Precisiamo immediatamente che questo articolo, a differenza di molti, troppi, che popolano la rete dell’informazione online e cartacea, non darà alcun giudizio sulla vicenda.

Non perchè in redazione non abbiamo una personale idea su quello che è successo.

Abbiamo fatto i nostri ragionamenti, le nostre considerazioni, ma troviamo corretto e in particolar modo estremamente rispettoso non condividerle pubblicamente.

Troppi teatrini, troppa attenzione mediatica purtroppo sterile a se stessa.

Noi vogliamo semplicemente raccontare quello che sta succedendo e darvi alcuni dati oggettivi del pensiero comune delle donne di tutt’Italia riguardo questa storia.

Pochi mesi fa avevamo già parlato di Brittany Maynard e della sua decisione, a soli 29 anni, di togliersi la vita attraverso eutanasia assistita a causa di un tumore incurabile al cervello.

Brittany amava troppo la vita, parole sue, per poter perdere tutta la lucidità.

Voleva morire, e così ha fatto, in totale coscienza e circondata dall’affetto delle persone a lei più care, il marito e la famiglia, affinché potessero ricordarsela per sempre sorridente e piena di vitalità.

Non era disposta a farsi distruggere dalla malattia.

Il suo tumore è una forma molto aggressiva di cancro al cervello. La sua decisione di morire era già stata annunciata in un video postato sul suo sito thebrittanyfund.org che ha fatto il giro del mondo, visto oltre 9 milioni di volte.

“Arrivederci a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, tenuto conto della malattia in fase terminale, questo terribile cancro al cervello che mi ha imprigionato… ma mi avrebbe imprigionato tanto di più”

Così ha scritto Brittany sui social.

“Sono le persone che si fermano ad apprezzare la vita e che rendono grazie, quelle più felici. Se noi cambiamo le nostre menti, cambiamo il nostro mondo. Pace e amore a voi tutti”.

Un ultimo messaggio ricco di amore per la vita, prima del gesto che ha fatto alterare parte dell’opinione pubblica e in particolar modo il Vaticano che giudica come un’assurdità il suicidio assistito.

Secondo il mon. c, il presidente della pontificia accademia per la Vita, la dignità è una cosa molto lontana dal mettere fine alla propria vita spontaneamente. Non vuole giudicare le persone ma condanna l’atto.

E le Donne italiane cosa pensano di tutto questo? La maggior parte di esse sono assolutamente dalla parte di Brittany.

In molte ci hanno raccontato di casi simili, vissuti sulla propria pelle, di famigliari colpiti da tumori incurabili che sono crollati giorno dopo giorno lasciando delle ferite incurabili nel cuore di chi era vicino:

Martina B.

“Ho visto mio padre perdere la dignità in un letto d’ospedale. Da autonomo é passato ad essere completamente dipendente dagli altri. L’ho visto non riconoscere più neanche gli amici più stretti. L’ho visto piangere, soffrire, pregare e disperarsi; l’ho visto soffrire e per me sono ferite indelebili che mai nessuno mi riuscirà a sanare. Sono completamente d’accordo al suicidio assistito anzi lo vedo come un gesto eroico. Vedere qualcuno che ami diventare un vegetale con demenza é veramente indescrivibile.. non auguro a nessuno la mia esperienza… Ti voglio bene pá”

Rita M.

” […] io ho assistito mia madre malata di leucemia per ben 2 anni e vederla sputare sangue distrutta dalle chemio, e ti risparmio tutto il resto, non è stata una passeggiata sopratutto quando l’ho vista morire tra le mie braccia. Qualche giorno prima di morire mi diceva che voleva morire senza soffrire ma purtroppo non è stato così.”

Tutte chiedono a gran voce rispetto per Brittany, e c’è chi la parola suicidio non la trova appropriata per la situazione:

Alessandra C.

“[…] le sue scelte purtroppo erano due:
Morire dopo atroci sofferenze per se stessa e per i suoi familiari.
Morire ancora nel pieno delle sue facoltà mentali assistita dall’amore della famiglia.
Se avesse avuto anche una sola possibilità di cura, non avrebbe mai preso una decisione simile.
É stata coraggiosa, saggia ma soprattutto ha pensato al bene dei suoi cari, ha voluto risparmiare loro mesi e mesi di sofferenze senza speranza di guarigione. È morta tra le braccia di suo marito e di sua madre, bella come il sole e serena, per quanto possa esserlo una ragazza di 29 anni che é costretta a una scelta del genere.”

Chi, nonostante la grande Fede, porta rispetto per Brittany e la sua scelte:

Valentina C.

“Io sono credente, credo in Dio sopra ogni altra cosa, Lui ci ha dato la vita e Lui la toglierà. Ci sono persone che non ce la fanno, non sono forti e si suicidano… e c’è solo tanto rispetto e tristezza per queste persone così coraggiose. Lasciatela riposare in pace. Non fate tanto clamore quando un essere umano uccide un altro essere umano, fate clamore quando io padrone della Mia vita me la tolgo prima che Dio faccia il suo corso? Se questa ragazza ha peccato credo che Dio avrà aperto le porte del Paradiso non quelle dell’Inferno! Quindi mettetevi una mano sul cuore […] Caro Vaticano, fai non una ma cento preghiere a questa ragazza, perché voi questo dovete fare pregare e non giudicare!”

Pamela B.

“La Chiesa dovrebbe imparare a farsi un po’ i fattacci suoi […] Dio non giudica nessuno, è bontà assoluta. E Gesù non è forse colui che ha difeso ad esempio l’adultera? Io credo in Dio ma ormai sono anni che non ho la minima fede nella Chiesa. E dico al mio caro Monsignor che prima di giudicare una persona che non c’è più, dovrebbe provare almeno cosa vuol dire vivere vicino ad una persona malata di glioblastoma, come Brittany. Io ho perso mia madre l’anno scorso per lo stesso identico male. E io so cosa ho vissuto e come lei sia cambiata, come ha sofferto. Lui sa che è significa vedere la persona che ami di più al mondo non essere in grado di camminare ma stare in sedia a rotelle, poi allettata, sa cosa vuol dire dover fare da madre ad un genitore di 50 anni che fa i capricci come i bambini? Sa cosa vuol dire vedere il corpo di tua madre che cambia giorno dopo giorno e che si spegne? Sa cosa vuol dire non poterci più parlare da un momento all’altro e vederla in coma? Io so cosa vuol dire tutto questo. La dignità è forse vivere come mia mamma ha vissuto i suoi ultimi 21 mesi su questa terra? Io non dico che Brittany abbia fatto la scelta giusta né che abbia fatto quella sbagliata, io dico che va rispettata e che ha avuto un coraggio pazzesco e che ha fatto una grandissima scelta d’amore non solo nei suoi confronti ma anche verso i suoi cari. Mi chiedo in nome nome di chi il caro Monsignor si sia permesso di dare un tale giudizio che ha avuto un eco a livello non solo nazionale: Dio non avrebbe mai giudicato. Scusate sono molto arrabbiata per tutto questo.”

E poi c’è chi, un po’ fuori dal coro, ricorda il valore dei messaggi che si mandano soprattutto ai più giovani attraverso queste scelte.

Stefania P.

“Non ha scelto… si è arresa alla malattia percorrendo la strada più facile. Una cosa è l’accanimento farmacologico che eviterei ma il SUICIDIO come si fa!
Che messaggio stiamo dando ai giovani? Non riesci a vivere secondo i tuoi canoni? Ucciditi.
Non riesci ad affrontare un problema? Ucciditi.
E a quei figli che pregano o sperano nella salute del proprio genitore che credono nella loro forza di affrontare la malattia cosa diciamo?
Ogni giorno vedo sofferenza, ma anche speranza e forza negli occhi di quelle persone che hanno un giorno in più per stare con i propri cari e per arricchire ancor di più le loro vite. Non la giudico, ma quanta sofferenza.”

Vanessa B.

“Mia madre ha avuto il cancro… Per fortuna tra cure chemio e operazioni, grazie a Dio, è riuscita ad uscirne, ma si vive col terrore che possa ricomparire prima o poi viste le buone probabilità…. Ma lei, mi ha guardata e mi ha detto… -Anche se starò morendo… Anche se soffrirò amaramente fatemi vivere fino all’ultimo respiro… Perché nella sofferenza avrò il tuo sorriso è quello del tuo piccolo illuminare quei momenti bui… Siete la mia vita e vivrei un secondo in più per godermi quello spettacolo, anche solo un secondo!-

Quindi non dobbiamo pensare a quello che noi proviamo in quei momenti… […] Ci sono persone che nonostante la sofferenza e l’agonia lottano per vivere almeno un attimo in più con l’amore della loro vita! Ragazzi: la morte arriva, non c’è bisogno di chiamarla o cercarla, non bussa… Entra e basta! Morire ancor prima di “essere morti” è triste… E chi la pensa così mi fa pena!… Capisco il libero arbitrio… Ma la speranza dove sta?”

 

Questi solo alcuni degli oltre 1200 commenti che abbiamo ricevuto in merito alla storia di Brittany.

La maggior parte delle Donne Italiane professa dunque un credo laico e chiede che il Vaticano non si intrometta in queste scelte di vita e di morte molto delicate, non semplici capricci ma storie di vita vissuta. In molte rinfacciano alla Chiesa di pensare ai problemi interni al suo sistema corrotto invece che farsi giudice di storie come quella di Brittany.

Qualcuno però esprime un’idea diversa, anche se solo una piccola minoranza, condannando Brittany di non aver lottato fino alla fine, di non aver lanciato un messaggio di speranza ma di arresa, di essere stata egoista e aver fatto vincere il cancro ancora prima del tempo.

E voi, come commentate questa notizia? Ve la sentite di farlo?!

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