Ragazze lo sappiamo bene: stiamo vivendo un momento particolarmente delicato per quel che concerne l’economia nazionale. Parole come crisi e risparmio sono (tristemente) all’ordine del giorno per tutte noi. Qualsiasi attività lavorativa si trova a dover fare i conti con il costante aumento dei costi generali e con il calo della clientela. Un binomio pericoloso, che spesso tende a minare addirittura la sopravvivenza di bar, negozi e pubblici esercizi.

Questo è tutto vero, non ci piove. Ma, comunque, esiste un limite che nessun gestore dovrebbe mai superare. Esistono dei costi, infatti, che non dovrebbero mai essere addebitati ai clienti, pena la decapitazione mediatica. E questo è uno dei qui casi limite. Continuare a leggere per credere.

Un bar di Treviso, splendida città veneta, ha addebitato all’ignaro cliente 0,30 centesimi per l’acqua del cane. Ovviamente non è la cifra in sé ad aver creato il caso, bensì la particolarità della motivazione riportata. Lo scontrino incriminato, quindi, è stato stato postato su Facebook e sta facendo il giro dei social.

È tutto scritto nero su bianco: il cliente deve pagare 3,00 euro per un’acqua e menta, altri 3,00 euro per uno spritz campari (ovvero l’ottimo aperitivo locale) e, infine, 0,30 centesimi per l’acqua del cane. Un importo di troppo che ha fatto esplodere la polemica virale.

Come può essere addebitata una ciotolina con dell’acqua di rubinetto? Una domanda lecita, che ha accompagnato la foto dello scontrino postata sui social. E la risposta degli utenti non si è fatta attendere: in pochissime ore l’immagine ha ottenuto migliaia di condivisioni e altrettanti commenti sprezzanti. Si è innescato un dibattito ferrato sulla correttezza di quanto avvenuto all’interno del locale e la discussione ancora non è destinata a concludersi.

Alcuni utenti hanno pensato ad uno scherzo o ad una provocazione, ma così non è. C’è chi è rimasto incredulo, chi ha attaccato duramente il locale definendo addirittura “illegale” il comportamento dei gestori. In rete c’è chi si interroga sul costo dell’acqua, chi non si spiega il perché di un addebito così discutibile. Fatto sta che ora i titolari del noto bar trevigiano dovranno cercare di arginare la pessima pubblicità che è scaturita dallo scontrino in questione.

L’episodio è stato segnalato anche sul quotidiano locale, La Tribuna di Treviso, che ha dedicato all’insolito scontrino un articolo ad hoc. A discapito delle pesanti (e numerose) critiche suscitate, in rete c’è anche chi difende l’operato dei gestori con commenti del tipo: “A casa mia l’acqua del rubinetto la pago” oppure “Si chiama servizio al tavolo! Uomo o cane che sia”.

Ciò nonostante, la pagina Facebook non ufficiale del bar è stata presa di mira dagli utenti che hanno postato parole molte dure a riguardo. La maggior parte di loro ha dichiarato che non andrà più in quel locale per l’aperitivo e che non mancherà di fare pubblicità negativa al servizio offerto.

Alla luce di tutto questo, quindi, mi chiedo: l’importo addebitato valeva tutta questa pubblicità negativa? Diceva Oscar Wilde: “Bene o male, purché se ne parli”. Dal canto mio non ne sono molto convinta. E voi cosa ne pensate ragazze?

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