Papa Francesco si trova a Manila, nelle Filippine, per la seconda tappa del suo viaggio in Asia.
Interrogato sui fatti di Charlie Hebdo, Al Qaida e la libertà di espressione, Francesco si toglie la maschera da Pontefice e parla come un uomo qualsiasi.

Ovviamente, secondo Bergoglio, la libertà di espressione va difesa ma esistono alcuni paletti che vanno rispettati, senza se e senza ma.

“Parliamo chiaro, non si può nascondere una verità: ognuno ha il diritto di praticare la propria religione, senza offendere, liberamente, e così vogliamo fare tutti. Secondo: non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio.”

E aggiunge, per rafforzare il concetto:

“Ognuno ha non solo la libertà o il diritto ma anche l’obbligo di dire quello che pensa se ritiene che aiuti il bene comune, un deputato, un senatore, se non dice qual è la buona strada non fa bene. Avere questa libertà, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente ma se il dottor Gasbarri, mio amico caro, dice una parolaccia contro la mia mamma, si aspetti un pugno. Perché non si può provocare, insultare, ridicolizzare, la fede degli altri”.

E per quanto riguarda i kamikaze e i bambini usati in questo terribile modo racconta:

“Forse è una mancanza di rispetto, ma credo che in ogni attacco suicida c’è qualcosa di squilibrio mentale e umano, c’è qualcosa che non va nelle persone, nel senso che danno alla propria vita e a quella degli altri. Sì, il kamikaze dà la propria vita, ma non la dà bene, i missionari per esempio danno la propria vita ma per costruire, quando si dà la vita per distruggere c’è qualcosa che non va”.

Delle parole, le Sue, difficili da confutare.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!