È inverno e dobbiamo farcene una ragione … con il freddo arriva pure l’influenza.

C’è chi si piglia il virus violento, chi si consuma di febbre altissima e chi combatte con un fastidioso raffreddore che anestetizza sapori e consonanti.
In tutto questo marasma di bacilli infettivi, starnuti molesti e tossi importanti c’è un unico punto fermo: la diversa reazione dell’uomo e della donna.

Quando noi donne ci ammaliamo continuiamo imperterrite a macinare le millemila cose che ci toccano nella vita di tutti i giorni: lavorare, cucinare, lavare, stirare, mettere in ordine la casa, fare la spesa, avviare lavatrici e poi stendere i panni, portare i  bambini a scuola, in palestra, al catechismo, dagli amici … etc.

Tutto questo non perché ci piace come ci calza il mantello da supereroine ma perché non possiamo permetterci il lusso di morire di raffreddore davanti alla tv, sotto un metro di coperta di pile.

E se tra un mal di testa e un brivido da freddo ci imbattiamo nel nostro uomo guardandolo con occhio languido, questa volta non derivante dal folle amore che proviamo per lui, ma dalle linee che ci hanno colpite, e ci permettiamo di dirgli: “non mi sento molto bene, non è che mi puoi aiutare con le faccende?” lui molto amorevolmente ti risponderà: “dai, amore. non esagerare… Avrai, forse, qualche lineetta di febbre… Che vuoi che sia? Io sono stanco, ho lavorato tutto il giorno!”

Per fortuna la febbre ti impedirà di insultare pesantemente il tuo uomo … e ti troverai a finire di rassettare la cucina agognando il letto caldo e un’aspirina.

Ovviamente il capitolo uomo è completamente diverso.

È finalmente venerdì.

Dopo una settimana di grandi fatiche, intravedi uno spiraglio di luce (ossia di relax), quando il tuo uomo torna a casa e pronuncia la fatidica frase: “non mi sento alquanto bene!”
Il mondo ti crolla addosso, la tua idea di riposo si sgretola in mille pezzi perché conosci il tuo pollo e sai già che tutti i macigni del mondo si poseranno sulla tua schiena!
Con pazienza e un filo di rassegnazione vai alla ricerca del termometro che, chissà per quale motivo non si trova mai quando serve! Dopo che avrai svuotato tutti i cassetti della casa, ti verrà in mente che l’ultima volta lo avevi conservato nel mobiletto del bagno. Ok, iniziamo bene!
Lo riponi nelle gelide (a volte anche un po’ tremanti) manine del tuo uomo e gli dici: “dai misuriamo la febbre, magari non è alta!”. E dopo qualche minuto arriva il bip: 35.6.
Ignorando l’istinto che ti porterebbe a mandarlo a quel paese la tua dote innata da crocerossina prende il sopravvento: “dai caro, non preoccuparti… Vedrai che con una spremuta d’arancia, le medicine e una bella dormita, domani tornerai come nuovo!”
Ritorni speranzosa in cucina a preparare la spremuta, quando dalla camera da letto arrivano mugugni e lamenti insistenti.

Corri in camera. “Dimmi caro” e lui “ho tanto freddo, potresti aggiungermi tre coperte?”

E anche consapevole e un po’ speranzosa che potrebbe soffocare dal peso di tante coperte, gliele sistemi amorevolmente.
Ritorni in cucina, e riprovi a fare la spremuta, ma niente, ancora mugugni…

“Ho troppo male alle ossa, mi sa che non avrò nemmeno la forza di tenere in mano il bicchiere, è inutile che mi prepari la spremuta… Proverò a dormirci su! Cof Cof” Neanche il tempo di rigirarsi sotto gli ottanta chili di coperte, che già inizia a ronfare!

Addio…

L’indomani mattina, la solfa è la stessa: termometro, 36.2, medicine, mugugni, spremute come se piovesse!

Arriva l’ora di pranzo e tu, donna premurosa, pensi di preparargli un bel brodo caldo con tutte le verdurine fresche… Vai a comprare anche la pastina, perché magari poi si inventa anche il mal di gola e  guai a farsi trovare impreparata!

Lo raggiungi in camera da letto, e gli chiedi: “caro, va bene un po’ di minestrina in brodo? Così ti scaldi per benino e non fai fatica a digerire.”

Lui ti guarda con faccia disgustata e risponde: “ma ti par che mi metto a mangiar pastina? Non ho mica 80 anni… Ci sono quei canederli nel freezer, ti va cucinarmene 3 o 4?”

E a te, non resta che tornare in cucina con la testa bassa. Orami sei rassegnata, sai perfettamente che il tuo week end sarà all’insegna del “Oddio come soffro!” “Riuscirò a superare la notte?” “Non credo che nessuno abbia mai avuto un raffreddore potente come il mio” “Sembra che mi sia passato sopra uno schiacciasassi!”.

Torni in cucina, e prepari, oltre al pranzo, anche il tuo piano di fuga. Devi assolutamente  inventartene uno!.

“Amooooreeee … puoi abbassare un po’ la tapparella che troppa luce mi da fastidio agli occhi? Ce li ho tanto affaticati, sai?”

Mescolando il  brodo ti viene l’illuminazione … potresti sempre aggiungere un paio di gocce di lassativo … gira il virus dell’influenza intestinale … non ti beccherebbe nemmeno la Signora in Giallo!.

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