Per chi se le fosse perse:

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Jim rimase a suonare per tutta la mattina, Claudia pensò di lasciarlo tranquillo, si rese conto che non era giusto vivere secondo i ritmi di Jim, avrebbe dovuto crearsi degli spazi suoi, non voleva essere la sua ombra. Decise di lasciargli un messaggio: “Ciao amore, ho pensato di fare un giro in centro, ci vediamo stasera” chiamò un taxi e poi andò a noleggiare uno scooter, questo le avrebbe permesso di essere più indipendente. Andò verso il centro, ad Es Pujols, comperò un paio di cose carine in un negozietto, prese una cartina dell’isola e qualcosa da mangiare e si diresse verso il Faro di La Mola, il più antico ed il più alto dell’isola, era abbastanza lunga arrivarci in scooter, ma ne valeva la pena, il faro sorgeva su una scogliera di 120 metri e lo spettacolo era davvero unico. C’erano un po’ di turisti, ma non c’era troppa confusione, era un luogo davvero incantevole e fu soddisfatta di aver deciso di dedicare del tempo a se stessa. Si sedette quasi sul bordo a strapiombo sulla scogliera, guardare in basso le dava un po’ le vertigini e allora indietreggiò un po’, per sentirsi più al sicuro, prese dallo zaino il pareo, lo distese per terra e si sedette, si mise a mangiare un panino ammirando quella vista mozzafiato, erano le tre del pomeriggio, il sole era davvero caldo, ma c’era anche un notevole vento che mitigava la temperatura. Pensò a Jim, sarebbe stato bello condividere quel momento con lui, ma era comunque piacevole starsene da sola. Era passata più di una settimana da quando era andata a vivere con lui e non erano mai stati lontani, si rendeva conto che vicino a lui non riusciva a pensare lucidamente, ora era li tutta sola e le sembrava di riuscire a vedere le cose con più distacco, avrebbe dovuto prendere delle decisioni importanti per la sua vita, quella era una vacanza e come tale la stava vivendo. Era assorta nei suoi pensieri quando le arrivò un messaggio di Valentina: “Ciao. Come stai? Spero bene, noi stiamo rientrando a Milano”. Claudia fu contenta di ricevere quel messaggio ma le rispose un po’ freddamente: “Sto molto bene, buon rientro, salutami Luca e Andrea, ci sentiamo.”

Anche lei sarebbe dovuta rientrare a Milano prima o poi, lo studio presso cui lavorava avrebbe riaperto dopo 15 giorni, anche se lei non era una dipendente ma una consulente, in ogni caso doveva decidere cosa fare dopo quella vacanza, aveva un po’ di soldi da parte, ma non sarebbe stato saggio rimanere senza una fonte di reddito, seppur precaria. In un certo senso il messaggio dell’amica l’aveva fatta ritornare con i piedi per terra. Lei e Jim non avevano parlato del “dopo vacanza”. L’unica cosa di cui avevano parlato era la partenza per Ibiza decisa per la settimana successiva, dove erano in programma due concerti.

Claudia voleva stare con Jim ma si chiedeva come avrebbero potuto conciliare il desiderio di stare insieme con i rispettivi impegni. Venne assalita da un dubbio: E se lui invece non avesse mai preso in considerazione l’idea di un dopo vacanza? E se vedesse la loro storia seppur intensa e coinvolgente, come un qualcosa che deve necessariamente seguire il suo corso e finire? In quel momento le si posò vicino una splendida farfalla e Claudia non poté fare a meno di paragonare la sua storia con Jim alla breve vita di quella piccola creatura.

Le tornò alla mente la frase che aveva detto a Valentina: ”se anche dovesse finire fra una settimana, sarei stata comunque felice”, in quel momento si rese conto che aveva commesso l’errore più grande, mentire a se stessa, certo voleva a tutti i costi vivere quella storia, ma quando si ama qualcuno non si ha voglia di pensare: “Non importa quanto durerà, viviamoci questo momento”, forse per qualcuno poteva andare bene così ma non per lei. Se Jim le avesse detto: “E’ stato bello, ma ora dobbiamo seguire ognuno la propria strada” lei ne avrebbe sofferto moltissimo, non poteva immaginare di perderlo. Era assalita da mille pensieri, quando arrivò la chiamata di Jim: “Ciao, ho letto ora il messaggio… perché non mi hai detto nulla? Era così difficile dirmi a voce che avevi voglia di startene da sola?” “No, Jim, credo tu non abbia capito… ti ho visto silenzioso e assorto nei tuoi pensieri, mi hai fatto capire che volevi rimanere da solo e ho rispettato il tuo desiderio, non sono certo scappata, ho solo pensato che anche a me avrebbe fatto bene distrarmi un pò” Jim ascoltò in silenzio e poi disse: “E’ vero, avevo bisogno di stare solo… questo ti fa paura?” “Non mi fa paura, anche io a volte ho bisogno di stare sola, credo sia normale, non penso che si possa vivere all’ombra dell’altro, ognuno deve avere i propri spazi, non mi fa paura ma mi rattrista vederti turbato e non poter fare nulla per aiutarti, questo mi fa sentire impotente.” Jim rispose: “Ci sono cose che ognuno deve risolversi da sé”. “Si, lo so….” poi sentì il bisogno di dirgli “Jim, io sono innamorata di te, e non posso fare a meno di farmi delle domande, ma parlarne ora per telefono non ha senso, fra qualche ora sarò da te. A stasera” Jim sospirò: “Anch’io credo di essere innamorato di te…. a stasera”.

Claudia riagganciò e disse ad alta voce “Anch’io credo di essere innamorato di te…”…. “credo” “Cosa significa “credo”? È un modo di dire o non è sicuro di esserlo? Poi si disse: “Claudia, chi vuoi prendere in giro? Volevi fare la donna di mondo, quella che non ha bisogno di certezze, che sa vivere il momento. La verità è molto più banale….Vorresti delle certezze che lui non potrà mai darti” E mentre pensava questo detestava dover dare ragione a Valentina, e detestava anche se stessa. Immaginava quello che le avrebbe detto l’amica, ma in realtà era il suo cervello a parlare:

“Vorresti che lui ti dicesse che vuole passare la vita con te, che ti dicesse: “Resta con me, ti voglio vicina? “E tu cosa faresti?” Lasceresti tutto per seguire lui in giro per il mondo a suonare? E tu nel frattempo come vivresti? All’ombra del suo ego? E dimmi, lui ha mai accennato a cosa ne sarà del vostro rapporto in futuro?”

Era sola in quella scogliera a torturarsi con domande alle quali non poteva dare risposa, l’unico che avrebbe potuto rassicurarla era Jim, ma Claudia aveva la sensazione che da lui non avrebbe avuto le rassicurazioni di cui aveva bisogno, perché lui era il suo opposto, non aveva mai cercato stabilità, forse perché fin da bambino non ne aveva mai avuta, era cresciuto solo, con la consapevolezza che doveva bastare a se stesso e questo lo aveva spinto a cercare presto la propria indipendenza, ad allontanarsi da quei legami che lo ferivano e che gli avrebbero tarpato le ali. Jim aveva vissuto una vita all’insegna dell’incerto, dell’avventura, a differenza di lei che aveva bisogno di sentirsi al sicuro, per quanto fosse consapevole che di sicuro non vi è nulla, doveva comunque accontentare quella parte di sé che aveva un disperato bisogno di stabilità. La verità è che non si cambia solo perché lo si desidera, è un percorso interiore che inizia spontaneamente, senza forzature, senza cercare a tutti i costi di cambiare la propria natura, perché, che ci piaccia o no dobbiamo ogni giorno fare i conti con la nostra immagine riflessa sullo specchio.

Era quasi l’ora del tramonto, lo spettacolo sulla scogliera era impagabile, l’immensità della natura la faceva sentire parte di quella meraviglia e allo stesso tempo piccola e insignificante.

Decise che era tardi, ed era ora di tornare da Jim, la strada era piuttosto lunga e impervia, era meglio percorrerla quando c’era ancora luce.

Arrivò alla villa e Jim era fuori ad aspettarla, guardò lo scooter e sorridendo le disse: “E questo cosa sarebbe?” “L’ho noleggiato per qualche giorno, per spostarmi più comodamente?” Lui guardò lo scooter e guardò lei, scosse la testa, si mise a ridere e l’abbracciò. Sembrava più sereno, le disse con lo sguardo un po’ imbronciato: “Mi sei mancata” “Anche tu” rispose Claudia, entrarono, gli altri avevano già finito di mangiare, Jim l’aveva aspettata, mangiarono insieme una pastasciutta riscaldata, lui, la guardava, e mentre mangiavano le teneva la mano. Cenarono in fretta perché in serata la band aveva un concerto, i ragazzi nel pomeriggio avevano già portato gli strumenti nel locale dove avrebbero suonato, poi salirono in mansarda, e Claudia disse che avrebbe fatto una doccia e si sarebbe preparata in tempo. Jim disse con lo sguardo ammiccante: “Mancano un paio d’ore al concerto e le si avvicinò con l’intenzione di fare l’amore, Claudia lo respinse dolcemente, dicendogli che era stanca e che aveva assolutamente bisogno di fare una doccia, Jim rimase sorpreso del rifiuto di Claudia, si sdraiò sul letto e si mise a leggere. Claudia aveva voglia di fare l’amore con lui, ma prima di tutto sentiva la necessità di chiarire alcune cose e prima del concerto non sarebbe stato il momento più opportuno. Claudia uscì dalla doccia, si infilò l’accappatoio, mentre con la coda dell’occhio osservava che Jim la guardava con desiderio, ma il suo ego era stato già ferito dal rifiuto di Claudia per insistere, Claudia si tolse l’accappatoio e rimase nuda, consapevole che Jim la osservava, voleva stuzzicarlo senza concedersi anche se moriva dalla voglia di farlo, era un modo forse un po’ sciocco di prendersi un piccola rivincita, curiosò nell’armadio e scelse un miniabito molto sexy, si vestì, nel frattempo Jim le si era avvicinato per baciarla, lei ricambiò il bacio, facendogli capire che non sarebbe andata oltre. Jim disse un po’ deluso: “Ti aspetto giù”. Claudia finì di prepararsi, asciugò i capelli, mise un trucco leggero che metteva comunque in risalto i bellissimi occhi verdi, infilò dei sandali con tacco alto, una pochette e scese in sala, Robert la vide arrivare e disse: “wow”, dando una pacca sulla spalla a Jim, che lo guardò un po’ infastidito, salirono sul pulmino e andarono verso il locale. Klaus guidava e Jim si sedette accanto a Claudia nell’ultimo sedile, appoggiandole la testa sulla spalla, lei dolcemente gli passò le dita fra i bellissimi capelli un po’ lunghi e spettinati. Arrivarono al locale, la gente era già all’interno, entrarono da una porta secondaria, che attraverso un corridoio stretto conduceva verso il loro camerino, mancava ancora mezz’ora all’inizio, la band prese gli ultimi accordi sulla scaletta, decidendo di spostare un paio di pezzi, poi Jim chiamò il tecnico del suono e disse a Claudia di seguirlo, era il primo concerto a cui Claudia assisteva da una posizione privilegiata, era vicino alla console, avrebbe visto il concerto vicinissima al palco, lateralmente in una posizione dove poteva vedere il pubblico e il gruppo. Rimase qualche minuto seduta, poi salutò Jim che le mandò un bacio con la mano, il pubblico cominciò a chiamarli, soprattutto Jim, si spensero le luci e i Blue Rain vennero accolti da un applauso lunghissimo, l’ultimo a salire sul palco fu Jim, illuminato da un riflettore, ci fu una piccola gag tra lui e il tecnico delle luci, che lo stava abbagliando, il pubblico sorrise alle battute di Jim, poi Jim e Klaus si guardarono e iniziarono l’introduzione di tastiera e chitarra del primo pezzo, Claudia si ricordò che era la stessa introduzione che avevano provato un paio di giorni prima, guardò il pubblico, c’era moltissima gente, il locale non era molto grande e c’erano molte persone in piedi che arrivavano fin sotto il palco.

Il concerto come previsto fu un successo, anche se ci fu un piccolo guasto tecnico e per un minuto, il palco rimase al buio. Jim si infuriò per questo inconveniente e Claudia lo vide discutere animatamente con il proprietario del locale, poi se ne andò ritirando una busta, salirono sul pulmino e Jim disse ai ragazzi che non avrebbe più suonato in quel locale, perché non era all’altezza di un gruppo come il loro, anche se li avevano pagati abbastanza bene perché il locale aveva cambiato gestione ed aveva bisogno di attirare l’attenzione ed un gruppo emergente ma già abbastanza famoso come i Blue Rain era una garanzia di successo.

Claudia all’improvviso ebbe la curiosità di sapere quanto bene erano stati pagati, si era sempre chiesta quanto avrebbero potuto guadagnare per potersi permettere di fare la vita che facevano e soprattutto per poter vivere facendo musica.

Prima di tornare a casa si fermarono a bere qualcosa al solito locale nella spiaggia e Claudia ordinò un paio di cocktail, anche gli altri quella sera alzarono un po’ il gomito, tornarono a casa piuttosto alticci ed euforici e Jim si fece scappare che: “anche se era un locale di merda, 6 mila euro non erano affatto male”. Jim e i ragazzi fecero baldoria, si tuffarono in piscina anche se oramai era notte, ma Claudia sentiva freddo e preferì rimanere seduta a guardarli. Rimase sorpresa pensando ai 6 mila euro, a lei per guadagnare quella cifra servivano quasi sei mesi di noioso e quotidiano lavoro, e si parlava di una sola serata, di due ore di concerto, per non parlare dei guadagni per la vendita dell’album. Insomma Jim e il gruppo potevano permettersi di fare una vita invidiabile, erano dei privilegiati, erano riusciti a trasformare in lavoro la loro passione per la musica, cosa piuttosto rara, anche se nel mondo dello spettacolo non ci sono certezze, puoi essere osannato e richiesto per un buon periodo di tempo e poi dimenticato, e mentre faceva questa riflessione guardò Jim che uscito dall’acqua si asciugava i capelli, aveva un tale carisma, una carica erotica fuori dal comune, era lui l’anima della band e l’impatto che aveva sul pubblico era incredibile, anche quella sera la gente sembrava impazzita e lui nonostante tutto pareva non curarsene più di tanto, era come se per lui tutto ciò fosse assolutamente naturale.

Poco dopo andarono tutti a dormire, Claudia si sentiva poco bene, aveva un gran mal di testa, disse a Jim: “Non mi sento molto bene, forse ho bevuto troppo” Jim la accompagnò in mansarda, si sdraiò accanto a lei e l’abbracciò, ma Claudia disse che non stava bene, aveva la nausea e corse in bagno. Uscì dal bagno pallidissima e Jim la guardò preoccupato: “Cos’hai?” Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo” era premuroso come al solito, Claudia stava ancora male, aveva di nuovo la nausea, tornò in bagno, poi uscì e si mise a letto tremando, Jim la abbracciò e le chiese: “Tesoro, vuoi che chiami un medico?” Lei rispose che non ce n’era bisogno, che avrebbe preso un’aspirina, allora Jim scese in cucina tornò con del cibo, un bicchiere e l’aspirina che Claudia bevve d’un fiato. Jim le rimase accanto, cingendola lievemente con un braccio, finché non si accorse che si era addormentata.

La mattina seguente Jim la svegliò per controllare che stesse bene, Claudia avvertiva ancora un leggero malessere ma stava meglio, lui le disse di non aver dormito molto, si era svegliato diverse volte perché era preoccupato. Erano sdraiati una di fronte all’altro e Claudia intenerita per le premure di Jim gli accarezzò il viso, rimasero a lungo a guardarsi, accarezzandosi. Ora lo sentiva vicino. Pioveva molto forte e la pioggia sbatteva rumorosamente sulla finestra della mansarda, era una di quelle mattine in cui è piacevole starsene accoccolati sotto le lenzuola e forse era anche il momento giusto per parlare, pensò Claudia dicendo a Jim: “Fra quindici giorni dovrei tornare a Milano” Jim continuò a guardarla accarezzandole il viso, senza dire una parola, aveva lo sguardo un po’ triste, Claudia continuò, chiedendogli col cuore in gola: “Credi che la nostra storia possa avere un seguito?” Jim chiuse gli occhi e poi le disse: “Io lo vorrei” “Anche io lo vorrei, ma non basta solo volerlo” e siccome lui continuava a non dire nulla decise di giocarsi il tutto per tutto: “Jim io sono innamorata di te e non vorrei perderti, tu cosa provi per me? “Claudia, anche io credo di essere innamorato di te, ma non riesco a trovare una soluzione, non posso chiederti di rinunciare alla tua vita per inseguire il mio sogno” Claudia invece avrebbe voluto che gli dicesse: “Molla tutto e vieni via con me”, ma Jim non lo fece e Claudia interpretò quella frase come un tentativo gentile per rendere meno amara la verità, e pensò che quella frase in realtà significasse: “Anche se mi piaci fra noi non può esserci un futuro”. Si sentiva morire dentro, lo guardava e già pensava a quando avrebbe dovuto dirgli addio. Lui continuava a non dire nulla, lei lo guardò negli occhi come se volesse trasmettergli tutta la sua disillusione, gli girò le spalle, e alcune lacrime silenziose le bagnarono il viso. Lui, continuava ad accarezzarla e questo la faceva sentire peggio, quindi pensò che se doveva finire era meglio farlo subito. Cercò di raccogliere tutte le forze, si ricompose, si alzò dal letto e disse senza guardarlo: “E’ meglio che me ne vada, ti chiedo di lasciarmi sola ora, devo preparare le mie cose, poi chiamerò un taxi…. ah dimenticavo lo scooter, per favore puoi pensarci tu? Ora però per favore lasciami sola” Jim si alzò di scatto mentre Claudia fissava l’armadio con lo sguardo assente, le mise le mani sulle spalle e la abbracciò, lei cercò di divincolarsi respingendolo con forza, lui le disse: “Guardami” e la scosse, lei lo guardò trattenendo le lacrime mentre lui le diceva con voce agitata, quasi gridando: “Perché vuoi andartene ora?” “Che senso ha rimanere?” gli urlò in faccia Claudia, “Evidentemente tu non hai mai pensato che fra noi potesse esserci un futuro, dovrei rimanere fino a quando tu non mi dirai che devo andarmene? No, preferisco decidere io quando voglio andarmene” “Io non ti direi mai che devi andartene” rispose lui urlando, “No, non lo faresti, perché sai che lo capirei da sola e ora ti prego lasciami in pace, voglio rimanere da sola, preparare le mie valigie e mettere fine a questo supplizio”. “Ti prego, non andartene” disse lui guardandola in modo disarmante e stringendola forte a se, Claudia si lasciò abbracciare anche se stargli vicino le faceva provare quasi un dolore fisico, poi fregandosene del contegno e piangendo gli disse: “Io ti amo Jim” ma forse tu non provi lo stesso per me”, lui la strinse forte e le disse: “Non ho mai detto ti amo, non so se sono mai stato innamorato, ma provo un sentimento forte per te, qualcosa che non avevo mai provato prima, non puoi non averlo sentito, ora ti prego, calmati, non andartene, rimani con me”. La prese per mano e si sdraiò sul letto attirandola a se, Claudia si lasciò andare, senza più difese fra le sue braccia, lui iniziò a stringerla, la spogliò e la baciò, poi la prese con una passione incredibile, le disse: “Sei mia, ti voglio, non posso stare senza di te” e Claudia si sentì come fosse sotto l’effetto di una droga, imprigionata in quel letto, la sua volontà era annullata, esisteva solo il suo corpo che non voleva sentire le ragioni della sua mente.

 

 

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