Maya è una ragazza come tante e come molte dopo la laurea ha cercato disperatamente lavoro.
Ha provato ad inviare curriculum in ogni dove, oltre oceano e sotto casa, ha pensato ingenuamente di inviarli persino in luoghi esotici dai colori e nomi vivaci poi, determinata e  convinta, si è seduta sul divano con telecomando alla mano ed ha atteso sovrappensiero.
Ma proprio poco dopo l’invio, una telefonata irrompe facendola sobbalzare dal suo rimbambolamento da telefilm.
-Salve chiamiamo dai “Confini del mondo”, è disponibile a lavorare con noi?-

Maya ancora incredula e mezza addormentata, fece mente locale: aveva inviato curriculum in ogni dove ma  ai “Confini del mondo” ancora non ci aveva mai pensato concretamente.
Così rispose con aria spaesata che ci avrebbe dovuto pensare su ed informarsi con quale mezzo fosse umanamente possibile raggiungere i “Confini del mondo” luogo a lei del tutto ignoto sulla carta geografica.

Dopo qualche ora trascorsa a scervellarsi su google maps e dopo essersi resa conto dei 50 km di curve di montagna con obbligo di catene, paracadute, salvagente ed elicottero a bordo, decide di rifiutare.
Pigramente si appollaia sul divano e comincia nuovamente il suo zapping ossessivo compulsivo.

Il telefono squilla di nuovo. I “Confini del mondo” non mollano la presa, la vogliono a tutti i costi.
Maya non comprende il perchè di cotante proposte lusinghiere e ribadisce ai suoi interlocutori che la strada per lei è troppo impervia.

Gli abitanti dei “Confini del mondo” la rassicurano e la invitano a visitare la sede; esiste un pullman che percorre quel tragitto tutti i giorni.

Maya persuasa accetta.

L’odissea comincia.

Strade intrecciate ed appese lungo i fianchi scoscesi delle montagne la accolgono con una pioggia torrenziale capace di deragliare un treno merci a pieno carico.
L’autista temerario si lancia con il suo trabiccolo in sorpassi avventati mentre fuma nervosamente una sigaretta dopo l’altra conversando con i passeggeri sulla qualità inimitabile dei suoi prosciutti ottenuti grazie al suo defunto e devoto maiale dal nome impronunciabile.
Nel frattempo fuori dal finestrino, Maya si imbatte nella vista di ripidi burroni da un lato e simpatiche caprette che “le fanno ciao” dall’altro, assieme a parapetti completamente sgretolati e piccole crepe o frane lungo il manto stradale; il tutto mentre ruscelli e cascate piombano direttamente lungo la strada.
Maya non crede di riuscire a proseguire oltre e sente la colazione che le balla la Lambada nella pancia.
Ma…con la forza di volontà prosegue questa Via Crucis verso l’ambito lavoro precario in un luogo a lei ignoto.

Nonostante ciò, riesce ad arrivare incolume in quel dei “Confini del mondo” e con sorriso forzato accetta l’incarico quindicinale.

Dunque i “Confini del mondo” vincono sulla disoccupazione ma… Maya capisce il  perchè di questa richiesta così pressante!

Quel luogo è davvero fuori dalla portata dei comuni mortali. Ce la farà la nostra eroina a sopravvivere al viaggio?

Ma soprattutto…ce a farà Maya a non farsi  schiacciare dalle “simpaticissime” colleghe più velenose di una vipera incazzata?

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