Dopo una lunga attesa si spensero le luci e il palco si illuminò e si sentirono le prime inconfondibili note di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, i riflettori erano puntanti sul chitarrista, Claudia ebbe un sussulto nel vederlo, era il ragazzo della spiaggia che l’aveva tanto colpita, indossava pantaloni neri aderenti e una camicia bianca in stile anni 70. Era bellissimo. Era impossibile non notarlo. Muoveva le sue abili dita sulla chitarra facendone vibrare le corde, sembrava facesse l’amore con la sua Fender tale era la passione che trasmetteva mentre suonava,  la musica era ipnotica e sensuale, come la voce di Jim Douglas, così si chiamava lo splendido chitarrista cantante del gruppo.

“Way, way down inside, I’m gonna give you my love, I’m gonna give you every inch of my love….Wanna whole lotta love?

Sembrava un mantra ossessivo:

Wanna whole lotta love? Wanna whole lotta love? Wanna whole lotta love? Vuoi tutto quanto il mio amore?

Claudia non riusciva a staccare gli occhi da Jim, era come ipnotizzata, ogni suo piccolo gesto trasmetteva sicurezza, sensualità, padronanza della situazione, era quel che si dice un animale da palcoscenico, e, accidenti, era talmente bello, carismatico. Era una sorta di sciamano, un dio del rock e del sesso, pensò. Guardandosi intorno vide che anche il resto del pubblico era molto coinvolto, le ragazze ballavano sui gradini del locale e urlavano: “ Jim Sei bellissimo” “Sei fantastico”, Claudia che non aveva mai amato questo genere di esternazioni si sentì quasi imbarazzata nell’ammettere a se stessa che provava la stessa attrazione così palesemente manifestata dalle altre donne.

Moriva dalla voglia di conoscerlo, quell’uomo che incarnava la parola desiderio e che pareva venuto da un”altra dimensione per turbare la parte più intima del suo essere.

Pensò a Giulio e si meravigliò di quanto improvvisamente le sembrava insignificante, eppure erano stati insieme, lei aveva creduto di amarlo, forse l’aveva amato e ora di fronte ad un completo sconosciuto si sentiva vibrare e allo stesso tempo si sentiva sciocca, ma viva!

Dopo due ore di musica incalzante e coinvolgente il concerto finì fra gli applausi del pubblico.

Tutti erano entusiasti, il centro dei commenti era Jim. Gli uomini ne ammiravano la bravura e le donne erano inevitabilmente incantate anche dalla sua fisicità.

Claudia era molto euforica, continuava a dire quanto erano bravi e scambiò qualche battuta ammiccante con la sua amica Valentina, su quanto era bello e sexy Jim. Valentina disse che uno così doveva essere pieno di donne, ma che non le sarebbe dispiaciuto fare parte del suo harem, scoppiarono a ridere come due ragazzine.

Dopo la fine del concerto la gente si accalcò intorno al palco, Claudia, era intrappolata nella folla, e vide Jim chiacchierare con alcune ragazze, Valentina era accanto a lei, mentre Andrea e Luca si diressero subito verso l’uscita, dicendo alle amiche che le avrebbero aspettate fuori. Claudia voleva avvicinarsi al palco, ma quando fu vicina, inciampò in un cavo e cadde sopra un amplificatore, il quale fece un notevole frastuono, attirando l’attenzione di tutti e anche quella di Jim che le si avvicinò e con un sorriso le tese la mano per aiutarla a rialzarsi. Claudia sentì il calore della sua mano, Jim le chiese: “Ti sei fatta male?” Claudia rispose, sorridendo, un po’ imbarazzata, per la caduta: “Ti ringrazio, sto bene, siete stati davvero bravissimi, mi sono divertita molto, volevo complimentarmi con voi ma come vedi sono caduta come una scema”. Lui la guardò intensamente sorridendo, mentre continuava a tenerle la mano. “L’importante è che non ti sia fatta male” “Io mi chiamo Jim, e tu?  Claudia, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal suo, rispose: “Mi chiamo Claudia”. Lui le sorrise, aveva un sorriso così sicuro, lo sguardo intenso e un po’ insolente. “Ci rivedremo, spero” Claudia, rispose: “Lo spero anche io” sorprendendosi di aver pronunciato quelle parole. Jim, le baciò la mano e raggiunse i ragazzi del gruppo. Valentina che nel frattempo, anche se in disparte, aveva assistito a tutta la scena, forse un poco invidiosa per la fortuna capitata all’amica, prese sotto braccio Claudia per uscire dal locale. Claudia si voltò indietro e notò che Jim la guardava allontanarsi.

Claudia non amava molto bere, ma quella sera aveva ecceduto un po’, si sentiva vibrante di energia vitale, era come se una scossa avendole attraversato il corpo l’avesse risvegliata da un lungo torpore.

Andrea le stava attaccato, aveva percepito che in lei c’era qualcosa di diverso dal solito. Claudia era bella, seducente, ironica, intelligente, era la donna che desiderava avere al suo fianco, ma erano amici da troppo tempo sapeva che una mossa sbagliata avrebbe potuto compromettere la loro amicizia, ma quella sera anche lui era stregato dalla musica, dall’atmosfera, dalla voglia di vivere che trasmetteva Claudia.

Era notte stupenda, i quattro amici camminavano sulla spiaggia a piedi scalzi, chiacchierando e giocando a rincorrere le onde che si infrangevano sulla spiaggia, ridevano delle battute di Luca che era parecchio allegro, forse aveva bevuto più di tutti e non riusciva a smettere di parlare di sciocchezze, di solito era un ragazzo serioo ma quando era in vena diventava il clown della compagnia e quella sera era decisamente in vena. Tornarono in albergo canticchiando le canzoni del concerto.

Erano tutti su di giri, ma era davvero tardi e decisero che era meglio andare a dormire. L’indomani sarebbe stata una giornata intensa.

Claudia continuava a pensare a Jim, a quell’interminabile sguardo, a quanto l’aveva turbata, ma si rendeva conto che era uno sconosciuto e quindi pensò che era meglio smettere di fantasticare come una ragazzina e stava entrando in camera quando all’improvviso si trovò di fianco Andrea che le prese dolcemente un braccio, la guardò e si avvicinò per baciarla, Claudia lo guardò sbigottita e senza capire perché ricambiò per un attimo quel bacio, ma si ritrasse poco dopo, sentiva il cuore di Andrea battere forte, era emozionato, eccitato, erano entrambi sorpresi da quella situazione nuova fra loro. Andrea cercò di baciarla ancora, ma Claudia disse. “No smettila Andrea mi sa che abbiamo bevuto troppo, non roviniamo tutto dai.” “Io ti voglio Claudia, voglio fare l’amore con te” rispose Andrea in modo tanto esplicito, quanto insolito . L’inaspettata intraprendenza del suo amico sorprese Claudia che si sentì contagiata da quel desiderio che era nell’aria, così entrarono in camera, e lui ricominciò a baciarla, Claudia si rese conto che quella situazione inaspettata la eccitava,  forse anche a causa di un cocktail di troppo, Andrea era appassionato, Claudia pensò che in lei quel desiderio in realtà era nato dall’incontro con il bellissimo sconosciuto, ma l’impetuosità di Andrea non le diede il tempo di farsi ulteriori domande, la coinvolse al punto che finirono sul letto e accadde l’inevitabile.

Claudia voleva svuotare la mente dai pensieri, stava facendo l’amore con il suo migliore amico, si lasciava andare tra le sue braccia come se quel momento potesse rimanere sospeso nel tempo, senza passato ne futuro, voleva sentirsi libera di lasciarsi andare alla passione, anche se la solita vocina le diceva che forse non era giusto, decise di non ascoltarla, ascoltò solo le sensazioni del proprio corpo e della pelle calda ed appassionata del suo amico.

Stavano facendo l’amore e le piaceva, con Andrea si sentiva protetta, sicura ed era piacevolmente sorpresa dalla sua inimmaginata passionalità. Poi si addormentarono dolcemente uno fra le braccia dell’altra. Poco dopo Claudia si risveglio e sentì il braccio di Andrea lievemente appoggiato sulla sua schiena nuda, delicatamente lo spostò e si mise seduta sul letto, lo guardava dormire e ne ammirava le linee del corpo, quel corpo che le aveva donato un inaspettato piacere. Notò forse per la prima volta che era un bel ragazzo, era sempre stato piuttosto corteggiato dalle ragazze, ma non era un farfallone, era un bravo ragazzo, elegante e raffinato per questo motivo Claudia lo aveva scherzosamente soprannominato “Ufficiale Gentiluomo”, ma si rendeva conto che per lui provava tenerezza, affetto, riconoscenza ma non amore. Si sentì subito in colpa e pensò che anche se era stato bello forse non avrebbero dovuto farlo, ma oramai era successo e non aveva senso farsi prendere dai cattivi pensieri. Chissà forse anche per lui era stato solo un momento di passione.

Ma si, non sarebbe cambiato nulla erano ancora gli amici di sempre, pronti a prendersi in giro e a ridere insieme anche di ciò che era successo, pensò sorridendo.

“Sei meravigliosa. Lo sai?”, la voce di Andrea la destò dai suoi rassicuranti pensieri. “Buongiorno” le disse sorridendo, la guardò e le diede un bacio sulle labbra. Claudia gli sorrise un po’ imbarazzata e gli chiese: “Come stai?” “Mai stato meglio” rispose lui abbracciandola. Claudia si sentì a disagio in quell’abbraccio e si ritrasse. Andrea la guardò e le chiese: “Cos’hai?, Claudia rispose “Non dovevamo, è accaduto per colpa mia, stasera mi sentivo un po’ su di giri, scusami”. Andrea la guardò serio e le disse: “Perché sarebbe colpa tua? C’ero anche io, te ne sei accorta, vero?” “Non volevo dire questo” disse Claudia “Oddio che casino, ora mi sento in colpa, ho paura di aver rovinato la nostra amicizia. Stiamo bene insieme, ma ci conosciamo da anni, siamo amici, ti voglio molto bene e non voglio ferirti ma non sono innamorata di te, insomma Andrea, io….”  Andrea la interruppe: “Pensi ancora a quel vigliacco di Giulio vero?” “No, Andrea, non penso a Giulio non è questo il problema, per me Giulio è un capitolo chiuso, pensavo di aver ripreso in mano la mia vita e invece non faccio altro che collezionare errori uno dopo l’altro,  riesco solo a creare problemi” cominciò a piangere mentre Andrea le accarezzava dolcemente i capelli: “Non voglio ferire i tuoi e i miei sentimenti, quello che è accaduto stanotte, forse non doveva succedere e non deve accadere più, tu sei il mio più caro amico e non voglio rischiare di perderti”. Andrea si alzò dal letto e mentre si rivestiva le disse: “Non perderai il tuo più caro amico, forse potrei essere qualcosa di più, ma se non riesci ad amarmi non posso farci proprio niente, anche se non ho intenzione di arrendermi, non intendo certo farti pressione, comunque vadano le cose fra noi non te ne farò mai una colpa, stai tranquilla”. Le diede un bacio sulla fronte, le accarezzò il viso e le disse: “Io vado, capisco che è meglio lasciarti tranquilla, ma se hai bisogno di me, non esitare a chiamarmi. Ora cerca di dormire, non voglio vederti così,  sono io ora a sentirmi in colpa, perdonami Claudia” e se ne andò lasciandola sola a combattere con i suoi fantasmi.

Era quasi l’alba e Claudia era persa nei suoi pensieri. Continuava a rimuginare su ciò che era successo, chiedendosi come avrebbe dovuto gestire quella nuova situazione, pensò che Andrea era davvero un ragazzo meraviglioso, a quanto le era stato vicino dopo la rottura con Giulio, a quella sera in cui aveva scoperto che quello che credeva essere il suo fidanzato era in realtà il marito di un’altra, a quanto si era sentita umiliata, svuotata e soprattutto idiota. Lei che credeva di essere tanto in gamba era finita in quella patetica situazione che aveva sempre criticato quando riguardava altre donne: diceva quasi con aria di superiorità, parlandone con Valentina: “Ma come si fa a cascarci?” “Certo che oltretutto queste patetiche storie mancano di fantasia, si tratta del solito cliché, lui sposato, stanco della solita routine che illude la cretina di turno facendole credere di essere innamorato mentre vuole solo portarsela a letto, la solita balla che fra lui e la moglie non c’è più nulla, che poverino si sente solo e incompreso a causa della moglie che non lo apprezza, e magari il vigliacco è capace di andare a letto sia con l’amante e anche con la moglie mettendola pure incinta.”

Già, ma questa volta la cretina di turno era stata proprio lei!  Era una storia vecchia come il mondo, ma Claudia si era resa conto che spesso si crede solo a ciò a cui si vuole credere, negando ogni evidenza e con Giulio di evidenze ce ne erano state eccome, ma lei aveva preferito non vedere!

Ad Andrea non era mai piaciuto Giulio, ma Claudia era abituata alle critiche del suo amico, del resto anche lei spesso era stata impietosa con le sue conquiste. Ripensava alle chiacchierate ironiche fra loro, a quella volta in cui le aveva presentato una ragazza decisamente bruttina e lei prendendolo da parte gli aveva detto senza mezzi termini “Ma da dove è uscita questa?”  Oppure quella volta in cui Andrea si presentò con Svetlana, una ragazza ucraina davvero carina, ma che forse a causa del suo italiano decisamente carente e l’aria un po’ svampita, si era beccata l’appellativo di Svegliona e il commento di Claudia:  “E’ carina, ma deve noleggiare un cervello”, insomma Claudia sapeva essere giocosamente “stronza”, ma questo gioco reciproco divertiva entrambi, tanto sapevano che alla fine, male che andasse, si sarebbero ritrovati a riderne insieme, in un certo senso la cosa che contava di più era la loro amicizia e quella di Valentina e Luca. I fantastici quattro, come si erano soprannominati.

Oramai era mattina e Claudia aveva dormito pochissimo, era stanca e nervosa. Sentì squillare il telefono, era Valentina che le chiedeva se poteva passare in camera sua a prendere un pareo, avevano la stessa taglia e ogni tanto si divertivano a scambiarsi i vestiti. Claudia aprì la porta a Valentina che aveva già indossato il costume e una maglietta mentre Claudia era ancora in pigiama. “Claudia, hai una faccia stamattina, non ti senti bene? No, ho solo un po’ di mal di testa, ho dormito male stanotte”. Rispose Claudia. “Non scendi a fare colazione? C’è un tipo che ci porta in barca a fare il giro dell’isola”.  Poi lo sguardo di Valentina si posò sul comodino dove vide l’orologio di Andrea: “Come mai l’orologio di Andrea è sul tuo comodino?” Chiese Valentina con tono ammiccante e incuriosito? Claudia era imbarazzata e rispose che il loro amico lo aveva dimenticato la sera prima quando le aveva portato un’aspirina per il mal di testa. Non le piaceva mentire a Valentina, ma in quel momento non aveva voglia di affrontare un argomento lungo e complicato, gliene avrebbe parlato in un’altra occasione. L’amica sembrò averle letto nel pensiero perché le disse: “Ok tesoro, se hai voglia di parlare sai dove trovarmi. Io scendo a fare colazione”. “Ok” rispose Claudia sbadigliando “Vi raggiungo fra 10 minuti, faccio una doccia, metto il costume e arrivo”.

Così Claudia si infilò sotto l’acqua quasi fredda, voleva togliersi di dosso quel torpore e quella sensazione di disagio mista a vergogna per essersi comportata da cattiva ragazza!

Indossò il costume, shorts e maglietta e raggiunse gli altri che erano già a tavola a fare colazione e la salutarono scherzosamente accennando un inchino, prendendola palesemente in giro per il ritardo. Il suo sguardo incontrò quello di Andrea che le sorrise rassicurandola. Sembrava tutto come sempre, chiacchieravano del più e del meno, del giro in barca che avevano programmato per la giornata, sul cosa portarsi dietro, Luca voleva a tutti i costi visitare una grotta anche se il mare non era proprio calmo quella mattina, decisero di uscire in barca comunque. Era una caldissima giornata di fine luglio e i quattro amici salirono sulla barca. L’isola non era molto grande e avrebbero potuto circumnavigarla tutta rientrando in serata. Formentera in quel periodo era colma di turisti, ma in barca si potevano trovare comunque delle spiagge meravigliose, quasi deserte, zone che erano raggiungibili solo via mare.

Il mare era abbastanza calmo, il loro accompagnatore Carlos era un anziano isolano che si guadagnava da vivere portando in barca i turisti, conosceva ogni spiaggia o caletta e parlava discretamente l’italiano. Dopo circa un’ora di navigazione arrivarono in una piccolissima spiaggia incastonata dentro un’altissima scogliera dominata da un faro. Il mare era cristallino, regnava il silenzio più assoluto interrotto solamente dal canto dei gabbiani. Carlos gettò l’ancora e i quattro amici raggiunsero la spiaggia a nuoto fra gli scogli. Il paesaggio era mozzafiato, lontano dal caos dei turisti, un angolo di paradiso tutto per loro. Si fermarono un paio d’ore, per mangiare un panino e godersi il sole e la natura. Claudia provava un senso di pace e benessere, osservava Andrea chiacchierare tranquillamente con Luca e si mise a parlare con Valentina. Le disse senza preamboli che aveva passato la notte con Andrea. Valentina era sdraiata accanto a lei e sospirò dicendole che aveva intuito qualcosa. Claudia ne rimase sorpresa e Valentina le disse: “E’ da tempo che Andrea non ti considera solo un’amica”. Claudia abbassò lo sguardo e disse: “Lo so, me lo ha detto” “Cosa pensi di fare ora?” Chiese Valentina: “Niente, quello che è successo oramai è successo e non si può tornare indietro, ma per me è un caro amico, spero solo di non averlo ferito”. “Ti pare ferito?” Le disse con un sorriso malinconico Valentina indicando Andrea che si tuffava da uno scoglio con Luca. “Non lo so Valentina, credimi non so più nulla, vorrei solo spegnere il cervello e godermi questa vacanza” Perché riesco sempre a complicarmi la vita?” “Perché la vita è complicata Claudia. A volte ci si può far trascinare dalle situazioni a dispetto dei sentimenti” “Comunque cerca di stare tranquilla, io voglio bene ad entrambi, siete adulti e in grado di gestire questa situazione, nessuno può sapere cosa potrà riservagli il futuro, godetevi la vita senza farvi troppe domande”. “Già, facile a dirsi”, rispose Claudia con lo sguardo perso nel blu dell’oceano.

Risalirono in barca per continuare il giro dell’isola e perché il mare cominciava ed essere un po’ mosso e Carlos non si sentiva tranquillo con la barca ormeggiata vicino agli scogli, continuarono la gita arrivando in una zona dove il litorale era più sabbioso. Era metà pomeriggio e si fermarono in una zona meno isolata, dalla barca si vedeva una lunghissima distesa di sabbia bianca e rosa, in contrasto con uno spettacolare mare color turchese, c’erano alcune casette, qualche ristorante, dei bar e in collina alcune ville. Scesero dalla barca e si sedettero all’ombra di un chiosco sulla spiaggia. Faceva davvero caldo e ordinarono da bere. Era una zona bella ma piena di gente chiassosa che prendeva il sole e faceva il bagno. Loro rimasero all’ombra del chiosco, avevano preso parecchio sole sulla barca e in spiaggia e Claudia aveva la pelle piuttosto arrossata. I lunghi capelli erano schiariti dal sole e avevano riflessi rosso dorato, aveva uno strano cappello di paglia comprato ad un mercatino hippie e degli occhiali da sole con le lenti rotonde che la facevano assomigliare ad una foto di Janis Joplin che aveva a casa, pensò sorridendo.

Tra il caos della gente che chiacchierava e la musica di sottofondo del bar, si sentiva in lontananza una musica molto amplificata,  Claudia incuriosita si alzò dicendo agli amici che voleva dare un’occhiata in giro e cercò di andare in direzione della musica, arrivo vicino ad un ristorante e sentì chiaramente che si trattava di un complesso che suonava, ad un tratto riconobbe la voce di Jim e provò un tuffo al cuore. La musica proveniva da una delle ville sulla collina. Claudia si alzò per chiedere al proprietario del bar se sapesse indicargli la villa da dove proveniva la musica. Il barista le rispose in spagnolo, biascicando anche qualche parola in italiano e indicandole la villa disse che quella era la villa che avevano preso in affitto per tutta l’estate i Blue Rain, che stavano provando i pezzi per il concerto che ci sarebbe stato quella sera e che ogni tanto andavano a trovarlo nel suo locale per cenare, probabilmente sperava così di farsi un po’ di pubblicità. Claudia si sentì elettrizzata all’idea di aver scoperto dove viveva Jim, ora sapeva dove trovarlo e sicuramente non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione per rivederlo ancora.

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