Una storia che ha dell’assurdo e che arriva da Bologna.
Una nota discoteca del centro città ha deciso di vietare l’ingresso ai ragazzi di colore.
Una notizia che è stata immediatamente segnalata dagli operatori dei centri di accoglienza e poi verificata da una giornalista.
La donna, recatasi sul luogo, ha notato che effettivamente i buttafuori non hanno permesso ad un ragazzo di colore di entrare, mentre maschi e femmine “bianchi” passavano dall’ingresso senza problemi.
Una scena da film, film non ambientati nel terzo millennio, in ogni caso.

Alla richiesta di spiegazioni, il buttafuori avrebbe ammesso:

“Il weekend scorso abbiamo trovato un nero con un coltello nascosto nel giubbotto. Io capisco che sicuramente ci andranno di mezzo anche delle persone che non centrano niente, anche dei bravi ragazzi […] Noi non ci possiamo fare niente, per un po’ è così, non li facciamo passare neanche se sono accompagnati”.

Accompagnati? Da chi?! Da persone “bianche” che garantiscono per loro?
La fiera dell’assurdità.

Diversa invece la spiegazione del titolare del locale, che in qualche modo scarica la responsabilità sugli addetti alla sicurezza:

“Se il buttafuori ha fatto una cosa del genere, se ne assumerà tutte le responsabilità”.

Poi però, fa retromarcia e ammette:

“nell’ultimo periodo soffriamo molto per alcune situazioni legate alla convivenza con i ragazzi di colore, soprattutto i profughi dei centri di accoglienza, che talvolta hanno creato un po’ di disagi”.

Generalizzazioni che si sprecano.
2015, più che il futuro, il medioevo.

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