Non le importava sapere se quella storia sarebbe durata un’ora, una settimana, un mese o tutta la vita, non esiste un’unità di misura temporale per definire l’intensità di un amore, questo pensava Claudia mentre accarezzava e stringeva a se quel corpo e quell’anima che aveva riconosciuto fra milioni di esseri umani che si cercano senza trovarsi o si trovano per caso senza essersi cercati. Il ricordo della sua storia con Giulio era oramai talmente sbiadito, lontano anni luce. Non sentiva la necessità di fare progetti, di chiedersi se fosse la scelta giusta, le bastava guardarlo per capire che era lui l’uomo che voleva e che forse inconsapevolmente aveva sempre desiderato. Era come se le porte della percezione le si fossero improvvisamente spalancate, tutto finalmente era chiaro. Ora sapeva perché per anni, anche se si era raccontata di essere felice, in realtà provava uno strano senso di insoddisfazione, di volta in volta giustificato ora con i problemi di lavoro, ora con una sua innata tendenza a sentirsi inadeguata. La realtà era che prima di Jim non aveva mai sentito manifestarsi la vita in maniera così vera, prepotente, innegabile.

Rimasero a lungo abbracciati sulla spiaggia, si guardavano, si sorridevano, i loro occhi parlavano, senza bisogno di parole.

Era quasi l’alba e Claudia guardò Jim e quasi temendo di rompere quel meraviglioso incantesimo disse: “E’ quasi giorno”, lui le sorrise e la baciò, poi le disse: “Devi proprio tornare in albergo?” Claudia pensò per un attimo ai suoi amici, ma non aveva nessuna voglia di staccarsi da lui. “Penso che dovrei almeno chiamare i miei amici, si chiederanno che fine ho fatto”. Lui con quel suo sorriso disarmante e un po’ ironico l’abbracciò forte e disse: “Mmm, vediamo… potresti dirgli che sei stata rapita da un pazzo che non ha nessuna intenzione di lasciarti andare” Claudia scherzando rispose: “In effetti potrebbe essere un’idea, oppure, potrebbe esserci uno scambio di ruoli, ed essere io la pazza che ha rapito te e che non ha nessuna intenzione di lasciarti andare”: ma ahimè uno dei due doveva provare a fare uno piccolo sforzo per rimanere con i piedi per terra, anche se nessuno dei due ne aveva voglia, Claudia penso che toccasse a lei l’ingrato compito: “Non vorrei andarmene per nessuna ragione al mondo, ma non penso che potremmo rimanere per sempre su questa spiaggia, non credi?”, gli disse, mentre lui sorridendo, sornione e sensuale come un meraviglioso gatto ricominciò a baciarla e Claudia dimenticò immediatamente quel momento di razionalità e si lasciò andare fra le sue braccia.

Ci pensò Valentina a farli precipitare di colpo sulla terra, facendo squillare il cellulare di Claudia che a fatica e dopo parecchi squilli decise di rispondere al telefono: “Claudia! Finalmente…. sono le 7, cosa ti è successo? Dove sei? Aveva un tono preoccupatissimo. “Valentina, sto bene, non preoccuparti, ho incontrato degli amici, abbiamo fatto tardi…tornerò in albergo fra un po’, ti richiamo dopo, Ok?” “Ma cosa? Claudia con chi sei?”  “Valentinaaaa? Pronto? Non sento più nulla…. scusami, credo che in questa zona il telefono non abbia copertura, ti richiamo io dopo, ciao.” Per evitare una conversazione imbarazzante, riagganciò. Jim la guardava divertito, le diede un bacio sul collo e disse: “Va bene, ho capito, devo riaccompagnarti, ma prima, andiamo a fare colazione da me, ti va?” Claudia annuì felice, si rivestirono, salirono sul pulmino e Jim la condusse alla villa dove viveva con la band. La villa che apparteneva ad un anziano e ricco musicista, amico di Jim, era in una zona collinare dalla quale si arrivava comunque facilmente alla spiaggia attraverso una strada sterrata. Scesero dal pulmino che la band utilizzava per spostarsi con l’attrezzatura e gli strumenti e Claudia vide che la villa a due piani era davvero enorme, anche la piscina antistante era molto grande, incorniciata da un giardino di palme ed altre piante. Jim aprì la porta, la casa era silenziosa, gli altri ragazzi stavano ancora dormendo. Attraversarono un corridoio con attiguo un piccolo locale dalla cui porta socchiusa si intravedevano delle tavole da surf e attrezzatura da sub, poi un enorme salone arredato con alcuni divanetti, un grosso tavolo da pranzo, una credenza in stile un po’ retrò e  una porta che si spalancava su un bellissimo terrazzo con una meravigliosa vista su tutta la baia circostante, accanto al salone la cucina molto grande, un po’ in disordine, ma perfettamente attrezzata da fare invidia alle cucine di un Grand Hotel. Jim la conduceva per mano e le mostrava le stanze, al piano terra c’erano altre due camerette, un bagno, e una grossa sala, piena di strumentazione elettronica, alcune chitarre, un vecchio pianoforte con appoggiati diversi spartiti, il resto dell’attrezzatura era ancora sul pulmino. Al piano superiore c’erano alcune camere da letto, due bagni e una scaletta stretta che conduceva ad una mansarda, Claudia capì che quello era il regno di Jim, La mansarda era un appartamento completamente attrezzato, con una piccola cucina, bagno, un salottino con un balcone e poi la camera di Jim il quale entrando disse: “Questo è il luogo dove mi rifugio per scrivere, comporre, pensare”. C’era un grosso letto a due piazze ancora disfatto, con un libro aperto accanto al cuscino, una sedia a dondolo con sopra alcune magliette, accatastati in un angolo diversi libri, alcuni molto vecchi, sul comodino un quaderno con degli appunti, testi di canzoni, e la foto ingiallita di una ragazza, Claudia guardò Jim e chiese chi fosse quella ragazza. Jim la abbracciò come se volesse rassicurarla, prese in mano la foto e le disse: “E’ una vecchia foto di mia madre”, ma il suo sguardo divenne ad un tratto malinconico quando disse: “Era molto bella, vero?” Claudia annuì, e gli chiese: “Dove vive tua madre?” “A Los Angeles, non la vedo da quasi un anno”, Claudia notò la sua espressione tesa e non fece altre domande.

Scesero in cucina per bere un caffè, si sentivano i ragazzi della band che facevano un gran casino, quando Jim e Claudia si presentarono in cucina ci fu un momento di silenzio per la sorpresa, poi tutti la salutarono e si misero a chiacchierare come sempre, Paolo, il bassista aveva messo delle brioches nel microonde e la cucina era invasa dal loro profumo invitante, fecero colazione insieme, anche se oramai era piuttosto tardi, Jim disse ai ragazzi che avrebbe riaccompagnato Claudia in albergo e poi avrebbero parlato dell’arrangiamento dei nuovi pezzi.

Jim disse a Claudia che l’avrebbe accompagnata in moto e visto che l’abbigliamento di Claudia non era proprio adatto, le diede un casco e una sua camicia che lei indossò sopra l’abito annodandola in vita.

Salirono in moto e Claudia si avvinghiò a lui, percorsero alcuni chilometri, lei sentiva i l corpo di Jim, accarezzava il suo petto, sentiva il suo odore, lo sentiva suo, lo desiderava, si cercavano, accarezzavano e toccavano, mentre il desiderio cresceva, divenne talmente forte che non appena videro lungo la strada un rudere abbandonato, quattro mura diroccate senza tetto, presi dalla passione ci entrarono e quasi senza togliersi i vestiti fecero l’amore, consumando velocemente e avidamente quell’amplesso impetuoso e quasi violento, come il pasto troppo a lungo atteso di un felino. Ripartirono non ancora sazi l’uno dell’altra.

Arrivarono sulla strada che conduceva all’albergo, Jim fermò all’improvviso la moto, tolse il casco e Claudia fece lo stesso, si voltò verso di lei, la baciò e all’improvviso disse: “Vorresti venire a stare con me? Lo so, ti sembrerà azzardato e forse lo è, ci sono i ragazzi, sono un po’ casinisti ma sapranno essere discreti, poi in mansarda potremmo stare da soli, certo dovremmo suonare, ci sono dei pezzi nuovi a cui dobbiamo lavorare e abbiamo in programma diverse serate, ma tu sarai libera di fare ciò che vorrai. Voglio solo averti vicina”. Mentre glielo diceva la guardava con quegli occhi profondi e ipnotici e Claudia credeva di sognare, era successo tutto così velocemente e nonostante ciò sentiva che sarebbe accaduto, stringendolo a se disse: “Certo che voglio stare con te, dammi solo il tempo di sistemare alcune cose con i miei amici, non posso andarmene senza dargli almeno una spiegazione” “Certo, lo capisco”, disse lui accarezzandole il viso: “Mi chiamerai quando sarai pronta e io verrò a prenderti. “Domani!” rispose decisa Claudia “Trascorrerò un po’ di tempo con loro, avremmo dovuto passare ancora una settimana insieme, ma capiranno, almeno lo spero, e comunque, ho deciso”. Jim la guardò con i suoi occhi scuri e intensi, le sorrise e ripartirono. Si fermarono davanti all’hotel, Jim non tolse il casco per evitare di essere notato, alzò la visiera e la baciò, Claudia avrebbe voluto dirgli: “Ti amo”, ma gli disse: “A domani tesoro” stringendolo forte, si guardarono a lungo negli occhi, ed entrambi non avrebbero mai voluto allontanarsi.

Claudia attraversò di corsa la hall dell’Hotel sperando di non incontrare i suoi amici ma era quasi l’ora di pranzo e li intravide da una finestra mentre rientravano dalla spiaggia, accelerò il passò e invece di attendere l’ascensore per tornare in camera, salì le scale di corsa, arrivò al quarto piano quasi senza fiato, entrò in camera e si buttò quasi ansimante sul letto. Si godette un momento di pace, pensando a Jim, a quell’uomo che anche se appena conosciuto considerava suo, era una sensazione tanto intensa da darle i brividi.

Doveva chiamare Valentina, era combattuta tra la voglia di raccontarle tutto e l’ansia del doverle comunicare che sarebbe andata a stare da Jim, già immaginava le parole della sua amica, pensò ad Andrea, sicuramente non l’avrebbe presa bene, ma lei non l’aveva mai illuso, gli aveva detto chiaramente quali erano i suoi sentimenti. Senza indugiare ulteriormente, prese il telefono e chiamò Valentina: “Ciao Valentina, sono in camera, puoi raggiungermi senza dire nulla agli altri?” “Finalmente! Anche io sono in camera, faccio una doccia e ti raggiungo fra 10 minuti. “Ok” rispose Claudia, si spogliò, sentiva ancora addosso il profumo di Jim, e a malincuore si infilò sotto l’acqua fredda, per svegliarsi e ritrovare un po’ di lucidità e cercare le parole giuste da dire alla sua amica.

Mentre era sotto la doccia, sentì arrivare un messaggio, si sciacquò velocemente e infilò l’accappatoio. Jim le scriveva: “Ti sento profondamente, mi manchi”, Claudia rispose col cuore in gola: “Anch’io ti sento, intensamente, con tutta me stessa e non vedo l’ora che arrivi domani”, mentre la sua amica bussava alla porta. Claudia le aprì, era emozionata, vide la sua amica, le sorrise e l’abbracciò di slancio. “Hei, testona, cosa hai combinato?” “Valentina, non so da dove cominciare, sono pazzamente innamorata”. L’amica la guardava con un sorriso inebetito, cercando goffamente di compiacere l’amica presa da tutto quell’entusiasmo ma temendo di sapere cosa le avrebbe potuto dire. “Claudia” disse con tono serissimo “Poi mi racconterai, Andrea e Luca volevano sapere se stavi bene e io gli ho detto che avevi un po’ di influenza ma che stavi meglio e saresti scesa a pranzo, oggi, cioè adesso! Andrea ha detto di averti chiamata un paio di volte, senza riuscire a trovarti, io ti ho retto il gioco, ma per favore, ora andiamo a mangiare, Ok? Poi mi racconterai ogni cosa”. Claudia vedendo l’amica piuttosto ansiosa e preoccupata come se dovesse impedire che si svelasse un pericoloso segreto della Cia, si infilò di corsa un vestito e la seguì. Mentre erano nell’ascensore, Claudia guardandola scoppiò a ridere, irritando un po’ l’amica che forse la considerava un’irresponsabile. Claudia era talmente felice da pensare che la sua felicità potesse essere contagiosa ma osservando l’espressione dell’amica si sentì un pochino in colpa, pensò: “Povera Valentina, se sapesse che cosa le devo dire, le verrebbe un infarto”.

Andrea e Luca erano già a tavola, Andrea guardò arrivare le due amiche, senza distogliere lo sguardo da Claudia. Luca con una battuta forse non del tutto innocente tolse tutti dall’imbarazzo, per così dire…: “Hei Claudia, raccontala giusta…Avevi la febbre o ti sei imboscata con qualcuno?” Tutti, compresa Claudia risero della battutaccia di Luca, Andrea però aveva l’aria un po’ seccata. Claudia, facendo finta di rispondere con un’altra battuta a quella di Luca disse con tono ironico: “Sei sempre il solito, comunque questa volta hai proprio indovinato, ha ha ha”. Detta così poteva davvero sembrare un’altra battuta e Claudia lasciò che ognuno la interpretasse come voleva. Gli unici a far finta di ridere però erano Valentina che era tesa come una corda di violino e Andrea che aveva un’espressione un po’ triste.

Claudia non riusciva a trovare le parole per comunicare ai suoi amici che l’indomani sarebbe andata a casa di Jim, pensò che ne avrebbe parlato prima con Valentina. Fortunatamente Andrea e Luca, nel pomeriggio avrebbero giocato a Beach Volley, un torneo organizzato dalla settimana precedente, quello sarebbe stato il momento giusto per parlare con Valentina.

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