Un’artista australiana ha utilizzato un’attività rassicurante e comune come il lavorare a maglia per provocare e riportare l’attenzione sui temi di sessualità e sfruttamento.
Il nome Casey Jenkis vi dice qualche cosa?
Nemmeno a me, fino a qualche giorno fa quando ho cominciato a vedere delle notizie che parlavano della sua ultima opera d’arte.
La nostra cara Casey è , infatti, un’artista australiana di 34 anni che si definisce craftivist ovvero un’attivista dell’artigianato.
E in cosa consiste il suo artigianato? Beh… è un’appassionata del lavoro a maglia e nel mese di dicembre ha deciso di concentrarsi sulla creazione di una lunga sciarpa bianca. Vi starete chiedendo quale possa essere la cosa strana all’interno della notizia.
Forse il fatto che in Australia in questo periodo è estate piena e la sciarpa di lana non è l’indumento che va per la maggiore? Naaaa… magari! La cosa bizzarra (passatemi l’eufemismo) è che Casey ha lavorato a maglia utilizzando la lana di un gomitolo che aveva inserito nella sua vagina. Ci è dato sapere che l’artista rimuoveva il gomitolo ogni notte per poi riposizionarlo al mattino e ricominciare lo sferruzzamento.
Durante la sua performance l’artista è stata filmata e un pezzetto di video è stato postato su Youtube. Inutile dire che il riscontro mediatico è stato altissimo, le visualizzazioni sono cresciute come il lievito madre, le critiche e gli insulti sono piovuti a scrocio. Insomma… effetto provocazione raggiunto alla grande.
Lo scopo della Jenkis era quello di riportare l’attenzione su questioni di gender, sessualità, corpo, sfruttamento e violenza sulle donne infatti nell’ultima parte della sua intervista ha dichiarato “… considero mie ispiratrici anche quell’infinità anonima di donne che si esibiscono ogni giorno nei sex bar. Non lo fanno necessariamente per sfidare la cultura patriarcale quanto piuttosto per sfruttarla pragmaticamente. Ma io le considero lo stesso mie colleghe, delle performer a ogni effetto”.
A me la cosa ha lasciato un po’ perplessa e fatico a trovare un senso artistico che vada oltre alla provocazione.
Ma lascio a voi i commenti…
Mi domando solo… non è che la nostra Casey abbia preso un po’ troppo alla lettera qualcuno che le ha detto “ma stai a casa a fare la calza”… Casey… era una battuta!!!
Cosa ne pensi?