L’assurda tragedia consumatasi nei Lager è difficilissima da comprendere. Rendersi conto di questa follia terminata poco più di mezzo secolo fa è la motivazione della nascita di una ampissima letteratura concentrazionaria, che raccolga memorie di internati o spieghi (per quanto sia possibile farlo) cause e conseguenze dell’atroce piano nazista.

Per non dimenticare, certo, ma anche per non relegare la memoria di questa strage a un unico giorno all’anno, una sorta di esorcismo o di “assoluzione”di coscienza.

La memoria va coltivata perché tutto questo non debba succedere mai più.

Ecco quindi tre idee di romanzi al femminile, da figlia a mamma, da mamma a figlia, da donna a donna: idee da comprare, donare o farsi regalare. Buona lettura.

Ho sognato la cioccolata per anni (Trudi Birger): il titolo di questo romanzo può in effetti trarre in inganno. Ma rende alla perfezione l’idea della privazione a cui una bambina è costretta nell’inferno di Stutthof. La cioccolata è quella bevuta con la zia nei caffè danzanti di Francoforte prima della guerra, quella che Trudi sognerà nell’incubo del Lager: nel campo scoprirà tuttavia la profondità del rapporto con la madre, rifiutandosi di abbandonarla per salvarsi. Un inno alla speranza e alla vita, che  strapperà Trudi dalla soglia del crematorio, e che farà inumidire gli occhi a molte mamme lettrici.

Auschwitz spiegato a mia figlia (Annette Wieviorka): dopo un libro che parla di una figlia, ecco un libro di una mamma. Annette risponde a tutte le domande che la sua bambina le pone sull’olocausto, per condividere con la nuova generazione una follia che non va dimenticata perché non debba mai più ripresentarsi.

La breve vita dell’ebrea Felice Schragenheim (Erica Fischer):  è una storia di omosessualità al femminile in tempi ancora più duri di quelli odierni. Una giovane giornalista proveniente da un’agiata famiglia ebrea incontra Lily Wust, moglie esemplare e madre di quattro figli, e se ne innamora. Felice vivrà la passione del suo amore scegliendo di non espatriare, senza lasciarsi intimorire dalla dittatura nazista né dal pregiudizio benpensante. Un racconto denso di poesia, da donna a donna.

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