Nell’India settentrionale la rivoluzione è colorata di rosa.

In un paese dove ogni mezz’ora una donna viene violentata e ogni 75 minuti uccisa, dove Polizia e Stato sono assenti o corrotti, dove le bambine sono costrette a sposarsi durante la pubertà con uomini più vecchi di loro, è necessario qualcuno che difenda le donne:  nasce la Gulabi Gang.

Gulabi gang, banda in rosa, dal colore del tradizionale sari indossato dalle componenti, è un movimento, fondato del 2006 da Sampat Pal Devi nel Distretto di Banda, nella regione dell’Uttar Pradesh, una delle zone più povere dell’India, obiettivo del gruppo è quello difendere le donne, lottare contro la criminalità e la corruzione e battersi contro i matrimoni tra i bambini, in una società fortemente patriarcale e maschilista.

Donne che difendono le donne e lo fanno impugnando asce o bastoni, usati solo in caso di necessità; il loro modo di intervenire è semplice, circondano le abitazioni di uomini, padri o mariti, che usano violenza sulle donne, cercano di parlare, di chiarire, di spiegare loro perché sbagliano, se questo non è sufficiente passano all’azione.

Sampat Pal Devi ha dodici anni quando è costretta a lasciare la scuola e sposarsi con un uomo che ha il doppio della sua età, madre di cinque figli (un maschio e quattro femmine), inizia la sua carriera di attivista insegnando alle donne a cucire nella speranza di dar loro un modo per essere autosufficienti, nel 2003 fonda un’organizzazione per la promozione delle donne nelle tribù agricole e nel 2006 la Gulabi Gang, oggi il gruppo vanta decine di centinaia di membri, donne (e uomini) di ogni età ed estrazione sociale che si battono per garantire un futuro migliore al proprio paese, «una gang che si batte per la giustizia» così Sampat definisce le combattenti in rosa in un’intervista alla Bbc e possiamo scommettere che non si arrenderà finchè non riuscirà ad averla questa giustizia.

 

 

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