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Giunti davanti all’hotel, videro una gran folla di gente che li attendeva e li salutava, non si erano ancora resi conto di essere già così conosciuti,  il taxi attraversò il cancello che si richiuse lasciando la folla di curiosi fuori dell’hotel, scesero dal taxi e vennero accolti dal personale che si occupò dei bagagli, gli ospiti dell’hotel, per lo più giovani, li attendevano e appena entrarono nella hall li salutarono calorosamente, i più audaci gli andarono incontro per parlargli, toccarli, poi un gruppo di ragazze si lanciò letteralmente addosso a Jim, cercando di abbracciarlo e baciarlo, lui le salutò gentilmente ricambiando con strette di mano e abbracci, una ragazza gli buttò le braccia al collo e lo baciò sulla bocca, alcuni addetti alla sicurezza intervennero e la folla si allargò lasciando passare la band, alquanto incredula dell’accoglienza ricevuta. Claudia in mezzo a tutto quel caos si sentì a disagio, i fans la guardavano incuriositi, un gruppo di ragazze indicandola dissero: “Deve essere la ragazza di Jim, beata lei, che fortuna!” Finalmente arrivarono all’ascensore e quando si chiusero le porte Claudia tirò un sospiro di sollievo, Jim se ne accorse e le mise una mano sulla spalla facendole l’occhiolino, Robert e Klaus commentarono: “Che accoglienza!” “Avete visto quanta gente?” Paolo disse: “Ho idea che sarà difficile avere un po’ di privacy”. Arrivarono all’ultimo piano dell’hotel che era stato riservato alla Band, ognuno aveva la propria “suite” elegantemente arredata. Jim e Claudia entrarono nella loro arredata in stile coloniale con salotto, angolo colazione, anticamera e camera con letto a baldacchino, terrazzo con vista mare attrezzato con spa, enorme bagno con doccia e vasca idromassaggio. Claudia era sbalordita, in confronto l’hotel dove aveva alloggiato a Formentera seppur sobrio ed elegante, sembrava una mediocre pensione, Jim invece sembrava perfettamente a suo agio, come probabilmente lo sarebbe stato anche in una comunissima ed anonima camera d’albergo, aver viaggiato in molti paesi gli aveva consentito di conoscere diverse realtà, era in grado di adattarsi a condizioni di vita precarie come al lusso più ostentato, non che non amasse le comodità, il bello, ma per lui erano cose secondarie, si muoveva con estrema naturalezza in ogni contesto, ciò che contava veramente per lui era l’essenza delle cose che si manifestava nell’arte, nella musica, nella scrittura e nei rapporti interpersonali.

Claudia entrò nella camera da letto e aprì la porta del terrazzo, erano al docicesimo piano e guardare in basso le dava le vertigini, ma c’era una vista meravigliosa sul mare e la giornata era splendida, Jim la raggiunse e abbracciati insieme guardarono il bellissimo paesaggio, faceva molto caldo anche se così in alto soffiava anche un po’ di vento, decisero di approfittare della spa per rilassarsi, rimasero per un pò nell’acqua tiepida e poi Jim la attirò a se e iniziò ad accarezzarla, Claudia si guardava intorno preoccupata che qualcuno potesse vederli, ma la situazione la eccitava e consumarono un amplesso breve ma molto intenso, poi uscirono dall’acqua, infilarono l’accappatoio e rientrarono in camera, Claudia si avvicinò a Jim lo guardò negli occhi e gli slacciò l’accappatoio, lo spinse sul letto e ricominicarono a fare l’amore, Jim era molto eccitato dal fatto che Claudia avesse preso l’iniziativa, lei pensava alle ragazze che aveva incontrato nella hall, a come si erano avvicinate con desiderio a lui e voleva sentirlo completamente suo. Si, avevano ragione, era davvero fortunata, e voleva godersi tutta la sua fortuna…

Jim ordinò qualcosa da mangiare e dopo qualche minuto arrivò un cameriere con un carrello colmo di ogni ben Dio, diede una mancia al cameriere, chiuse la porta e portò il carrello in camera, Claudia si era addormentata, la svegliò e le disse: “Ti va di mangiare qualcosa?” Claudia rispose: “mmm aspetta ancora un po’….”…poi mugugnò qualcosa, si girò dall’altra parte e ricominciò a dormire. Jim mangiò in terrazzo e poi si rivestì mentre Claudia continuava a dormire, pensò di lasciarla riposare e raggiungere gli altri. Bussò alla porta della camera di Robert, ma non rispose, fece lo stesso con Klaus e Paolo ma neanche loro risposero quindi chiamò Robert che gli disse che stavano pranzando in una delle sale dell’hotel e Jim li raggiunse. Poco dopo Claudia si risvegliò e con la mano cercò Jim, si accorse che non c’era e lo chiamò, lo cercò in terrazzo, in salotto poi immaginò che fosse andato dai ragazzi e allora mangiò della frutta e un paio di dolci dal carrello, si fece una doccia e si vestì per raggiungerlo. Bussò alle porte dei ragazzi ma non rispose nessuno, si innervosì, non aveva voglia di starsene da sola, ma neanche di scendere nella hall, provò a chiamare Jim ma il cellulare era spento,  prese l’ascensore e andò a cercarlo, era infastidita dagli sguardi della gente, le stesse persone che l’avevano vista arrivare insieme alla band, diede una rapida occhiata in giro e non vide nessuno, uno dei camerieri che l’aveva vista arrivare, accorgendosi che stava cercando qualcuno si avvicinò e le disse: “I Blue Rain stanno pranzando nella saletta vicino alla piscina”, indicandogli la direzione, Claudia lo ringraziò, attraversò un grande giardino, con fontane, giochi d’acqua, piante ornamentali, e poi vide una sala con delle grandi vetrate, entrò e vide Jim seduto nell’angolo bar intento a chiacchierare amichevolmente con una ragazza molto vistosa e abbastanza carina, Claudia si bloccò, non sapeva cosa fare, fece un passo indietro e si imbattè in Robert che vedendola un pò turbata le domandò: “Che succede? Se cerchi Jim sta parlando con quella giornalista”, indicandogliela con un cenno della testa, lei si sentì un po’ sciocca e disse: “Non importa, vado a bere un caffè, uscì dalla sala e si diresse in uno dei bar delle piscine, si sedette su un alto sgabello e ordinò il caffè. Fissava il suo caffè continuando a girare il cucchiaino con un gesto meccanico mentre pensava all’immagine di Jim con quella ragazza, sembravano amici, intimi, si sorridevano, lei gli parlava sicura e sembrava che lo corteggiasse e lui si lasciava corteggiare! Maledizione, si sentiva gelosa, ma capiva di non avere alternative, non erano più al riparo dai riflettori nella villa di Formentera, quello era un hotel pieno di gente, avrebbe dovuto farci l’abitudine; Dopotutto Jim aveva cercato di rimanere solo con lei, aveva ordinato il pranzo in camera ma lei come una cretina si era addormentata! Ed ora lui era lì con quella “giornalista” che se lo mangiava con gli occhi. Rimase un po’ al bar, poi decise di tornare a controllare la situazione, entrò di nuovo nella sala ma non vide nè Jim, nè la ragazza e neanche il resto della band, allora immaginò che Jim potesse essere tornato nella loro suite, attese l’ascensore, fra gli sguardi incuriositi della gente, salì al dodicesimo piano e aprì la porta della loro camera e rimase impietrita nel vedere Jim a torso nudo, seduto sul divano mentre la giornalista lo fotografava. Jim notò l’espressione sorpresa di Claudia e disse: “Claudia ti presento Patricia”, Patricia si avvicinò a Claudia porgendele la mano con fare sicuro: “Allora sei tu Claudia, piacere!” Claudia le strinse la mano e disse: “Piacere, si, sono io Claudia”, le due donne si squadrarono dalla testa ai piedi, Jim intervenne: “Patricia è una giornalista, ci conosciamo da anni, ha saputo da John che alloggiamo qui ed è venuta per intervistarci”. L’evidente reazione infastidita di Claudia mise fine al servizio fotografico e Patricia salutò Jim con un bacio sulla guancia, dicendogli: “ci sentiamo, caro”, poi si voltò verso Claudia e le disse “buona permanenza”, Claudia la salutò freddamente e Patricia se ne andò chiudendo dietro di sé la porta. Claudia rimase ad osservare Jim ancora a torso nudo stravaccato sul divano che la guardava con un espressione interrogativa e un po’ strafottente, poi, per porre fine a quel silenzio imbarazzante disse: “Vi conoscete da molto quindi?” e Jim rispose: “Circa un paio di anni”, continuando a guardarla con quei suoi occhi indagatori ai quali era difficile sfuggire, “E siete solo amici? Voglio dire…. siete stati insieme? Jim rispose con sarcasmo: “Non fare giri di parole… vuoi sapere se abbiamo scopato?” e, sempre con quel tono un po’ strafottente: “Si qualche volta, ma è successo tempo fa, ora siamo solo amici”. Claudia replicò: “A giudicare da come ti guarda non si direbbe che siate solo amici…..” Jim la guardò e le fece cenno di sedersi vicino a lui. “Cosa c’è che non va? La mia piccola è gelosa?” Claudia si innervosì:”Piantala di trattarmi come una bambina o peggio come un’idiota. Sono perfettamente consapevole che nella tua vita ci saranno state parecchie donne, tu hai un passato come ce l’ho io, questo è normale e non mi preoccupa, ma mi ha dato fastidio vederti mezzo nudo mentre quella ti girava intorno con la scusa delle foto…ed era proprio necessario farla venire nella nostra camera?” Jim continuava a fissarla, senza scomporsi e senza dire una parola e questo la fece infuriare, sentiva il bisogno di togliergli dalla faccia quell’espressione sicura e strafottente. “Che cavolo hai da guardarmi in quel modo?” poi in tono ironico, scimiottando il modo di parlare di Jim: “L’arte in tutte le sue espressioni può aprire le porte della mente……è quello che io cerco di fare con la musica……” “Mi vuoi dire cosa c’entra con l’arte il farsi fare delle foto sexy mezzo nudo su un divano con la scusa di un’intervista alla band?”

Questa volta Jim rispose stizzito: “Sei gelosa perché ho parlato con una vecchia amica? Cosa dovrei fare? Chiudermi in una stanza con te e isolarmi dal mondo? Allora finalmente ti sentiresti sicura? Stiamo insieme, ti ho detto che ti amo, cos’altro devo fare per placare la tua insicurezza?”

Claudia rispose: “Per esempio potresti dirmi che ne sarà di noi dopo questa settimana… Tu te ne tornerai a Los Angeles e io a Milano?” Jim rispose innervosito: “Invece di chiederlo a me, perché finalmente non mi dici tu cosa vorresti fare? Su coraggio, cosa vorresti fare Claudia? Forse è arrivato il momento che tu me lo dica!”. Claudia rimase spiazzata da quella domanda, improvvisamente capì che l’idea di seguirlo a Los Angeles la spaventava, anche se avrebbe voluto che Jim glielo chiedesse. Questa volta fu lei a rimanere in silenzio e Jim la incalzò: “Vedi? Non sai cosa rispondermi…. La verità è che tu hai paura e scarichi addosso a me le tue insicurezze, se non vuoi essere trattata come una bambina allora comportati da donna e dimmi finalmente cosa vuoi!”, poi con rabbia si infilò una maglietta e se ne andò sbattendo la porta.

Claudia rimase sola, con una gran voglia di piangere. Si sdraiò sul letto a pensare. Forse Jim aveva ragione…, si aspettava da lui continue rassicurazioni, che non le bastavano mai, era sempre in bilico tra un forte desiderio di indipendenza, di sperimentare una vita nuova e la paura dell’incerto che si manifestava in un continuo bisogno di conferme che talvolta le facevano rimpiangere la sua tranquilla vita a Milano, forse un pò noiosa, ma senza incognite, rassicurante, come una calda coperta, anche se un po’ troppo corta.

Se Jim le avesse chiesto: “Vieni a vivere con me”, lei ne sarebbe stata certamente felice, perché quella proposta sarebbe stata un’ulteriore conferma del sentimento che lo legava a lei. E poi? Cosa avrebbe fatto? Avrebbe davvero mollato tutto per seguirlo? Non lo sapeva. A volte i sogni sono meravigliosi, finché rimangono tali. Claudia amava fantasticare la sua vita con Jim, ma c’era una gran differenza tra il fantasticare e il prendere in mano concretamente la propria vita, costruire un progetto nuovo, lasciandosi il passato alle spalle. Ripensò a Patricia, a quanto le era parsa diversa da lei, così sicura, spavalda, forse più affine a Jim di quanto non lo fosse lei e questa considerazione l’inquietava, aveva ancora davanti a sé l’immagine che si era trovata davanti poco prima, non sopportava l’idea di” loro due” insieme, no, non poteva proprio sopportarla. Si alzò di scatto dal letto, come se quel gesto potesse cancellare quell’odiosa immagine dalla mente, avrebbe voluto cancellare tutto, cambiare testa, cambiare pelle, ma si limitò a cambiare l’abito, scese nella hall per chiamare un taxi. Un giro in centro, una passeggiata sul lungomare, qualunque cosa sarebbe stata meglio che rimanere a rimuginare da sola in quella camera. Si stava dirigendo alla reception per farsi chiamare il taxi, quando si trovò davanti Jim, si guardarono negli occhi, c’era ancora tensione fra loro, Jim le disse: “Stasera siamo stati invitati a cena da Patricia, tu io e il gruppo… cosa pensi di fare?” Claudia sforzandosi di mostrarsi sicura e sprezzante rispose: “Certo che verrò! A che ora è l’appuntamento?” Jim rispose: “Passerà a prenderci alle 21”, Claudia guardò l’orologio, erano le 17.00 e disse a Jim: “Ho voglia di fare un giro in centro, tornerò in tempo per la cena”, poi si rivolse alla ragazza della reception e le chiese di chiamarle un taxi, Jim le chiese: “Vuoi che venga con te?” “No” rispose Claudia con tono ironico, “ho intenzione di fare un po’ di shopping, penso che ti annoieresti e poi mi toccherebbe tenere a bada le ragazze che sicuramente cercherebbero di saltarti addosso… meglio di no amore……” Jim la guardò serio, poi non riuscì a trattenere un sorriso, scosse la testa e disse: “Sei impossibile…” e Claudia ridendo, prontamente gli rispose: “È per questo che mi ami, no?” e gli diede un bacio appassionato, lasciandolo piacevolmente sorpreso, nel frattempo arrivò il taxi, e Claudia gli disse: “A più tardi” e mentre era sul taxi, notò con soddisfazione che Jim la guardava allontanarsi.

Claudia non aveva nessuna voglia di andare alla cena organizzata da Patricia, ma men che meno voleva lasciare il suo Jim tra le grinfie di quella “stronza arrapata” pensò mentre era sul taxi, così disse al tassista di lasciarla in centro e di passare a riprenderla dopo circa un’ora. Aveva intenzione di comprare un abito nuovo, non che le mancassero i vestiti, ma quella sera voleva essere perfetta, bellissima, elegante e sexy.

Più che a una cena Claudia immaginava di dover partecipare a una sorta di duello, a suon di scollature, tacchi alti, occhiate furtive, dialoghi farciti con sottili doppi sensi e falsa cortesia condita da domande imbarazzanti e battute pungenti e, mentre provava un abito nero mozzafiato che le stava d’incanto, si guardò allo specchio e soddisfatta disse: “Vuoi la guerra? E guerra avrai!”. Uscì dal negozio soddisfatta e in una vetrina vide un paio di scarpe “tacco dodici” che sembravano create apposta per quell’abito, si fiondò nel negozio e le comprò. L’equipaggiamento da guerra era quasi completo, c’era da aggiungere solo una “pochette gioiello” che aveva in valigia e una buona dose di autostima, l’arma più potente! Quella purtroppo non la vende nessun negozio! Ma a Claudia non mancava affatto l’autistima, certo, qualche volta la vita l’aveva un pò strapazzata, rendendola talvolta insicura, ma come le diceva sempre suo padre: “Tu sei una fuoriserie, una rossa e fiammante “Ferrari”, non dimenticarlo mai e non permettere a nessuno di mettere in dubbio le tue capacità”. Il ricordo di suo padre e di quella frase la commossero, e si domandò: “Chissà cosa penserebbe della mia vita ora…”.

Il tassista puntuale come un orologio svizzero arrivò e la riportò in hotel, mancavano quasi due ore alla cena-duello. Claudia salì in camera appoggiò le borse sul divano, poi ci ripensò e le mise nell’armadio, Jim tornò in camera dopo qualche minuto, Claudia si era tolta i vestiti e si era sdraiata sul letto per rilassarsi un po’, indossava solo slip e reggiseno, Jim si fermò sulla porta della camera a guardarla ammirato, lei ricambiò il suo sguardo, poi gli fece cenno di sdraiarsi accanto a lei dicendo: “Cosa c’è che non va? Il mio bimbo è ancora arrabbiato?” Jim si avvicinò e le disse: “Il tuo bimbo ha tanta voglia di te…” lei gli prese la mano e lo avvicinò a sé, senza smettere di guardarlo negli occhi, ma frenando il suo impeto, lo baciò, lo accarezzò e gli disse: “Tesoro, aspettiamo…. lasciamo crescere il desiderio, stanotte sarà ancora più bello….” poi con un bacio lo lasciò da solo sul letto con la dolce promessa di una notte di passione e andò a prepararsi per la cena.

 

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