Anne Hathaway è stata per anni la paladina degli animalisti.
Ha sempre richiesto sul set pranzi e prodotti cruelty free, non ha mai indossato pellicce o abiti in pelle ma pochi giorni fa ha fatto una dichiarazione che nessuno si aspettava, annunciando un clamoroso passo indietro che sta facendo parecchio discutere:

“Mi spiace, ma quando ero vegan non stavo bene, mi sentivo senza energie.
Sul set di Interstellar indossavo una tuta così pesante di 40 kg, avevo bisogno di forza, energia e resistenza. Non ce la facevo con tofu e zuppa di ceci. Ho mangiato del pesce e mi sono sentita subito bene”

La Hathaway sottolinea il suo cambiamento in modo drastico, affermando di aver iniziato una paleo-dieta, a base di alto tasso di proteine animali, preferendo il pesce e il pollo alla carne rossa, e a basso contenuto di carboidrati.

Una scelta che sta creando non poche polemiche, soprattutto tra i suoi seguaci vegani.
Sicuramente l’attrice non è la prima persona a tornare indietro sulle proprie decisioni alimentari. Non a caso gli Stati Uniti sono la patria del fast food e della cultura della bistecca.

Secondo un recentissimo sondaggio commissionato dallo Humane Research Council (ente che si occupa della difesa degli animali), solo una persona su cinque riesce a rimanere ferma nelle proprie convinzioni veg.
Oltre il 50% rinuncia alla dieta dopo un anno e il 30% dopo appena tre mesi.

La svolta della Hathaway rafforza i pregiudizi contro l’alimentazione vegana sebbene in molti sostenitori sono pronti a dimostrare il contrario.

Anche American Dietetic Association promuova la dieta vegan se correttamente pianificata.

Il dottor Andrea Ghiselli, ricercatore del CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) di Roma e moderatore del Forum Nutrizione del canale Salute di Corriere.it, è molto scettico riguardo la spiegazione dell’attrice sul suo abbandono della dieta vegana:

“Mi sembra difficile credere che si sia sentita male a causa della dieta vegana da lei seguita” ha spiegato, “A meno che non l’abbia seguita in maniera totalmente sbagliata. A differenza di 30-40 anni fa non ci sono più problemi di carenze proteiche nell’alimentazione occidentale, anzi, casomai le proteine animali assunte sono in maniera eccessiva e con tofu, seitan e tempeh i vegani difficilmente incorrono in carenze di questo tipo. Al più, possono esserci squilibri nell’assunzione di vitamina B12, ma esistono integratori, o di calcio, ma ci sono alimenti vegetali ricchissimi di questo elemento. Basta essere informati. Ovviamente le diete, comprese quelle onnivore, devono essere equilibrate, e quindi se una persona non è in grado di pianificare da sola la propria alimentazione, deve farsi aiutare”.

Gli animalisti si arrabbiano, la verità forse, sta sempre nel mezzo.
Che ne pensate?!

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