“Una donna che non usa il profumo non ha futuro, una donna dovrebbe indossare il profumo ovunque voglia essere baciata”

La parola di Coco Chanel è vangelo quando si tratta di stile e di femminilità.

Era il 1921 quando Mademoiselle si pose l’obiettivo di creare “un profumo da donna che sapesse di donna”, un profumo destinato a diventare leggenda.

Per farlo si avvalse della consulenza del chimico e alchimista Ernest Beaux, che per anni era stato al servizio dello zar di Russia.

I due si conobbero a Cannes nel primo dopoguerra e Beaux fu incaricato di creare un profumo che esaltasse le fragranze di un unico fiore: il gelsomino.

Era la prima volta che venivano miscelate essenze naturali con un aldeide (un composto sintetico), e ciò avrebbe reso la fragranza più duratura sulla pelle.

Ernest Beaux presentò a Coco diversi campioni e lei scelse il quinto. E fu questo uno dei motivi che la spinsero a scegliere il numero 5 come nome della fragranza, ma non solo: questo numero era il preferito di Coco, che credeva nelle sue proprietà magiche e di buon auspicio.

Non era mai esistito un profumo così sul mercato.

Ancora una volta, quella straordinaria donna che era Gabrielle Bonheur Chanel, era stata capace di creare qualcosa di rivoluzionario, che rompesse gli schemi consueti dell’arte della profumeria e che entrasse nel mito.

“Nessun olezzo di rose o di mughetto”, niente di smielato, vezzoso o ridondante, “voglio un profumo elaborato” diceva.

Il minimalismo e la sobrietà che hanno sempre contraddistinto la maison si riflettevano anche nella forma e nelle proporzioni della bottiglia: un semplice parallelepipedo di vetro con un’unica etichetta in bianco e nero.

E persino nel tappo, che pare sia ispirato alla geometria della Place Vendôme di Parigi, ma con una forma ottagonale, tagliato come un diamante.

La leggenda del N°5 fu consacrata nel 1952 da un’ammiccante Marylin Monroe, che durante un’intervista suscitò grande scalpore dichiarando di indossare solo due gocce di Chanel N°5 per andare a dormire.

Dopo di lei, il profumo ha avuto testimonial altrettanto celebri tra cui la stessa Coco Chanel, che nel 1937 apparve in un servizio su Harper’s Bazaar.

Una splendida Catherine Deneuve nel 1978, poi  Ali MacGraw, Lauren Hutton, Jean Shrimpton,Carole Bouquet,  e, più recentemente Nicole Kidman che nel 2004 ha prestato la sua immagine in un cortometraggio diretto dal regista Baz Luhrmann in cui interpretava una famosissima attrice in fuga dalle luci della ribalta in uno svolazzante abito rosa sullo sfondo di una caotica metropoli.

Poi una sognante Audrey Tautou che fatica a prendere sonno a bordo dell’Orient Express.

Infine nel 2012, Brad Pitt: il primo uomo protagonista di una campagna pubblicitaria per una fragranza femminile.

Il suo breve monologo, declamato con la voce profonda e quasi sussurrata di un eroe romantico, vuole essere un elogio alla sensualità, alla classe, in una parola: alla femminilità quella vera, iconica ed eterna, di cui il profumo diventa simbolo, portatore ed essenza più pura secondo il volere di Coco.

“La sua sorte il suo destino, la sua fortuna”.

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