Quella che sto per raccontarvi è una storia di amore fraterno sincero, leale e soprattutto immenso.

Hunter Gandee dovrebbe essere un esempio per tutti gli adolescenti, ma non solo, del mondo.

Una storia come la sua va insegnata anche tra i banchi di scuola, all’oratorio, in famiglia.

Questo 14enne americano ha deciso di portare in spalla il suo fratellino di 7 anni e percorrere con lui una maratona lunga 65 chilometri.

(foto: Web)
(foto: Web)

Lo scopo di quest’azione?! Attirare l’attenzione dei medici e aumentare la sensibilità popolare su una grave patologia come la paralisi cerebrale.

Prima di compiere quest’impresa, il giovane ha organizzato una raccolta fondi nella sua scuola, guadagnato, tramite la vendita di alcuni braccialetti, ben 350 dollari.

30 ore di cammino insieme al fratello disabile. Un gesto che vale molto più di mille parole, uno schiaffo alla società che spesso si dimentica che al mondo ci sono anche i disabili.

Inutile dire che tutta la folla presente alla maratona newyorkese ha incoraggiato i fratelli che hanno vinto una gara, che va al di là dello sport.

Gli amici indossavano i braccialetti ed entusiasti facevano il tifo per il loro compagno di scuola.

Il giovane Hunter si ritiene soddisfatto dell’interesse creatosi intorno a quest’azione, perchè parlare di disabilità sembra ancora un tabù.

Barriere immaginarie che distruggono chi ci viene rinchiuso.

“Non so cosa dire, vanifico quello che è stato parlandone. Non posso spiegare quello che significa il vostro affetto, per la mia famiglia ma non solo. Per tutte le famiglie che vivono con una persona disabile. Bisogna aiutarsi e soprattutto uccidere l’indifferenza”

Così commenta Hunter la sua maratona ricca di amore.

Il piccolo Braden è stato legato con una cintura nera alla schiena del fratello. Una posizione che gli permettesse comunque di sentirsi a suo agio.

(foto: Web)
(foto: Web)

Una sfida con la vita.

Una sfida vinta, su tutti i fronti che vuole incoraggiare i ricercatori a sviluppare nuove tecnologie che possano aiutare la mobilità delle persone disabili.

Ognuno di noi ha la sua disabilità.

La loro è solo un po’ più evidente agli occhi, ma non per forza anche al cuore.

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