Il caso di Loris Andrea Stival è duro da raccontare, per la sua brutalità, per i numerosi orrori che esso mostra.

Il piccolo era scomparso 4 giorni fa.

Il sipario su questa terribile vicenda si apre con il ritrovamento di un paio di mutandine, in strada, davanti alla scuola del bambino e sotto l’occhio delle telecamere.
Quando il piccolo è stato trovato non aveva più le mutandine e i pantaloni erano slacciati, segno che qualcuno l’aveva spogliato e poi rivestito malamente.

Ma possibile che nessuno avesse visto quel paio di mutandine?
Gli investigatori si interrogano e decidono di risentire la madre del piccolo, perchè la ricostruzione non convince.
Una convocazione a sorpresa, per accertamenti urgenti, poichè il piccolo non compare mai davanti alle telecamere e secondo i racconti questa è una grande incongruenza.
Gli slip ritrovati inoltre non sono stati riconosciuti dalla madre, quindi il mistero si infittisce.

È una corsa contro il tempo, come raccontano gli investigatori:

“Statisticamente parlando, per questo genere di delitti il tempo d’individuazione dell’autore va dalle 72 alle 96 ore, dopo di che il tempo si dilata in modo consistente. Se si arriva all’individuazione di un elemento indiziario sufficientemente grave in questo termine di 3-4 giorni, c’è la possibilità di dire che il caso è risolto. Altrimenti…”.

Siccome poi le indagini puntano sempre più sul contesto stretto che circonda gli Stival, su un viso che fosse familiare al piccolo, uno di cui il bimbo si fidava, è l’occasione di chiedere a Veronica una volta di più con chi avesse intimità suo figlio.
Veronica, proprio lei, è ora nell’occhio del ciclone.
Una donna che i giornali vicini alle indagini descrivono come molto debole, colpita da una depressione post-partum, che più di una volta ha tentato il suicidio dopo la nascita del secondo figlio.

Chi indaga è ormai convinto non soltanto del movente sessuale dietro il sequestro e l’omicidio del bambino, ma che le molestie andassero avanti da tempo.
Ci sono molti indizi, ma nessuna prova certa.

Il cacciatore Orazio Fidone, l’uomo che aveva trovato il corpo del bambino, dopo ben due interrogatori-fiume, una perquisizione in casa con sequestro di indumenti, e il sequestro di due auto, è finito sul registro degli indagati.

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