Papa Francesco questa volta ha chiamato un uomo di Pistoia, Alessandro Marchetta, che aveva scritto al Santo Padre di battezzare il figlio Simone. L’uomo, l’anno scorso, nel fare retromarcia aveva ucciso la sua primogenita Alessia di un anno e mezzo.

Vedendo la telefonata da un “numero privato”, non ha risposto, così il Papa ha chiamato il parroco pregandolo di stare vicino alla famiglia: “I molteplici impegni in agenda mi impediscono di esserci”.
“Ho provato una fortissima emozione. Sono ancora scosso. Non capita tutti i giorni di alzare la cornetta e sentire che dall’altro lato c’e’ addirittura il Santo Padre”, racconta don Sebastiano Nawej Mpoy, il sacerdote cinquantenne, originario del Congo, parroco di San Sebastiano a Piuvica, nell’immediata periferia di Pistoia. “Papa Francesco mi ha chiesto di stare vicino a quei genitori, di pregare per loro, di aiutarli a crescere nella fede. Mi ha anche chiesto di salutare il vescovo Mansueto. E pensare che quando ho ricevuto la telefonata ero pure un po’ seccato perché stavo per iniziare la Messa”.

La tragedia dell’anno scorso è avvenuta quando Alessandro, preparandosi ad andare fuori a pranzo con la moglie e con la figlioletta Alessia, dopo aver fatto marcia indietro con la sua auto trovò la piccola a terra: lei lo aveva seguito.

Arrivata all’ospedale, la bimba era già morta.

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