfortunata e c'è chi invece si vede un po' come l'ultima ruota del carro. Il lavoro da casa - come ogni professione del resto - porta con sé pregi e difetti. Ma vanta caratteristiche peculiari che solo le donne che lavorano da casa possono capire e chi sta in ufficio spesso snobba.

Le donne che lavorano da casa si dividono grossomodo in due categorie: alcune si sentono delle privilegiate mentre altre si considerano un po’ dei pesci fuori d’acqua. Certo il lavoro da casa o telelavoro – diffuso soprattutto tra le donne per ragioni sin troppo evidenti per essere spiegate – presenta, al pari di qualsiasi professione, i suoi pregi e i suoi difetti. Cui si aggiunge una pletora di peculiarità incomprensibili a chi non abbia lavorato da casa almeno per un mese nella sua vita.

Quella delle telelavoratrici è un’esistenza fatta di balzi felini dal letto al pc in coincidenza del suono della sveglia; di letti (o divani) che diventano scrivanie e scrivanie che diventano ammassi di fogli, post-it, agende, penne, bloc-notes e abiti informi. È una quotidianità di pasti frugali salvati in zona Cesarini dall’omino delle consegne, con serate povere di aperitivi e ricche di progetti da ultimare.

Parlo con una certa cognizione di causa. Per scelta a volte mia a volte di altri, sperimento il lavoro da casa da diversi anni. Ammetto con più gioie che dolori (a parte il riscontro economico, che penso però sia un problema trasversale).

Rimestando nella mia esperienza, ho estratto stravaganze e specificità del telelavoro che ho riassunto in un pratico decalogo. Le donne che lavorano da casa ci si riconosceranno in pieno, per le altre si spalancheranno i cancelli di un nuovo e affascinante regno.

Pronte per la lettura? E allora via!

1. Non è mai troppo tardi (per svegliarsi la mattina)!

lavoro da casa
Fonte: Web

L’assenza di più o meno lunghi tragitti verso l’ufficio ci porta a svegliarci, nella migliore delle ipotesi, dieci minuti prima rispetto all’orario in cui dobbiamo iniziare a lavorare.

Nella peggiore – grazie al pc accanto al letto strategicamente in modalità “Sospendi” per riavviarlo nel più breve tempo possibile – l’orario in cui apriamo gli occhi coincide con quello in cui siamo attese al pc, pronte per un’altra giornata carica di sensi di colpa: abbiamo saltato la doccia/la spesa/l’outfit carino/il trucco/gli sms di buongiorno. E difficilmente nelle successive 12 ore avremo modo di rimediare.

2. Il cane abbaia (sempre) quando siamo in videoconferenza

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Ormai ne siamo praticamente certe: Fido è dotato di sensori che si attivano ogni qualvolta parte una videochiamata o un Google Hangout. Generalmente dorme placido tutto il giorno, salvo trascinarsi verso la ciotola per il sacro pasto.

Almeno finché non iniziamo la conversazione con l’unica persona con cui dobbiamo conversare di lavoro. A quel punto l’amico a quattro zampe si apposta in un angolo fingendosi un fantasma ma in realtà scatena l’inferno. E le relative ire. Non bastassero tutte le ore che trascorriamo incollate al pc…

3. Lavoriamo molte più ore di quante non ne trascorreremmo in ufficio

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Non è la lentezza a tenerci appiccicate allo stesso progetto sino a notte inoltrata. È l’assenza di un custode o chi per esso che spenga le luci e ti tolga letteralmente la sedia da sotto il sedere. Noi abbiamo perso la concezione del tempo, e non sapremmo affermare con certezza quando inizi il giorno e quando finisca. Pertanto, per noi specialiste del lavoro da casa, è come se 24 ore fossero infinite.

4. Cerchiamo di seguire i consigli degli esperti, ma…

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È un evergreen nella nostra lista dei buoni propositi: “Seguire i consigli degli esperti sull’organizzazione dello spazio di lavoro domestico“. Un intento che fallisce regolarmente.

Noi ci mettiamo la nostra buona volontà: tentiamo il miracolo della trasformazione della nostra postazione in un luogo sacro; proviamo a metterci vestiti veri; ci impegniamo a non rispondere al telefono mentre siamo alla toilette. Ma è tutto inutile: il sacrificio dura al massimo una settimana. Giusto il tempo di accorgerci che, probabilmente, questi sedicenti esperti non hanno mai lavorato da casa. O forse non saremo noi a essere diventate più pigre di un bradipo?

5. Diventiamo davvero, davvero pigre

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La nostra sciatteria interiore si è risvegliata e ormai impone a forza la sua presenza. Aspettiamo che il nostro ragazzo torni a casa, e per noi è tutto. Tanto che se lui al mattino ci chiede di allungarci un toast, è ben consapevole che prepareremo il pane, lo infileremo nel tostapane, torneremo a sederci e da lì non ci schioderemo per l’intera giornata. Confermo: questa è una delle cose di cui dovremmo proprio vergognarci.

6. Approfittiamo troppo spesso della consegna a domicilio

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Innegabile: è un servizio comodo, comodissimo. Se poi il ragazzo delle consegne è pure carino, è quasi un dogma irrinunciabile. Ma vista la pigrizia di cui sopra, uscire ogni tanto per pranzo o tentare di cucinare qualcosa di sano potrebbe non essere una cattiva idea.

L’indolenza però vince ancora: ormai conosciamo tutti i pony express del circondario e i loro segreti, e loro conoscono il nostro intero guardaroba (quattro pezzi sì e no, alternati settimanalmente). Niente di così sbagliato, in fondo, non fosse che spendiamo in sushi e pizza più che per l’affitto. Certo ne vale la pena: quel cibo è delizioso. E soprattutto non ci costringe a mettere il naso fuori dall’uscio.

7. Non usciamo di casa per giorni

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Gli amici sono esasperati dai nostri inviti a serate domestiche pizza-e-dvd. “Esci un po’ da quel tugurio“, intimano.

Ma a noi i loro aperitivi post lavoro sembrano inarrivabili: dovremmo abbandonare la comodità del divano che ormai reca la nostra impronta, vestirci (cosa sono i vestiti?) e raggiungere l’allegra combriccola in qualche dannato posto in centro città. Impossibile, anche perché ormai la luce del sole ci danneggia gli occhi. 

8. Non possiamo aggirarci in mensa cercando il tavolo migliore

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Ciò che al massimo ci è concesso è il tragitto divano-frigo. Salvo poi trovarlo inesorabilmente vuoto e ricorrere come da manuale al punto 6: la consegna a domicilio. Con addosso mise che ve le raccomando!

9. Il nostro guardaroba alla lunga ne risente

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Da quando l’ufficio è un ricordo o un occasionale diversivo, il nostro guardaroba standard e trendy è caduto via via in disuso. Non tanto – non solo – per la moda, quanto perché ci sembra più che appropriato abbinare orrendi jeans strappati e Converse con una maglia presa a caso dall’armadio, magari un’accattivante camicia fantasia boscaiolo.

Se proprio dobbiamo andare in ufficio, poi, azzardiamo outfit secondo noi professionali e ordinati di cui tuttavia non abbiamo idea alcuna, che ci varranno le risate di scherno di tutta l’azienda.

10. Le persone non prendono mai il lavoro da casa sul serio

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Nostra madre non smette di chiamarci per ciarlare di questo e di quello, convinta che siccome siamo a casa abbiamo pacchi di tempo da perdere. Per non parlare degli amici. Solo perché non abbiamo una ventiquattrore e non siamo incastrate in 15 riunioni al giorno orbitanti attorno al nulla, ci considerano alla stregua di nullafacenti.

La sfida è far comprendere loro che anche noi viviamo le difficoltà quotidiane proprie di qualsiasi professione – noi lo sappiamo, noi un lavoro ce l’abbiamo -, soltanto prive dell’obbligo di presentarci in ufficio. Capito, amici diffidenti?

Non voglio risultare retorica, ma mi sembra giusto chiudere ricordando che, a casa o in ufficio, di questi tempi l’importante è avere un lavoro. Tutto il resto è chiacchiere e distintivo.

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