Salvatore Parolisi è stato condannato a trent’anni per l’omicidio della moglie Melania Rea avvenuto un paio di anni fa ormai, nel bosco di Ripe di Civitella.

Niente ergastolo dunque per l’ex militare che durante il processo di primo grado era stato condannato al carcere a vita. La Corte d’Appello ha deciso di ridurre la pena per assenza di aggravanti. 

Le dichiarazioni della famiglia Rea non sono tardate ad arrivare e sono piene di rabbia:

“Eravamo sicuri di questo esito ma c’è rammarico di non sapere la verità e c’è una tristezza generale per tutto quello che è successo. Per noi non è assolutamente una vittoria” ha detto lo zio di Melania, mentre il fratello risponde:  “Abbiamo lottato per arrivare fin qui, abbiamo creduto nella giustizia, ora è arrivata questa sentenza tanto attesa”.

“È stata dura” è stato l’unico commento di uno dei sei giudici popolari della Corte d’Assise d’Appello .

Di tutt’altro avviso i legali di Parolisi:

“È importante aver eliminato l’ergastolo ma ci aspettavamo una sentenza leggermente più umana. Siamo gente abituata a lottare, i processi penali finiscono in Cassazione, ci sono sentenze di condanna che possono essere ribaltate. C’è amarezza perché la pena, anche se di trent’anni, è severa. Ma non ci fermeremo”. Secondo la difesa infatti Parolisi sarebbe totalmente innocente. Il legale della famiglia di Melania Rea però durante l’udienza ha mostrato un video di Parolisi sullo stesso luogo del delitto mentre dondola la figlia Vittoria con gli stessi abiti del giorno in cui è avvenuta la morte della donna e una video chat con l’amante Ludovica, fatto quattro giorni prima di inviare la lettera che secondo la difesa Parolisi avrebbe scritto alla moglie di volerle bene.

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