Il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito in Nepal continua ad aggravvarsi. Secondo gli ultimi dati sono oltre 4500 le vittime, 8000 i feriti. I villaggi sono stati completamente distrutti. I senzatetto sono oltre sei milioni e mezzo e le persone soffrono a causa della scarsità di viveri, carburante e luce elettrica.
4 le vittime italiane.
40 i nostri connazionali irreperibili.

Iolanda Mattevi, trentina di 52 anni, ha raccontato com è riuscita a salvarsi, e ricorda i due amici che non ce l’hanno fatta, Renzo Benedetti e Marco Pojer.

“Ho sentito un boato dietro di me e poi ho visto una nube che scendeva spinta da un vento spaventoso. Mi sono messa a correre, ma sono stata investita da una pioggia di pietre e neve.”

L’incidente è avvenuto a circa 3.500 metri di quota sul sentiero del Langtang Trek, a nord di Kathmandu. Insieme all’amico Attilio Dantone e alle due vittime, era arrivata in Nepal agli inizi di aprile per il viaggio dei suoi sogni. La donna si trova ora in un ospedale con un avambraccio e un dito fratturato.

“Renzo e Marco avevano fatto una deviazione per portare delle medicine a un’anziana nepalese che conoscevano e quindi ci avevano detto di continuare a camminare perché poi ci avrebbero raggiunti successivamente”

Insieme ad Attilio aveva quindi raggiunto un punto di ristoro sul sentiero e stava bevendo un te’ quando è arrivata la scossa di terremoto che ha fatto franare la montagna.

Attilio, guida alpina che gestisce un rifugio nella valle di Cembra, aggiunge:

“I nostri amici sono stati presi in pieno, io invece ho trovato scampo sotto una roccia e così sono sopravissuto”

I due escursionisti sono arrivati stamani con un elicottero dell’esercito nepalese dopo aver passato tre giorni in un campo per sfollati a Langtang. Nell’incidente sono morti anche tre nepalesi che li accompagnavano: lo sherpa Sangha, 26 anni, padre di una bambina; il cuoco Prem, 48 anni e quattro figli, e l’aiuto cuoco Dawa, anche lui padre di alcuni bambini.

Tra le vittime italiane anche Oskar Piazza, uno dei quattro speleologi italiani di cui non si avevano più notizie. La conferma viene dalla compagna, Luisa Zappini, responsabile della centrale unica di emergenza in Trentino; e la speleologa italiana Gigliola Mancinelli, dispersa nel terremoto in Nepal. Era insieme ad Oskar Piazza, nella zona di Langtang. Salvi invece gli altri due italiani del gruppo: Giuseppe Antonini e Giovanni Pizzorni, che ha riportato varie fratture.

“Abbiamo visto la morte in faccia”

ha detto l’alpinista Mario Vielmo, uno dei cinque italiani che hanno raggiunto il laboratorio Piramide dell’associazione Ev-K2-Cnr, che si trova a 5.050 metri di quota sul versante nepalese dell’Everest.

Secondo la Farnesina, sono ancora 40 i nostri connazionali irreperibili.

“Le segnalazioni pervenute alla sala operativa dell`unità di crisi nel corso delle ore successive di sabato hanno consentito di rintracciare sinora – oltre agli 8 turisti inizialmente registrati su www.dovesiamonelmondo.it – più di 300 connazionali non registrati che erano presenti nell`area colpita dal terremoto.”

#prayfornepal

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